37

2.1K 86 1
                                    


Pearl


Svolto l'angolo del retro, fermandomi di colpo non appena sento le urla isteriche di Sophie. Alzo gli occhi al cielo, rimpiangendo i vestiti che avrei potuto comprarmi mentre lei è in questo stato noioso. Sporgo il viso per guardarli, e la scena che mi si presenta d'avanti è questa: Lionel seduto sulla panchina con sguardo esasperato e lei che è alzata, di fronte a lui, con occhi infuocati. «Con me non sei mai voluto venire a fare compere, ma con lei si, ovviamente! Ti rendi conto?! Cos'è, stai mettendo quella polacca sul piedistallo?». Schiudo la bocca, scioccata dal modo in cui mi ha chiamata. Polacca? Ma siamo nel Medioevo? «Razza di battona», l'offendo, senza che lei mi possa sentire. Lionel fa finta di ascoltarla per un tempo indeterminato, e io mi domando come diavolo faccia a non mandarla all'inferno. Deve avere una pazienza che a me purtroppo manca. Ma poi, non dovrebbe essere all'università lei? Almeno ché non l'abbia saltata. Sophie si scosta i capelli castani dietro l'orecchio, prendendogli le mani per poi inginocchiarsi davanti a lui. 

Gli sta facendo una proposta? «Lionel, ti prego... non è tutto perduto, potremmo ritornare insieme. Stavamo benissimo noi due, e tu lo sai», prova a convincerlo, facendo i classici occhi da cerbiatto. Lionel si lecca il labbro inferiore con svogliatezza, staccando le sue mani dalle sue.

«Ne abbiamo giù parlato. Quante volte ancora dovremmo fare questa conversazione? Quanti "no" vuoi ricevere prima di arrenderti?» Le domanda, seriamente stanco di questa sua pressione. Il fatto che si sia persino inginocchiata per commuoverlo è davvero penoso. Lei scuote la testa, sedendosi sulle sue ginocchia questa volta. Faccio il segno della croce, sperando che non caschi nel suo piano diabolico. Io e lei dovremmo fare una chiacchierata a quattr'occhi se continua così, e me ne frego della questione: "non metterti in mezzo, Pearl". Sophie accarezza le sue guance, non accorgendosi però, di quanto lui sia in disappunto. «Smettila, ti stai rendendo ridicola», sibila impassibile, provando ad allontanare i suoi polsi. Inizia a piangere, e proprio come sospettavo, Lionel viene colpito dai sensi di colpa. «Sophie, tu non puoi aspettarmi all'infinito, capisci? Non torneremo insieme perché io non voglio. Siamo stati bene e ci siamo amati ma, non ho intenzione di ritornare con te, come non ho intenzione di fidanzarmi con nessun'altra», le spiega, provando a guardarla negli occhi. 

La giovane scuote la testa, asciugandosi le lacrime. «Non vedi che non sono più quello di prima?» Esordisce, provando a farla ragionare. «Ti ho già detto che ti avrei aspettato, cosa vuoi di più?» Singhiozza Sophie. Sospiro, poggiando la testa contro il muro mentre li ascolto. «Devi. Andare. Avanti.» Marca Lionel, e dopo qualche secondo aggiunge: «potrebbe farti bene», sussurra. Sento che sto invadendo la loro privacy, perciò decido di spostarmi e di ritornare all'entrata del centro commerciale. È notevole come lei provi ad appigliarsi ancora al passato, tuttavia, mentre lui prova ad andare avanti, lei cerca di trascinarlo indietro.

Ora che ci penso meglio, lui le ha detto che potrebbe farle bene andare avanti, ma cosa vuol dire? Che lui, forse, sta superando la "situazione"? Raggiungo i gradini del centro commerciale e lo aspetto guardando qualche post su Instagram. Sbuffo, bloccando l'ennesimo soggetto che commenta i miei post in maniera troppo diretta e perversa. Sento dei passi, perciò alzo la testa e me lo ritrovo d'avanti. «Allora, com'è andata?» Gli chiedo, alzandomi dallo scalino. Alza un sopracciglio, guardandomi con occhi ammonitori. «Lo sai, d'altronde mi stavi spiando», borbotta. Mi ha beccata, non posso dire niente. Alzo una mano, schiarendomi la voce. «Be', non ti stavo proprio spiando... stavo solo origliando», commento, incrociando le braccia al petto. Alza gli occhi al cielo, invitandomi a seguirlo fino al parcheggio. «Niente shopping per te?» Domanda, senza guardarmi in volto.

 «No, non c'è gusto se tu non ci sei per controllare quanto spendo», dichiaro, seguendolo come un cagnolino. «Ma certo, vorresti che io ti supplichi di non comprare troppi vestiti e di non prosciugare la mia paga, mi sembra ovvio», mi snobba, raschiando una risatina finta. Lo guardo con aria corrucciata, pensando che forse ha ragione. Durante il viaggio di ritorno sto in silenzio, e aspetto che lui mi dica qualcosa. Accende la radio, facendomi capire che non ha alcuna voglia di comunicare con la sottoscritta. «Dunque, alla fine com'è finita?» Esordisco, guardandomi le unghie curate. «Lo sapevo che mi avresti posto questa domanda, era scontato», scuote la testa. Sogghigno, guardando il suo profilo liscio e ben delineato.

«Le ho detto di rifarsi una vita senza di me, diandare avanti perché non sono più il ragazzo che ha conosciuto, e che almomento, non ho alcuna intenzione di perdere tempo con un'altra ragazza: vogliostare solo», specifica, guardandomi di sottecchi. Annuisco, guardando la stradafuori dal finestrino. «E tu, stai bene? Insomma, era pur sempre la tua ex, unaparte di te, no?» Rimugino. Lo guardo, e per un attimo, un solo attimo, riescoa vedere una luce spegnersi in lui. «Si, era una parte di me... solo che nonriesco ancora a capire se sia stata quella buona o quella brutta», sospira.Lotty mi aveva spiegato che era per colpa di Sophie se era caduto in quelbrutto girone della droga; lei conosceva della gente poco raccomandabile e,alla fine, si sono visti i risultati. Resto in silenzio, sentendo un vuoto allostomaco. Dopo qualche minuto lo guardo attentamente, puntando gli occhi suisuoi capelli biondicci. «Lionel ti devo dire una cosa», inizio. Volta il capoper guardarmi, aspettandosi una mia risposta. «Ti devi tagliare i capelli, sulserio: sono troppo lunghi», lo avverto, facendolo imprecare. 

«Cazzo, pensavofosse qualcosa di serio, non questo!» Gracchia, facendomi ridere. Ha il ciuffoche gli arriva sotto la fronte tra un po', e secondo me dovrebbe farselileggermente rasati ai lati e più lunghi sopra, un po' come ora, solo più corti.«Ciuffettino biondo», lo stuzzico, toccandogli la mandibola. Scaccia via la miamano, svoltando nel vialetto del condominio con aria impenetrabile. «Seiinsopportabile», inspira, fermandosi di fronte alla ringhiera che delimita ilprato, per poi togliere le chiavi. Quando siamo di fronte al portone miaggrappo alla sua schiena con le gambe, sentendolo imprecare come un marinaio. «Cazzo, mi fai cadere le chiavi», si lamenta,tenendomi comunque stretta. 

Mi diverte stuzzicarlo, forse anche un po' troppo!.


Angolo Autrice:

Pagina Instagram: Car_mine01

Un bacio!

Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora