Leo era abituato ai bulli. Era un ragazzo, maschio, basso, e gay, quindi aveva avuto la sua buona dose di bullismo per tutti gli anni di scuola, e ogni giorno era stato felice di non essere in un liceo americano perché altrimenti sarebbe stato ancora più bullizzato come nei film pieni di cliché.
E bisognava dire che non era un gran maestro nell'affrontare i bulli, dato che il suo talento principale era scavarsi la fossa, ergo faceva sempre in modo, nel tentativo di salvarsi, di finire maggiormente bullizzato.
Certo, quando aveva conosciuto la sua migliore amica, Giada, al liceo, le cose avevano iniziato ad andare meglio, dato che quella ragazza era una forza della natura.
Al momento Giada non era con lui in quel mondo, anzi, probabilmente lo credeva morto investito da un camion.
...forse era davvero morto investito da un camion.
Le dinamiche di come Leo fosse arrivato in quel mondo erano ancora misteriose, ma il punto era che era bullizzato, e dopo aver ottenuto il favore del re e soprattutto della regina, il bullismo era aumentato esponenzialmente.
Non solo adesso non aveva un materasso, né un cuscino, né le coperte, ma si era trovato un serpente, vivo, nel letto, i suoi vestiti erano stati lanciati in cima a numerosi alberi, e durante la notte veniva sempre, costantemente, svegliato da tonfi, o sibili (quel serpente l'aveva traumatizzato) e altre cose fastidiose.
Quindi, quando quella mattina, tre giorni dopo aver confermato il suo impiego a tempo indeterminato, i biscotti si erano vagamente, appena appena, bruciacchiatini... Leo era estremamente giustificato, diciamolo!
Erano comunque buoni, solo che era troppo stanco, si era appisolato un minuto di troppo, e non li aveva tolti in tempo dal forno.
Mildred l'aveva guardato malissimo.
Ma non aveva avuto il tempo di rifarli, quindi aveva preso i migliori e li aveva portati nella sala da pranzo, dove la regina e la principessa si erano concesse una colazione madre-figlia per parlare del viaggio della regina e iniziare ad organizzare la festa di compleanno della principessa.
Leo ricordava vagamente quell'evento, nel libro, perché prima del ballo, circa due settimane prima, iniziava il libro, con la protagonista che partecipava alle selezioni per scegliere delle nuove cuoche qualificate che aiutassero nei preparativi.
Chissà se sarebbe successo anche lì, ora che c'era Leo. Il ragazzo sperava di non mettersi in mezzo tra il principe e il suo vero amore.
...o forse chissà, lo sperava.
Nah, non era uno sfasciafamiglie, anche se la famiglia non si era ancora formata.
Geez, Leo, resta etero per cinque secondi! Il principe non è neanche così gentile con te. Anche se è figo.
E, almeno tra gli uomini, era uno dei pochi che lo trattava con un minimo di rispetto.
Leo era troppo stanco per pensare.
-Cuoco- venne chiamato dalla regina, svegliandosi dal torpore nel quale era sprofondato mentre aspettava che le due donne finissero di mangiare.
-Sì, mia regina, posso aiutarla?- Leo fece un inchino molto impacciato e si avvicinò. Non aveva ancora imparato a inchinarsi come si deve, era davvero pessimo.
-Riporti i biscotti in cucina- la regina gli fece un cenno verso il piatto di biscotti che non erano stati praticamente toccati, tranne uno che la principessa stava mangiando con gusto.
-Perché mamma?- chiese infatti Opal, confusa, avvicinando il biscotto a metà al petto.
-Perché mi aspettavo di meglio. Non sono un piatto all'altezza- la voce della regina era impassibile, ma il suo sguardo era freddo e Leo capì chiaramente che fosse estremamente delusa dall'operato di Leo.
STAI LEGGENDO
Rainbow Cookies
RomansaLeonardo non è mai stato un tipo molto ambizioso. Certo, ha i suoi sogni e le sue speranze e le sue passioni, ma di certo non ha mai pensato che un giorno sarebbe finito in un universo parallelo a lottare per salvarsi la vita in mezzo a principi, ca...