16

2.5K 108 3
                                    

Pearl

Guardo gli occhi azzurri di Leonardo di Caprio, paragonandoli ai miei di un azzurro più intenso mischiato al blu. «Se lui non fosse morto avrebbero potuto fare una bella saga», sospira sconsolata Lotty, mangiando i pop corn. Alzo un sopracciglio, guardandola con aria mistica. Il Titanic versione serie Netflix non riesco ad immaginarlo. Mangio i pop corn anche io, per poi bere un sorso di coca cola dalla lattina. Quando finisce il film ci alziamo dal suo letto e io mi guardo intorno per la sua cameretta rosa; c'è una televisione al plasma con il mobile bianco, due mobiletti accanto al letto dello stesso colore, una scrivania con dei libri da leggere e in più ci sono la cabina armadio e un bagno. «Ordino le pizze, come la vuoi tu?» Mi domanda, cercando su internet una pizzeria italiana nelle vicinanze. «Margherita, credo si dica così», provo a ricordare il nome del gusto. «La pronunci meglio di me, poco ma sicuro», afferma. «So quel nome solo perché quando vivevo in Polonia c'era una pizzeria italiana vicino al centro della città, e i gusti erano buonissimi, solo che i nomi erano difficili da pronunciare», ricordo con nostalgia. "Giovanni Bellanzoni", era questo il nome del pizzaiolo italiano, nonché proprietario del locale. «Anche questo pizzaiolo proviene dall'Italia, solo che non so pronunciare il suo nome», arrossisce. Mi avvicino per leggere il nome del pizzaiolo sul sito.

«Patrizio... Pepe», pronuncio, sorridendo per il nome strambo. Lasciamo perdere le pronunce e lei poi guarda il menù per scegliere una di quelle. «Potresti avvertire i ragazzi, e chiedere loro che gusti vogliono?» Mi domanda, e io annuisco. Esco dalla camera, compiendo qualche metro fin quando non busso alla porta dei tre moschettieri. Quando ricevo un "avanti" entro e li guardo uno ad uno. Sven e Luis stanno giocando alla playstation, mentre Lionel sta guardando qualcosa al cellulare. «Lotty mi ha mandata per chiedervi i gusti delle pizze che preferite», parlo, non attirando l'attenzione neanche di una mosca. 

Ma sono sordi o cosa? «Sono nuda», la tento così, beccando lo sguardo di Lionel. Ah, ma allora sente. «Pensavi seriamente che lo fossi? Piccolo pervertito» Lo derido, mentre i ragazzi si voltano verso di me. «Non ti guarderei neanche se fossi l'unica donna su questo pianeta», sputa fuori incattivito. Le sue parole lo tradiscono, anche perché poco fa si era voltato immediatamente per vedermi. «Si, io ne dubiterei», sogghigna Luis, piacendomi d'improvviso. Il ragazzo sta prendendo le mie difese, mi piace. 

Potrei adottarlo. Sorrido al mio piccolo difensore, avvicinandomi a lui. Mi siedo al suo fianco, guardandolo con compiacimento. «Io e te andremo d'accordo, sappilo», metto una mano sulla sua spalla, sentendo uno sguardo infuocato addosso. Alzo gli occhi, decidendo di ignorare il biondino che al momento sembra scocciato dalla mia presenza. Ora voglio provare a fare un gioco... vediamo se cade nel mio tranello. «Comunque, come la volete la pizza?» Domando per l'ennesima volta. «Una piccante la voglio io», alza la mano Sven. «Io la voglio con la salsiccia e peperoni», dice Luis.

Mi alzo dal mio posto per andare a riferire queste ordinazioni a Lotty, sentendo Lionel richiamarmi. Sogghigno, dato che sono voltata. «Ti sei dimenticata che ci sono pure io? Ora sei anche cieca?» Commenta infervorato. Mi volto per guardarlo con nonchalance, facendo spallucce. «Scusami, mi sono dimenticata di te; che gusto vuoi?» Domando, più calma delle acque di un lago. Ammorbidisce i lineamenti, dicendomi che vuole una piccante pure lui. Annuisco, richiudendo la porta sotto il suo sguardo sospettoso. Qualche minuto dopo siamo in cucina ad apparecchiare la tavola per mangiare. «Non hai le cameriere che fanno questo?» Indico il tavolo imbandito con i piatti e le posate. Annuisce, spostandosi una ciocca bionda dietro l'orecchio. 

