Alzo gli occhi al cielo.
Il trono è nero, la pietra fredda.
Il calore delle stelle non arriva fin qui.
Attraverso la maschera riesco però a percepirlo.
Questa volta è diverso.
La luce delle stelle arriva, ad illuminare un mondo buio.
È la prima volta da eoni che succede.
"Perdonate l'attesa, mio signore, sono finalmente giunto al suo cospetto" dice una voce metallica, coperta dell'armatura bianca che avvolge la sua figura.
I suoi passi echeggiano sulla superficie marmorea della sala, per poi fermarsi all'altezza degli scalini sui quali mi trovo in cima.
Dopodiché si inchina.
"Ormai anche il secondo sigillo dovrebbe essere stato rimosso" continua l'uomo in armatura bianca "il mio compagno dovrebbe essere già in viaggio"
Il mio sguardo incontra il suo.
"Una buona notizia" rispondo "non manca molto al momento in cui dovrete passare all'azione"
Il cavaliere abbassa la testa con un ultimo segno di rispetto, per poi alzarsi e voltarsi, iniziando a camminare, allontanandosi dal trono nero.
"Si... manca poco" dico tra me e me.
Il mio sorriso non si vede attraverso la maschera.
Ma si può percepirlo.
"Da quando Kori cammina?"
Al nostro risveglio, all'esterno del tempio, abbiamo trovato il nostro piccolo amico intento ad osservare le motoslitte. Credo abbia preso in parola quanto detto prima da Yuuta. E come se questa situazione non fosse strana già di per se, non si è ancora capito COME faccia a muoversi essendo, almeno in teoria, il tempo fermo.
Sono solo ipotesi, ma se davvero anche gli altri esseri viventi avessero ripreso a muoversi come Kori, le uniche cose ancora ferme rimarrebbero il tempo vero e proprio ed i soli esseri umani.
Perfetto, d'ora in poi dovremo anche guardarci da belve feroci e simili. Penso che gli insetti fossero più che sufficienti, Messiah.
Grazie, davvero.
"Hai fame, Kori?" chiede Aiko, dopo aver preso in braccio il pinguino ed avergli avvicinato al becco del cibo in scatola, direttamente dalle sue personali provviste.
Se gli altri sono preoccupati come me non lo danno a vedere.
O, forse, avendo affrontato ormai numerose situazioni pericolose, non ci danno così tanto peso.
Credo mi stia facendo troppe paranoie.
Alla fine è un ostacolo in più, nulla tale da impedirci di continuare il viaggio.
E, a proposito, quale sarà la nostra prossima meta?
Questa volta Messiah non si è scomodato con le sue solite spiegazioni. Penso creda che siamo capaci di intendere certe cose anche senza bisogno di un agente esterno. E non ha tutti i torti, ma avere una conferma riguardo le nostre teorie aiuterebbe non poco.
È vero che siamo abituati ad arrangiarci, dopo tutto questo tempo a combattere insetti con il poco che abbiamo, ma un aiuto è sempre ben'accetto. Un aiuto come quello inaspettato di Kori.
"Quindi, fatemi capire bene" dice Hayate, con uno sguardo confuso, tenendo gli occhi sbarrati "dovremo arrivare in Sud America attaccati a dei pinguini?"
Ci è servita poco più di una settimana per raggiungere la costa settentrionale dell'Antartide, in direzione Sud America, il continente più logico da setacciare in seguito a questa landa congelata, essendo il più vicino.
Secondo la cartina di Ayumu lo stretto di Drake, che separa Capo Horn dall'estremità Antartidea più vicina ad esso, si estende per una lunghezza di circa 645 chilometri.
Come la scorsa volta, non volendo utilizzare barche, ci siamo ritrovati a pensare al metodo più efficace di traversata. La soluzione ci è giunta quando Kori, seguito da alcuni suoi simili incontrati sul posto, ha cercato di farci capire la loro intenzione di darci un passaggio, sul loro dorso.
È vero che i pinguini sono abilissimi nuotatori, in grado anche di stare oltre mezz'ora in apnea, secondo Ayumu, ma non credo sia facile fare da traghetto ad un gruppo di ragazzi, soprattutto per una distanza così considerevole.
Nonostante ciò Kori sembra non demordere e, ad ogni nostro segno di disinteressamento alla sua idea, inizia a saltellare, agitando le pinne e parandosi tra noi, per attirare l'attenzione.
Credo si sia affezionato. Dopotutto abbiamo salvato la sua vita, curando le sue ferite e portandolo con noi. Deve essere naturale per lui tentare di ricambiare, a modo suo.
Ad ogni modo mi sto stupendo dell'intelligenza che sta dimostrando. L'arroganza degli umani talvolta impedisce loro di GUARDARE ciò che gli sta intorno. Perché c'è una grossa differenza tra vedere e guardare. Spesso gli uomini prediligono la prima, fermandosi alle apparenze, in tutti i campi. È così che un grosso problema come il riscaldamento globale diventa un nonnulla in confronto alle "preoccupazioni" della vita quotidiana, una persona esclusa, per via del suo carattere, senza cercare una causa per lo stesso, oppure un libro perfetto una schifezza, se ci si sofferma alla sola copertina...
Ogni individuo della nostra specie si crede al centro di tutto, ma questo viaggio mi sta aprendo gli occhi; forse gli esseri umani lo hanno dimenticato nel tempo o, forse, non vogliono capirlo: c'è un mondo là fuori, pieno di meraviglie, di pericoli, di esperienze, di opportunità. E noi non siamo altro che parte di qualcosa, non è quel qualcosa a far parte del "nostro" mondo.
Avremmo dovuto coglierlo quando eravamo ancora in tempo.
Alla fine non abbiamo trovato alternative al piano di Kori. Spero solo che funzioni.
"Tutto pronto?" chiede Yuuta, rivolto a tutti.
"Tutto pronto" rispondo io, gettandomi in acqua con lo zaino in spalla e reggendomi al dorso di un pinguino piuttosto grosso.
Mi sale un brivido lungo la schiena.
Mi volto solo un secondo, ripensando agli avvenimenti dell'ultimo tempio.
Alla cupola, alla regina.
All'oggetto metallico.
Al gigante.
Volgo lo sguardo avanti, poi inizio a parlare "Beh, dopo aver cavalcato un pinguino non potrò di certo dire di essermi annoiato quest'anno"
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Overtime Journey
Fantasy~È IN CORSO UNA REVISIONE DAL PROLOGO FINO ALL'ULTIMO CAPITOLO USCITO, AL TERMINE DELLA QUALE LA STORIA ANDRÀ AVANTI~ Il mondo non esiste più. Poche persone potevano prevederlo, ma nessuno ha fatto niente. L'unica speranza per gli esseri umani è con...