Capitolo 23.

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-Clary, ci sono visite!-. Gridò mia madre dalla cucina.

-Arrivo!-. Le urlai di rimando. Ero in camera mia e stavo studiando le rune, cercando di riprodurle il più simile possibile. Ci riuscii solo perché amavo disegnare. Erano complesse,per non parlare della runa del Vero Nord. Ma la parte più difficile non era saperle riprodurle, ma sopratutto ricordarle.

Roteai sulla mia sedia girevole e corsi subito giù scendendo le scale due alla volta. Rischiai di cadere nell'ultimo gradino, e senti mia madre e una voce familiare ridere. Arrivata in cucina vidi una chioma nera nascondere una risata in tutta la sua bellezza.

-..Isabelle?-. Chiesi stupita. Si alzò vendendomi ad abbracciare. Ricambiai un po' titubante. Nonostante l'abbia vista complessivamente solo due volte, sono felice che si sia affezionata a me così velocemente.

-Come stai?-. Chiesi nascondendo un po' d'imbarazzo.

-Io bene, tu piuttosto?Ho saputo che finalmente Jace si è deciso a mettere la testa al posto!-. La mia bocca si spalancò e il mio sguardo cercò subito mia madre che in imbarazzo se la cacciò con un'alzata di spalle. Riportai lo sguardo su Isabelle.

-No, Isabelle. Io e Jace non stiamo insieme, sei stata informata male-. Affermai con un lieve rossore sulle guance. Ovviamente non potevo dire 'Ehi! Hai ragione, infatti abbiamo scommesso e a breve termine si saprà come andrà a finire!'.

-Ah,peccato-. Disse alzando le spalle -E ti prego, chiamami Izzy-. Aggiunse con un piccolo sorriso che ricambiai subito. Ci sedemmo sulle sedie del tavolo rettangolare e,dopo aver fulminato mia madre con lo sguardo, incominciai a raccontare a Isabelle del nuovo addestramento e mi raccontò la prima volta che aveva preso un'arma in mano. Aveva cinque anni e aveva tirato il pugnale dritto sopra la testa di Alec. Per poco non l'avrebbe ucciso. Jocelyn le chiese novità sul Conclave e sull' Istituto di Brooklyn, e su altre cose riguardanti affari che non capii quasi per niente.

-E allora, qual buon vento ti ha portato qui?-. Chiesi stupidamente. Sicuramente per Jace,pensai.

-Beh, Alec voleva venire e stare un po' con Jace,così ne ho approfittato per tornare a salutarti-. Sorrise dolcemente. Non pensavo avessi trasmesso tutto questo affetto ad una persona così poco conosciuta.

-Grazie Isab.. Izzy-.Dissi timidamente ma profondamente colpita da come una persona come lei potesse spruzzare felicità da tutti i pori, e volerti bene così semplicemente.

-Isabelle e Alec rimarranno a cena con noi stasera,il viaggio è stato lungo e sarebbe una sfacchinata ripartire subito-. Affermò Jocelyn rivolgendole un sorriso. Le aveva fatto più che un buona impressione. Già la adorava.

-Si certo, perché non ti fermi pure a dormire?-. Chiesi entusiasta guardando mia madre che annuì in consenso.

-Grazie mille per l'invito, ma devo chiedere ad Alec... -. Disse un po' incerta su cosa fare o dire. Sembrava vivere delle sue scelte. Mi venne un'idea.

-Tranquilla, lo convinco io ad Alec-. Affermai sicura del mio nuovo piano. Isabelle mi guardò stranita ma con un "Okay", alzò le spalle contenta.

-Approposito, dove sono Alec e Jace?-. Chiesi guardando oltre la cucina, in salotto, non trovando nessuno.

-Sono nel retro-. Affermò mia madre poggiando il mento sul palmo della mano.

-Probabilmente in qualche scontro-. Aggiunse Izzy ridacchiando. Evidentemente quando viveva con loro queste cose erano all'ordine del giorno.

-Arrivo subito-. Asserii sorridendo per poi dirigermi in salotto.

Dalle finestre completamente in vetro vidi solamente Alec intento ad affilare un pezzo di legno con un coltello. Uscii fuori stringendomi le braccia al petto. Si gelava, d'altronde era il 18 di Dicembre.

-Ciao-. Lo salutai con un piccolo sorriso.

-Ciao-. Ricambiò allo stesso modo.-Come stai?-. Chiese guardando la sua nuova lancia. La girò di fronte ai suoi occhi per trovare qualche imperfezione.

-Mh, bene, grazie. Tu?-. Dissi semplicemente, e lui continuò a limare il legno.

-Nom c'è male. Cosa ti serve?-. Arrivò subito al dunque mettendomi in imbarazzo.

-Ugh... Sai per caso dov'è Jace?-. Chiesi tutta rossa. Mi aveva stupito come aveva capito subito le mie intenzioni.

-Strano che lo chieda a me, d'altronde è casa tua. Comunque penso sia nella sua stanza-. Disse continuando ad affilare. Sussurrai un "Grazie" e corsi subito di sopra.

Entrai dentro la camera di Jace dopo aver bussato. Era sdraiato sul letto a leggere sul libro. Supino e con i piedi incrociati, era concentrato e nemmeno notò la mia presenza.

-Jace mi devi fare un favore-. Dissi sicura e mi avvicinai al letto.

-Devi convincere Alec a restare per la notte,così Isabelle potrà rimanere-. Continuai dato che non ricevetti risposta. Mi morsi il labbro sperando che mi aiutasse.

-Mmh... Va bene-. Disse sedendosi. Rimasi stupita dal suo consenso istantaneo. Mi guardò nel modo che solo lui sapeva fare, uno sguardo intenso. -Ma voglio qualcosa in cambio-. Aggiunse. Lo sapevo che non avrebbe accettato tanto semplicemente.

-E dai Jace, per forza?-. Chiesi un po' scocciata.

-No,ma Alec può pure tornarsene a casa-. Disse con un sorriso furbo.

-Eh va bene, tutto quello che vuoi, basta che mi dici di si!-. Affermai esasperata. Il suo sorriso si allargò. Troppo, per i miei gusti.

-D'accordo-. Disse assecondandomi. Sospirai di sollievo e feci per andarmene. Jace mi prese il polso tirandomi a sè, le mie mani erano contro il suo petto.

-Dove credi di andare?-. Chiese retoricamente abbracciandomi i fianchi.

-Mi devi tanti di quei baci-. Disse attuando la sua affermazione. Mi staccai subito.

-Cosa?! Non intendevo tutto quello che.. Ah, fanculo la mia boccaccia!-. Constatai cercando di allontanarmi. In risposta mi fece sdraiare sopra di lui, poi cambiando le posizioni. Ora ero proprio bloccata.

-No, è tanto morbida e invitante-. Sussurrò con voce rauca. Incominciò a posare tanti piccoli baci sulle mie labbra e non potei che sciogliermi di felicità. Volevo sempre di più ma sarei sembrata incoerente alla scommessa. Da tanti piccoli baci passò a uno molto più approfondito e passionale. Gli cinsi il collo con le braccia.

-Sei dannatamente bravo a baciare-. Sussurrai provocandogli una piccola risata.

-Ancora non hai visto niente-. Sussurrò di rimanda sul mio orecchio. Mi baciò il collo fino ad arrivare alla clavicola.

-Jace..-. Lo richiamai cercando di mantenere il controllo. Mi baciò per non farmi continuare.

-Non capisco perché ti ostini tanto a respingermi-. Mi sussurrò a fior di labbra.

Improvvisamente la porta si aprì e Jace si mise quasi sopra di me, sdraiato di lato, per nascondere la mia figura alla porta. Se ci avrebbero visto in questo stato ci sarebbero state delle questioni.

-Jace caro, è pronto-. Disse mia madre. Sentii che non si mosse, rimase sulla porta.

-Si,arrivo subito Jocelyn. Grazie-. Le sorrise senza muoversi. La porta si stava per chiudere quando mia madre riparlò.

-Hai per caso visto Clary? Non l'ho trovata da nessuna parte-. Soffocai una risata.

-Tranquilla, ora la vado a chiamare io. Probabilmente sarà in bagno-. Disse Jace tranquillamente. Jocelyn gli rispose con un semplice "okay" e sicuramente un sorriso, per poi chiudere la porta. Aspettammo due minuti e poi scoppiammo a ridere. Ci guardammo negli occhi quasi lacrimanti e capii una cosa fondamentale.

Ero sicura che avrei voluto tanti di questi momenti con lui.

Ero sicura che avrei voluto Jace, nonostante quella stupida scommessa.

Non vi voglio rubare del tempo, ma questo capitolo è il mio regalo per voi, ragazze.

Tantissimi auguri a tutte le bellissime donne, a tutte le ragazze splendide e forti, a tutte le più esuberanti e anche a quelle timide, alle ragazze un po' deboli e fragili, che sono le guerriere più spietate. Auguri a voi, ragazze, future splendide donne

Tantissimi baci

Ila xX

Cademon's fell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora