Capitolo 22.

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-Okay,basta-. Dissi col fiato corto. Mi appoggiai al muro asciugandomi con una mano la fronte dal sudore. Era da giorni che ci allenavamo tre ore la mattina e altrettante nel pomeriggio.

Simon se n'era andato quasi subito, scoraggiato dal fatto che Jace mi portava sempre via molto tempo e affermando che non avessi più tempo per lui.

Effettivamente non aveva tutti i torti.

Mi aveva promesso che sarebbe tornato dopo Natale perché la ragazza con cui si sentiva momentaneamente gli aveva chiesto di uscire insieme.

Non ero gelosa, non volevo solo che si dimenticasse di me e che lei gli portasse via tutto il tempo. D'altronde, non avevo fatto involontariamente la stessa cosa?

Jace, al contrario, sosteneva che la sua venuta non doveva cambiare i piani e quando glielo chiesi si arrabbiò .

-La sua venuta, non era prevista. Ti devi allenare Clary-. Affermò la seconda giornata in quell'enorme palestra.

-Pensavo solo l'avesti fatto apposta-. Ribattei prendendo la mia felpa posata sulla lunga panchina di legno.

-Senti, se si fosse davvero curato della tua incolumità, non penso questo allenamento gli avrebbe causato problemi-. Disse, per poi andarsene nello spogliatoio per farsi probabilmente una doccia. Il discorso era chiuso.

Ora invece sembrava aver dimenticato la rabbia nei suoi confronti, aveva tenuto il broncio per giorni.

-va bene,ti do una tregua-. Disse prendendo l'asciugamano dalle spalliere per metterselo intorno al collo.

-Dieci minuti e si ricomincia, carina-. Da una settimana a questa parte non la smetteva di chiamarmi con quell"orrendo soprannome.

-Odio quando mi chiami così-. Affermai.

-Mh, siamo ancora a sette motivi, e la scadenza è quasi al termine-. Giá, i famosi 'motivi'. Diciamo che in questi giorni mi ero inventata di tutto. Gli avevo detto che odiavo più o meno qualsiasi cosa facesse durante l'allenamento,ed ero arrivata a sette.

-Scusa? Quale scadenza?-. Mi stava prendendo in giro? Avevamo detto solo venticinque motivi.

-Natale. A mezzanotte del 25 scade la scommessa-. Sbarrai gli occhi facendo cadere le braccia lungo i fianchi.

-Cosa?! Non abbiamo stabilito nulla del genere -. Affermai gesticolando. Mancava solo una settimana a Natale! Se ne avevo trovati sette in otto giorni, come ne avrei potuti trovare diciotto in sei?!

-Infatti non l'abbiamo stabilito, l'ho stabilito-. Disse tranquillo come se da questo non dipendesse una scelta.

-Ti odio-.

-L'hai già detto-.

-Ti prenderei a schiaffi-. Dissi rossa dalla rabbia.

-Mi hanno detto di peggio-. Ribattè alzando le spalle. -Pausa finita. Si ricomincia-. Aggiunse posando la tovaglietta per poi posizionarsi al centro della palestra.

Lo seguii scocciata e furente. Due combinazioni esplosive.

-Sei pronta?-. Chiese guardandomi con una piccola scintilla negli occhi.

-No, ma hai fatto incazzare una ragazza-. Affermai per poi buttare la felpa verso i bordi della palestra.

-Sto morendo di paura-.Ridacchiò.

Mossa sbagliata.

Incominciammo a girare in torno ad un cerchio immaginario. Non molto vicino a me c'era una spada Angelica. Continuai a camminare in tondo cercando di non buttare troppo l'occhio su quell'arma. Quando fui abbastanza vicina cercai di agire più rapidamente possibile.

Allungai il piede e la feci rotolare in modo che si trovasse sopra le mie scarpe,dopodiché diedi una piccola spinta facendola finire dritta sul mio palmo disteso.

Ora io ero armata e lui no.

1-0 per Clary.

Un sorriso furbo si era formato sul mio viso. Feci passare la spada da una mano all'altra per poi affondare un colpo, ma Jace fece una capovolta in avanti trovandosi affianco un'altra spada. La prese e si alzò continuando a girare.

1-1.

Fu lui stavolta a cercare di colpirmi, ma parai più volte tenendo la spada con due mani nelle sue estremità. Io indietreggiavo e lui avanzava. Mi colpì la mano provocandomi dolore. Tra qualche minuto si sarebbe formato un livido. Ora si che ero incazzata.

Feci qualche passo in avanti e inchiodai la spada per terra tenendo l'estremità con le mani. Grazie a quella piccola corsa alzai i piedi per poi girare in aria staccando la spada da terra, atterrando di spalle a Jace. Girai velocemente e con una mano passai la spada davanti al suo collo per bloccarla poi con l'altra.

Strinsi un po' e il mio respiro era sul suo collo. Il mio ginocchio colpì il suo da dietro facendolo inginocchiare. Era bloccato.

- 3-2,Wayland. Ho vinto-. Gli sussurrai all'orecchio. Mi staccai indietreggiando con ancora la spada nella mano. Respiravo faticosamente. Si alzò anche lui affannato e mi guardò intensamente. Buttai la spada a terra e lui fece lo stesso.

-Come dicevi,scusa?-. Chiesi tra un respiro e l'altro.

-Come allenatore ti devo dire brava. Come Jace ti devo dire che mi hai fatto male-. Disse massaggiandosi il collo con un sorriso che spuntò anche nelle mie labbra.

Fu la più grande soddisfazione della mia vita.

Tornammo a casa mezzi morti per la stanchezza. Mia mamma era in cucina e prima che dicesse qualcosa le chiesi un bicchiere d'acqua.

-Cosa ti è successo,Jace?-. Chiese notando il collo rosso. Jace accennò un piccolo sorriso.

-Ho solo capito che non bisogna mai fare incazzare una ragazza -.

Cademon's fell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora