Capitolo 15.

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Non riuscivo a dormire. Sapere che degli strani esseri erano in questo paese. Erano vicino casa mia. Potevano fare del male a mia madre, anche... a Jace.

Mi sentivo male.

Mi alzai andando in bagno cercando di tenermi con le mani al lavandino. Mi veniva da vomitare.

Mi mancava l'aria. Mi mancava l'ossigeno. Caddi a terra cercando di tenermi vanamente dal lavandino.

Dovevo uscire, e in fretta.

Scesi le scale velocemente e misi il primo cappotto che vidi. Quando stavo per prendere le chiavi di casa notai un coltellino accanto ad esse.

Agii d'istinto e senza esitazione, uscii.

Il vento freddo mi sferzò il viso. Uscii di fretta dal vialetto arrivando nella strada principale. Arrivare al centro sembrava un'impresa, il tempo e la strada sempre dritta non finivano mai. Mi guadavo indietro, di lato, e scattavo ad ogni rumore. Il respiro non era regolare e ogni volta che i capelli liberi mi toccavano il viso li cacciavo subito.

Improvvisamente sentii qualcosa muoversi alla mia destra. Mi fermai subito girandomi verso quella direzione. Feci un giro su me stessa non avendo visto niente. Aumentai ancora di più il passo vedendo alla fine della strada le luci del centro. Un' altra ombra mi passò d'avanti facendomi arrestare il respiro.

- Ciao carina-. Una voce sussurrò al mio orecchio. La velocità con la quale si era avvicinato, si allontanò permettendomi di vederlo in viso.

Che dovevo fare? Jace non era con me, dovevo cavarmela da sola.

Umh, velocità sovraumana, corpo quasi trasparente.

Vampiro. Cazzo.

Perché doveva comparire ora? Mancava poco alle luci del centro.

- Vattene o io.. io grido-. Dissi senza la sicurezza che volevo mostrare. Una risata mi scatenò brividi per tutta la spina d'orsale.

-Davvero? Sei così simpatica, quasi quasi ci farei un pensierino-. Affermò ritrovandolo a un palmo dal mio viso. Mi accarezzò il mento.

-Forse non sai che con una semplice mossa posso spezzarti il collo-. Mi intimò avvicinando i miei fianchi ai suoi. Istintivamente portai le mani avanti toccanto il suo petto freddo. Era di una bellezza disarmante, occhi di un verde profondo e capelli biodo platino. Non dovevo sopraffarmi. E poi, Jace é più bello.

-Lasciami-. Affermai più decisa di quanto pensassi.

-Davvero pensi che lo faccia?-. L' istinto mi portò a far scendere il coltello dalla manica velocemente fino a conficcarglielo nel petto. Cadde a terra tenendosi la mano sul petto.

-Direi-. Affermai. Oh no, sarcasmo mentre stavo per uccidere una person... vampiro. Mi sto trasformando in Jace.

-Preparati a morire,carina-. Disse senza più ridere per poi togliersi il coltello dal petto. Come caa.. volo aveva fatto? Perché non era morto?

Mi ero preparata. Se dovevo morire volevo farlo in piedi, chiusi solamente gli occhi. Sentii la velocità di quell' essere far volare i miei capelli all'indietro.

Stava per arrivare,questioni di centesimi di sencondi. Dovevo fare ancora tante cose. Tipo capire cosa provavo per Jace... oh ma chi volevo imbrogliare. Mi piaceva, e tanto.

Capii che una figura era di fronte a me quando attraverso le palpebre vidi che la visuale si era rabbuiata.

-Magari in un universo parallelo-. Rispose una voce non sconosciuta difronte a me,seguita da un urlo.

-Non aprire gli occhi -. Sussurrò quella voce così familiare. Semplicemente obbedii.

-Clary-. Mi chiamò dopo che l'aria si riempii di silenzio. Scuotei la testa in segno di protesta.

-Clary sono io-. Era davvero lui?

-È tutto finito-. Disse ancora. Lo abbracciai aprendo gli occhi e vedendo per terra solanto il mio e un puguale di legno. Ormai la scarica di adrenalina era passata e quando mi staccai con imbarazzo le mie gambe stavo per cedere,se non fosse stato per lui che mi prese al volo dai fianchi. Non sapevo mi facessero male fino a quel momento.

-Ooh, qui abbiamo perso le energie-. Non era una risposta comica,piuttosto preoccupata.

-Ho quasi ucciso un vampiro- . Dissi un po' titubante. Mi fissò in risposta, aspettando cosa avessi da chiedere.

-E senza aver saputo come-. Annuì in risposta.

-Penso che dovremmo incominciare l'allenamento. Dobbiamo comunicarlo a Jace. Ma non è momento di parlarne-. Affermò. Se pensava che avrei rupetuto quest'esperienza più di una volta al giorno, si sbagliava di grosso.

-Perché sei uscita?-. Chiese di punto in bianco per la via di casa.

-Ero preoccupata-. E stavo per vomitare e cadere a terra. Mi mancava l'ossigeno e così ho fatto un giretto.

-Per cosa?-. Proprio ora doveva incominciare ad interessarsi? Non che mi dispiacesse, ma era un po'imbarazzante da dire. Insomma, l'ultima volta che l'avevo visto era stato alquanto imbarazzante.

-Sai, la storia del vampiro...per mia mamma-. Dissi convinta delle mie parole.

-E per Jace-. Aggiunsi. Si fermò di colpo cercando il mio sguardo e feci lo stesso. Cercava qualcosa nei miei occhi, qualcosa che non capiva. Lo vidi incamminarsi con le mani nel tasche dei jeans neri e la testa in giù, senza curarsi che lo seguissi o meno. La maglietta nera a maniche corte non era il massimo a Dicembre, ma gli fasciava i muscoli della schiena in modo che si vedessero muovere insieme alle larghe spalle.

Rimasi lì, a pensare per quale motivo proprio lui si trovava al momento giusto nel posto giusto, perchè mi aveva rivolto la parola senza nessun problema, perchè si era fatto abbracciare.

Perchè proprio Alec era venuto, colui che mi reputa una "pappamolla"?

Cademon's fell.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora