"Caro James,
scusami se non ti ho calcolato per niente. Vedi,il fatto è che non riesco a togliermi dalla testa Jace. Mi ha proposto di stare insieme, come ho sempre voluto, come ho sempre sognato, ma qualcosa mi blocca. Ho deciso che accetterò la sua scommessa, perché non ho più niente da perdere, se non il mio orgoglio, e forse sarebbe buono per me. È inutile nascondere l'evidente, porterà a discussioni a cui ora non voglio proprio pensare. D'altronde Shakespeare scrive 'Ama,ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente'. Non è forse vero? O forse meglio da interpretare? Io so nel profondo che sono attrata da quell'arrogante ragazzo a cui mi sono affezionata, ma non lo ammetterò mai, sopratutto davanti ad egli stesso. L'amore porta in un altro mondo dove i sogni, le passioni e i desideri sono gli elementi che formano la tua anima. Perché, sì, non ci sarà più quel conflitto all'ultimo sangue tra testa e cuore. Ci saranno solo l'anima del tuo corpo e del soggetto che sceglierai di amare e che a sua volta sceglierà di amarti, formeranno un unico spirito. E non esiste che uno stia senza l'altro, saranno sempre legati da un filo invisibile che mano a mano cresce e si rafforza. E quindi, mio caro Shakespeare, non ti devo dare forse ragione? ".
Chiusi il diario delicatamente sul tavolo e mi accasciai contro lo schienale della sedia della cucina. Ero confusa, frustata e non sapevo cosa fare. Ormai dovevo rispettare la scommessa, non sarebbe stato corretto ritirarmi dopo aver promesso. Perché io ho sempre mantenuto le mie promesse.
Portai le gambe al petto bevendo un po' di camomilla dalla mia tazza verde. Mi ero convinta che quella sostanza era tranquillizzante. Ma non quanto le braccia di Jace, aggiunse la vocina della mia testa. Ogni cosa mi riportava a lui, come era possibile?
Mi rannicchiai dentro il cardigan di lana bianco dato che avevo solo una cannottiera. Decisi di alzarmi per riempire la tazza.
Le dita dei miei piedi nudi andarono a contatto con il pavimento gelato se non fosse stato per i pantaloni extra-large del pigiama, che mi coprivano quasi tutta la pianta del piede.
Accesi il fuoco, mescolando la tisana, per farla riscaldare bene.
Non mi preoccupavo che qualcuno potesse scendere a quell'ora: erano le cinque di mattina ed il sole stava per sorgere. Non ero riuscita a dormire; più mi giravo tra le coperte, più quella piccola briciola di sonno spariva.
Improvvisamente sentii il cellulare vibrare poggiato accanto ai fornelli. Lo presi e schiacciai sul tasto 'accetta'.
-Clary-. Affermò la voce dall'altra parte del telefono, una voce che conoscevo tanto da saperla riconoscere ovunque.
-Simon-. Imitai un po' confusa da quella chiamata così inaspettata.
-Stavo pensando che domani sarebbe un giorno perfetto per venire-. Ammise, e potei sentire che sul suo volto era spuntato un sorriso, come nel mio.
-Davvero? Vuoi dire che tra qualche ora ci rivedremo? -. Ridacchiai contenta perché finalmente l'avrei rivisto.
-Calcolando che questo momento è già domani, ti direi... apri la porta o rischio di svegliare tua mamma-. E Jace, aggiunsi mentalmente. Rimasi scioccata e a bocca aperta da quelle parole. Abbassai un po' il telefono fissando fuori dalla cucina. Mi avvicinai fino ad arrivare alla porta per poi aprirla lentamente. Simon era lì.
- Chiudi la bocca che entrano le mosche- . Mi derise Simon abbracciandomi. Rimasi per qualche secondo immobile, poi realizzai che il mio Simon era difronte a me, e l'abbracciai forte con ancora il telefono in mano.
-Simon-. Sussurrai sul suo collo. -Mi sei mancato-. Aggiusi staccandomi.
-Anche tu-. Disse guardandomi negli occhi. Lo feci entrare e gli chiesi se voleva qualcosa da bere.
- Un bicchiere d'acqua, per favore-. Ammise buttandosi sulla sedia. Si notava che era stanco. Gli occhiali gli erano un po' scesi alla fine del naso, e anche se non lo voleva dar a vedere, aveva delle lievi occhiaie. Mi sentii in colpa, se non fosse stato per me ora poteva essere nel meglio del sonno a casa sua.
-A che ora ti sei svegliato, Simon?-. Chiesi seduta su una gamba nella mia sedia, girando il liquido nella tazza.
- Non importa, Clary-. Affermò evitando il mio sguardo.
-Cosa succede?-. Chiesi in fine. Volevo sapere perché il mio Simon era cosi. Lui non si era mai comportato così con me.
-Niente, sono solo stanco-. Ammise massaggiandosi il ponte del naso. Quella risposta poteva anche essere in parte vera, ma non era tutta la verità. Un po' ero rimasta delusa. Io e Simon ci siamo detti sempre tutto. Forse non sarei la persona più indicata a parlare, perché da quando ho incontrato Jace le cose fra noi sono cambiate. Ed era anche colpa mia.
-Okay-. Fu l'unica cosa che potei dire. Mi alzai e uscii dalla cucina per andare di sopra.
-Dove vai?-. Chiese esasperato alzandosi lentamente.
-Vado a prenderti delle coperte-. Detto ciò, salii le scale affiancate al muro e, arrivata di sopra, aprii l'armadio nel corridoio prendendo due coperte. Scesi subito in salotto, poggiandole su un comò.
-Simon vieni qui-. Dissi alzando un po' la voce per far si che mi sentisse. Arrivò subito con una faccia confusa. Alzai gli occhi al cielo e gli indicai il divano.
-Aiutami ad aprirlo, così ti sistemo le coperte per dormire-. Alla fine fece tutto lui; aprì il divano-letto in un batter d'occhio. Se l'avessi fatto io a quest'ora mi sarei già arresa e avrei dormito per terra. Gli sistemai per bene le coperte e aprii la lampada bedge vicino al divano. Simon di conseguenza spense la luce grande della stanza.
-Dai,siamo stati bravi-. Ammise mettendo le mani ai fianchi. La luce fioca dava proprio l'effetto di tranquillità.
-Si-. Ammisi con un piccolo sorriso. Mi avvicinai e lo abbracciai, ancora contenta della sua presenza.
-Buonanotte-. Dissi staccandomi. Il sonno era finalmente tornato, così incominciai a salire le scale.
-Buonanotte-. Affermò Simon. E rivolgendogli un piccolo e stanco sorriso, finii di salire le scale. Arrivata in camera costatai che in quel momento avevo ciò di cui avevo bisogno . Mi rannicchiai sotto le coperte sentendomi protetta.
Scusate tantissimo, ci ho messo troppo a partorire sto benedetto capitolo, lo so. Compare di nuovo Simon, anche se forse vi aspettavate Jace e la sfida ahahah Comunque, spero vi piaccia, perché a me proprio per niente. Ditemi che pensate bellissime, aspetto un vostro commento! c:
BaciIla xx
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Cademon's fell.
Novela Juvenil-Non puoi andartene-. Disse esasperato. -Ah no? Beh, vuoi vedere invece come me ne vado?-.La rabbia incominciò ad uscir fuori e,perforandolo con lo sguardo, mi lasciò il polso. -Clary...-. -Tu non capisci. io non...-. Sbuffai. Perchè mi riusciva cos...