Capitolo 4: Guerra tra Bande

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Sono ormai passati sei loop da quando abbiamo conosciuto la ragazza circondata di rosa.

Dopo aver visto lei stessa la fine del mondo, non è stato difficile convincerla a unirsi a noi.

Al contrario, inizialmente è stata dura andare d'accordo col suo carattere: diciamo solo che la modestia non è il suo forte e dubito che la vita da idol l'aiuti a migliorare, sotto questo punto di vista.

"Kiku non è il mio vero nome: mi è stato dato unicamente per rappresentare il Giappone; per voi sono Miku, mi sentirei a disagio a essere chiamata dai miei amici con un nome non mio"

È da discorsi come questo che traspare la vera lei: non credo infatti sia colpa sua, se a volte è un po' altezzosa. Come dice un vecchio detto 'non si giudica un libro dalla copertina'; perché, in fondo, tutti abbiamo dei difetti.

Il suo nome d'arte poi è azzeccatissimo: con i suoi lunghi capelli castani, dalle sfumature bionde, gli occhi azzurri e il fisico slanciato, è proprio bella come un fiore.



Anche con l'aiuto di Miku non stiamo facendo molti progressi. L'unica eccezione è abituarsi alla fine del mondo, se si può parlarne come fosse un passo in avanti.

In effetti non sappiamo precisamente come proseguire, dato che è da parecchio che non troviamo altri come noi: abbiamo provato a cercare persone dotate di risonanza guardando un po' a caso in vari social network, ma alla fine ci siamo rassegnati a riprendere la ricerca in strada, cosa che io eviterei volentieri; nonostante ciò non ha senso lamentarsi, è giusto che ognuno faccia la sua parte.

"Trovato niente in centro?" chiedo per telefono ad Aiko.

"Al momento no, è come cercare un ago in un pagliaio"

In questo preciso istante, Aiko sta setacciando il centro città, mentre Miku la zona industriale; io, invece, mi sto dirigendo verso i quartieri residenziali, lungo la periferia. Non mi piacciono quei posti: sono pieni di vicoli bui e non sai mai cosa ti possa capitare. Però, se qualcuno deve imbattersi in uno Yakuza, è meglio che sia io rispetto alle ragazze. O almeno lo pensavo fino a qualche minuto fa. Ma, ora che ci ho ragionato su, non sarebbe meglio stare insieme? L'unione fa la forza, no?

"Se non hai piste da seguire allora puoi raggiungermi: mi trovo davanti alla casa grigia con una macchia enorme sulla parete, quella vicino al parco; avvisa anche Miku, ciao!" e riattacco prima di sentire una risposta. Sarebbero venute comunque, ma sono un po' nervoso al momento.

Mi siedo su un muretto, usando la ringhiera sovrastante come schienale. Mentre aspetto, mi metto a pensare a qualcosa di divertente per passare il tempo, come spesso mi capita di fare quando vado in cerca di looper. Mi viene subito in mente ciò che ci ha raccontato Miku, di cosa fa ogni mattina per raggiungerci, scappando da casa sua: "Il pelato arriva a casa mia per le 7 e 49, quindi ho deciso di sfruttare questo momento" ha iniziato "ogni giorno chiudo la porta della mia stanza dall'interno, per fare in modo che non possano aprirla; visto che la mia camera si trova al secondo piano non c'è rischio che mi scoprano guardando dalla finestra, però devo per forza uscire da lì. Aspetto quindi che arrivi proprio Mark, in macchina, e che entri in casa per prendermi. A quel punto salto sul tettuccio della sua auto e scappo di corsa" si è poi messa a ridere "la scorsa volta, per sbaglio, sono caduta sul parabrezza e mi ha quasi scoperta. Se non ci fosse il loop dovrebbe pagare una macchina nuova a questo punto"

Io, per fortuna, la mattina devo solamente saltare scuola e non serve specificare che lo faccia molto volentieri.



Dopo un po' le vedo che arrivano; non chiedono spiegazioni e camminiamo, addentrandoci nella zona più malfamata della città. Dei tipacci ci squadrano da ogni angolo, ma restano al loro posto. Cerco di sembrare il più calmo possibile.