Anche oggi è dannatamente carina con quel suo vestitino bianco e i capelli mossi. «Si, ma mia madre ci ha detto che le cose principali dobbiamo saperle fare da soli, non possiamo contare sempre sull'aiuto delle badanti». Be', questa mi è nuova. Teodora viene pagata per cucinare, lavare e pulire e... io e le mie sorelle non l'abbiamo mai aiutata in nessuno di questi campi. Mi sento leggermente stronza al momento, e questo non mi capita spesso. Deglutisco, ritornando al presente per posare le forchette accanto al piatto. «Pure tu sai apparecchiare», mi risveglia, facendomi strabuzzare gli occhi. «Si... ehm... l'ho visto fare alla mia badante un milione di volte, quindi ho imparato senza mai mettere in pratica», sospiro. Finiamo di apparecchiare, sentendo i passi dei ragazzi sulle scale. Ma i loro genitori dove sono? Non ho visto nessuno io, neanche i maggiordomi.

«I tuoi non vengono per cena?» Le chiedo, sentendo i ragazzi parlare nel corridoio. «Sono in viaggio al momento, dovrebbero tornare dopodomani». Annuisco, vedendola posare i fazzoletti in un mobiletto. Qualcuno suona al campanello e Lotty grida a suo fratello di andare ad aprire. Mi lecco il labbro inferiore leggermente secco, per poi appuntarmi di mettere del burro cacao. «Avete la birra? Non mangio pizza senza quella io», entra Sven in cucina, guardando prima Lotty e poi il frigo. «Luis, sai che mi ricordi molto una persona», dico sovrappensiero, ricordandomi del mio collega Peter. Prende una lattina dal frigo insieme al suo amico, voltandosi poi verso di me con aria corrucciata. «C'è un ragazzo di nome Peter nel bar dove lavoro io, il locale si chiama "Nigerian caffè"». Sorride, annuendo impercettibilmente con la testa. «Si, è mio fratello più piccolo quello». 

Ah, ma guarda quanto è piccolo il mondo. Sembra fiero quando parla della sua fotocopia minorenne; non credo siano gemelli, ma si assomigliano molto. Ben presto arriva Lionel con le pizze in mano, poggiandole sul centro del tavolo. Tutto questo è strano...sono ricchi, ma sembrano far parte di un mondo completamente diverso dal mio e da quello delle mie sorelle. Mi siedo accanto a Lotty, ignorando le occhiatacce inutili di Lionel. «E quindi lavori con mio fratello, com'è? Si comporta bene?» Mi chiede Luis, mentre io annuisco e taglio un pezzo di pizza. «Si, è un bravo ragazzo; ha gli occhi buoni», mi lascio sfuggire. «Che diavolo vuol dire che ha gli occhi buoni?» Gracchia Sven, guardandomi stranito. A questi ragazzi devo insegnare tutto io mi sa. Affilo lo sguardo, provando ad usare le giuste parole per fargli capire i miei pensieri.

«Capisci molto dallo sguardo delle persone, dai loro occhi e dalle loro espressioni. Per esempio, le persone quando guardano Lotty vedono una ragazza innocente, pura e dolce; quando guardano me vedono l'opposto», mi indico il viso. «Chissà perché...» Sussurra Lionel, sapendo benissimo che io l'ho sentito. Lo ignoro, stupendo un po' tutti. La sta facendo apposta a provocarmi, ma io non cadrò nel suo tranello stavolta. «Hai lo sguardo affilato, e poi... hai degli occhi che ammetto fanno un po' di paura», ridacchia Sven, stupendomi per la sua frase. «Ti metto timore?» Gli chiedo, interessata da una sua risposta. Mangia un trancio di pizza, guardandomi fisso. 

«Non sempre, qualche volta. Per esempio, quando ti eri incazzata con il nerd avevi uno sguardo indemoniato quasi». Be', in quel momento ero nervosa ovviamente. Non pensavo che i miei occhi potessero spaventare così tanto. «A me non fai paura», dice Lionel, interrompendo i nostri discorsi. Non lo guardo, sentendo un calcio sul mio polpaccio. Mi ha appena dato un calcio questo pezzente? Indurisco la mascella, masticando il trancio di pizza per poi lanciargli un'occhiataccia. Se mi rovina i tacchi, io gli rovino la faccia con le unghie. Guardo la sua espressione inviperita, sentendo il chiacchiericcio di Lotty e i ragazzi. «Hai cinque anni per caso?» Soffio per non farmi sentire. Assottiglia gli occhi, mandandomi saette con quelle pozze chiare. Mi sta chiaramente dicendo: "smettila di ignorarmi". Deve essere abituato ad avere attenzioni il ragazzo. Ad un tratto smette di provocarmi, finalmente. Mentre mangiamo però, noto uno strano tremolio nelle mani di Lionel. Ha qualche tic forse? Non ne ho idea, ma durante la serata lo vedo leggermente ansioso e... disturbato. 



Angolo autrice:

Pagina Instagram: Car_mine01

Il comportamento di Lionel non passa inosservato a Pearl

Ma d'altronde, quando mai le sfugge qualcosa?

Vi lascio con una delle sue tante citazioni inedite!

"Io non uso le mani ma gli artigli, e quando serve uso i tacchi!"

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora