Capitolo 6: Singolarità

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"Ahh, quanto mi mancava del cibo non inscatolato" sospiro tra me e me, assaporando col palato quel prodigio che è il ramen giapponese

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"Ahh, quanto mi mancava del cibo non inscatolato" sospiro tra me e me, assaporando col palato quel prodigio che è il ramen giapponese.

Mi chiamo Yuuta.

E oggi, finalmente, sono tornato in Giappone.

Sono stato via parecchio ultimamente; questa volta il comandante ha inviato la mia squadra in Kenya, a fare pulizia di bande locali. Non mi è mai piaciuto questo lavoro, ma qualcuno dovrà pur sporcarsi le mani per il bene degli altri. O, almeno, questo è quello che pensava mio padre quando mi ha costretto ad arruolarmi.

So che a molti piacerebbe viaggiare quanto me ma io, al contrario, quando torno a casa, sono veramente felice.

Niente più stress.

Niente più fame.

Niente più sangue.

Perché è bello rilassarsi ogni tanto, non vi pare?

Comincio a pensare che quei ragazzi dicessero la verità

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Comincio a pensare che quei ragazzi dicessero la verità.

Ho una sensazione sempre più intensa di deja vù, ma non è l'unica cosa a preoccuparmi.

Rosso.

Hayate è circondato di rosso.

"Che ti prende, Takeshi? Dobbiamo fare in fretta se vogliamo dare una lezione a Masaru"

"Niente, scusa, ora vengo" rispondo.

Raccolgo la mia mazza da terra e mi alzo in piedi.

Poi, inizio a camminare.

È il loop seguente all'incontro con Ayumu e, non avendo particolari tracce da seguire, abbiamo deciso di rilassarci con una passeggiata in centro città

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È il loop seguente all'incontro con Ayumu e, non avendo particolari tracce da seguire, abbiamo deciso di rilassarci con una passeggiata in centro città.

"Vi va di prendere un gelato?" chiede Aiko.

Scarto una persona che, telefonando, non guardava avanti. Poi rispondo "Io passo, ma mi mangerei volentieri una crepes"

"Allora dirigiamoci verso casa mia. Lì vicino c'è un bar che fa delle crepes fantastiche!" propone Ayumu.

L'idea sembra piacere a tutti. Decidiamo quindi di attraversare la piazza, per poi dirigerci verso il luogo citato da Ayumu.

Spoiler: non lo faremo mai.

A un tratto scorgo una figura familiare in lontananza: "È la sorella di Hayate!" dico, indicando al di là della folla. È la prima volta che la vedo chiaramente, non essendo steso a terra e tantomeno nascosto dietro un bidone dell'immondizia. Per fisionomia è piuttosto simile ad Aiko, anche se di poco più alta. I capelli invece sono di un marrone più scuro, raccolti in una lunga treccia che lascia fuori solamente due ciuffi laterali, i quali contornano il viso. Indossa una felpa verde, lo stesso colore della sua aura.

Il ragazzo che le cammina a fianco ne indossa una rossa.

Rossa come i suoi capelli.

Rossa come la sua di aura

"Non ci credo, anche Hayate è un looper?!" esclama Miku, incredula.

"Chi sono?" chiede Ayumu.

"Ricordi quelle persone di cui ti ho parlato? Quelle che mi hanno pestato poco prima di conoscerti? Beh, ecco, sono loro" rispondo.

"Non importa, dobbiamo comunque cercare di convincerli a unirsi a noi" mi ricorda Aiko.

I due non sembrano averci notato, ma si stanno avvicinando.

Decido di fare la cosa più stupida possibile.

"Hey, Hayate!" saluto, con un cenno della mano sinistra.

"E tu chi saresti?" chiede quello, aggressivamente.

"Mi chiamo Akira, non credo tu ti ricordi di me"

Tento di spiegare la situazione, per l'ennesima volta. E per l'ennesima volta il tentativo fallisce.

"Che cavolate ti stai inventando?!"

Prima che possa dire altro, la sorella gli si avvicina.

"So che sembra strano, fratello, ma credo dica la verità..." cerca di intromettersi la ragazza.

"Tu stanne fuori, Takeshi" le risponde Hayate, spingendola di lato e alzando la voce.

"Sul serio?" chiedo "Hai il coraggio di spingere tua sorella? E poi perché la chiami Takeshi? È una ragazza!"

"Non sono affari tuoi" ribatte, sempre più innervosito "la chiamo così perché è il suo nome, non ti serve sapere altro; e vedi di toglierti dai piedi ora"

"Cercate di calmarvi voi due!" sento dire da un ragazzo, che si sta avvicinando a noi. Ne noto subito i capelli, di un biondo parecchio tenue, e gli occhi azzurri, altrettanto chiari. È molto muscoloso ma, oltre a questo, c'è qualcos'altro che risalta della sua figura.

Bianco.

Non faccio in tempo a dire niente.

Un membro della banda di Hayate, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si scaglia contro il nuovo arrivato, coltello alla mano; quello lo disarma abilmente e gli assesta una ginocchiata dritta nello stomaco.

A quel punto inizia una rissa, sotto gli occhi sconvolti dei passanti, che coinvolge tutti al di fuori di Ayumu e Miku che, spaventati, cercano di rimanere in disparte.

Io, ovviamente, mi avvento su Hayate.

Durante lo scontro la mazza gli è volata via; comincia quindi una battaglia corpo a corpo.

Parte lui, tentando di colpirmi con un montante, ma io allontano appena in tempo la testa all'indietro. Sfruttando la spinta verso il basso mi capovolgo, allontanandomi dal mio avversario; a quel punto passo al contrattacco, con un pugno diretto allo stomaco di Hayate che, però, scarta di lato, buttandomi a terra con una gomitata sulla schiena. Mi tira un calcio e rotolo per qualche metro. Cerco di rialzarmi, mettendomi in ginocchio.

In quell'istante sento una voce. "Attento, Akira!" urla Aiko.

Chiudo gli occhi, non appena vedo un pugno dirigersi verso la mia faccia.

Poi non sento più nulla.

Ma la causa non è il pugno, che non mi ha nemmeno colpito.

Riapro gli occhi e ne comprendo il vero motivo.

Intorno a me è tutto grigio.

Ma, soprattutto, non si muove niente.

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