A un certo punto, da una via esterna, sbucano due ragazzi. Il maschio si scontra contro di me e cadiamo a terra.

"Cosa ti è saltato in mente?" chiede quello, visibilmente irritato, rimettendosi in piedi. I capelli ribelli, rosso scuro, associati al suo sguardo, hanno un che di minaccioso. Gli orecchini che porta all'orecchio sinistro sono dello stesso colore degli occhi, un grigio che in questo momento pare nero.

"Scusami, non volevo..." rispondo, un po' scosso. È difficile non notare la mazza da baseball che si trascina dietro questo tizio.

"Per tua fortuna ho altre cose a cui pensare al momento; fammi un favore e sparisci dalla mia vista"

Dopodiché si volta, prima di andarsene.

"Scusatelo" dice la ragazza che lo accompagna, girandosi verso di noi e camminando lentamente all'indietro "si comporta sempre così quando è nervoso. Statemi bene!" conclude, sorridendo.

E va via pure lei.

Aiko si abbassa verso il punto in cui sono rimasto disteso "Stai bene, Akira? Ti sei fatto male?"

"No, grazie Aiko" rispondo.

Al momento sto benissimo.

Perché la ragazza gentile di poco fa era circondata di verde.



Passa poco tempo prima che incominci un vero e proprio pedinamento; potrebbero denunciarci liberamente di stalking e non avremmo argomenti coi quali difenderci.

I due teppisti non si fermano neanche un secondo e fatichiamo per rimanere al passo senza farci scoprire. Svoltiamo a destra, avanti per un po', poi a sinistra e così via: sembra un labirinto. Alla fine i ragazzi raggiungono uno spiazzo cieco alla fine di un vicolo; mi sembra di scorgere un bel po' di persone all'interno.

Mi nascondo dietro un bidone dell'immondizia, in attesa di scoprire il motivo della fretta dei due sconosciuti.

Pochi secondi e ci raggiunge Miku, che era rimasta indietro, correndo: "Non potete andare più piano? Cavolo, mi stavo perdendo!" quasi urla.

"Shh" la zittisco subito.

Miku scorge il piazzale pieno di gente e si nasconde in fretta dietro gli scalini di un edificio ridotto a un rudere. Per fortuna non sembra l'abbiano sentita.



"Chi si rivede, Hayate" dice un tipo, rivolgendosi al ragazzo di prima.

"Una bella faccia come la mia non si dimentica, vero Masaru?" risponde quindi Hayate, con tono beffardo.

"Vedo che ti sei portato dietro pure la sorellina... bene, così regolerò i conti anche con lei"

Passano i secondi; nessuno si muove, la tensione aumenta. Poi, l'attesa finalmente finisce.

Il primo a colpire è Masaru, il quale assesta un gancio sinistro contro Hayate che, però, si difende grazie alla mazza. Quest'ultimo si abbassa di scatto e la sorella lo scavalca, tirando un calcio dritto in faccia al nemico, che barcolla all'indietro. A quel punto altri ragazzi si uniscono allo scontro, chi dalla parte di Hayate, chi per Masaru.

La battaglia va avanti per un po'. La banda dei due fratelli è meno numerosa ma, a quanto pare, questo svantaggio non è abbastanza per farne uscire vincitori i loro nemici. L'ultimo colpo viene sferrato proprio da Hayate col calcio della mazza, contro Masaru che, a quel punto, cade a terra inerme e col naso sanguinante. Alla sconfitta del loro leader, i ragazzi rimasti ancora in piedi si disperdono, uscendo dal vicolo di corsa.

Miku non ha assistito alla mischia nemmeno per un secondo, preferendo distogliere lo sguardo; credo le dia fastidio il sangue. Anche io sono nervoso ma, se non faccio qualcosa, rischiamo di perdere di vista la sorella di Hayate.

Mi alzo in piedi, per poi avvicinarmi lentamente alla banda di delinquenti "Hey, bei colpi con quella mazza..." inizio, quasi con un fil di voce.

Ma non faccio in tempo a continuare.

Pochi attimi e mi ritrovo disteso al suolo, privo di sensi.

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