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Lionel


E quindi quello era il famoso Payton... non pensavo che a Pearl potessero piacerle dei tipi del genere. È praticamente il mio opposto, in tutto è per tutto: è moro, occhi scuri, abbigliamento total black; sembra un ragazzo cattivo a primo impatto, uno con cui non vorresti avere a che fare. Non c'entriamo proprio un cazzo. Questa differenza mi irrita parecchio, lo ammetto. Mi alzo dal divano, passandomi una mano fra i ciuffi scomposti, prima di andare in camera da letto. Pearl è sdraiata sul materasso, con la testa rivolta verso il soffitto e con lo sguardo spento. Tutta colpa di quel traditore. 

Da una parte, dovrei ringraziarlo: Pearl non sarebbe qui con me, se non fosse stato per lui e per la sua cazzata. «Ti ha sconvolto così tanto rivederlo?» Domando, sentendo un pochino d'ansia. Non mi risponde: sospira e basta mentre mi siedo accanto. «Mi racconti cos'è accaduto? Cosa ti ha fatto di così grave?» Le domando di nuovo. «Lionel, lascia perdere... non voglio parlarne», sbuffa, girandosi dall'altra parte. Non vuole parlarne? Mi prende per il culo? Mi alzo dal letto, stringendo i pugni contro i fianchi per trattenere la rabbia che, però, sfocia immediatamente. «Certo, ora non vuoi aprire bocca, ma per parlare con lui l'hai fatto eccome! Cosa cazzo ti ha fatto di così spregevole per ridurti in questo stato, hm!?» Urlo rabbioso.

Si volta con espressione scioccata, guardandomi come se avessi tre teste. «Ha così tanto potere su di te? Sei così debole da permettergli di ridurti a brandelli? Cazzo, pensavo fossi meglio di così...» La indico con una smorfia, osservando il suo atteggiamento passivo-aggressivo. Chiude un attimo gli occhi, prendendo un respiro profondo. Mi fa incazzare, perché non risponde? Quel tizio annulla tutto quello che abbiamo passato noi in questi mesi, e lei sta lì... a farsi demolire da quel coglione. «Ti do un consiglio: esci da casa, immediatamente. Prima che io mi alzi, ti sputi veleno addosso e ti butti fuori da qui!» Ringhia, provando comunque a restare calma. Non mi muovo, incrociando le braccia al petto con impassibilità. 

Mia madre me l'ha sempre detto che sono una testa calda, un ragazzo difficile da comandare... presumo che avesse ragione. «Vattene!» Ribatte, lanciandomi il cuscino addosso. Lo schivo, compiendo un passo a sinistra per prendere le scarpe. Alzo gli occhi al cielo, uscendo dalla camera con aria scazzata. «Che si fotta», brontolo, prendendo la giacca dall'appendi abiti, per poi infilarmi le chiavi – prese dal piattino – in tasca. Esco di casa sbattendo la porta, scendendo i gradini a due a due. Pensavo che con l'operazione ci fossimo avvicinati, ma forse mi sbagliavo: lei continua ad avere in testa solo quel pagliaccio. Faccio un giro dell'isolato, provando a far uscire dalla mia testa quella ragazza mora, sexy e piena di mistero. È stata in silenzio dal momento in cui l'ha incontrato ieri fino a oggi; e non ha neanche pranzato.

Gironzolo un po' per i marciapiedi, girando in diverse vie, fin quando non mi trovo proprio nel bar in cui l'aveva trovata ubriaca settimane fa. Mi fermo davanti l'insegna, pensandoci un po' prima di entrarci. Infilo le mani dentro le tasche, dandomi la spinta necessaria per salire i gradini ed entrare. Lei fa quello che vuole; e io anche. Entro, venendo investito da un forte odore di patatine fritte e hamburger. Quasi quasi ne ordino uno, anche se sono le sette di sera... Mi fermo al bancone centrale, ordinando uno shot di Tequila. Non dovrei bere neanche alcolici ma, per oggi, faccio uno strappo alla regola. 

Dopo qualche minuto sono già arrivato a quota tre, e proprio quando sto per ordinarne un altro al barman, una voce fastidiosa e, da poco conosciuta, mi fa pentire di essere venuto qui. «Ciao», mi saluta... Payton. Lo fisso con aria disinteressata, per poi concentrarmi sul bicchiere vuoto. «Tu sei il ragazzo che era con Pearl al centro commerciale, vero?» Sostiene, sapendo già la risposta. Quanto vorrei mandarlo a fanculo. «Sì, e già... sono proprio io», cantileno, con tono odioso. «Ehi, fammi un altro shottino», parlo al barman, per evitare di guardarlo. Con la coda dell'occhio noto che sta ridacchiando, perciò mi volto verso di lui e lo trucido con lo sguardo. «Ridi solo?» Gli domando, assottigliando gli occhi. «Rido perché so che mi odi, è evidente. Lascia che ti avvisi: non sono venuto qui per portartela via.» E questo dovrebbe farmi stare meglio? In effetti sì, se ci penso bene. Mi guarda con quelle sue pozze scure, trasmettendomi sincerità.

«E allora perché ieri non hai smesso di guardarla un attimo? Non prendermi per il culo, bello. Sei tornato perché ti manca e vuoi rimetterti con lei», mi infervoro, a man mano che parlo. Si lecca il labbro inferiore, fissando il muro davanti a sé. «Non nego che mi manca, a volte. Ma no, non sono venuto per riprendermela. Sono innamorato di Ellie, ora.» Mi scappa una risatina finta e, quando arriva lo shottino, me lo scolo immediatamente per evitare di mandarlo a quel paese. «Prendi per il culo qualcun altro», gracchio, sbattendo il bicchiere sul bancone. Lascio la mancia, per poi alzarmi dallo sgabello. Esco dal locale, sentendo dei passi pesanti dietro di me. 

«Ehi!» Mi urla dietro, facendomi bloccare di colpo. Mi volto a guardarlo, osservando la sua espressione severa. «Potrai dirmi tutto quello che vuoi: che sono patetico, un traditore, un bastardo e tanti altri insulti ma, non l'ho mai presa in giro. Ho amato anche Pearl, con tutto me stesso. Le ho amate entrambe in egual modo», sputa fuori la verità. Una verità che mi fa incazzare. 

Marcio spedito verso di lui, tirandolo dalla giacca, anche se non si muove di un millimetro. «A me non interessano queste cazzate, perché per me, sono cazzate e basta. Hai fatto la tua scelta, perfetto. Ma ora, devi smammare. Non so cosa le hai fatto ma, l'hai distrutta con la tua stupidità, Payton. E l'unico, e il solo, che può aiutarla e ricomporla sono io! Soltanto io. Quindi evita questo vittimismo, perché non fai pena a nessuno», sibilo. Il mio sguardo è freddo, gelido e di pietra. Non dice niente, nonostante sia incazzato con me per come gli ho risposto. Lo mollo, schifandolo con un solo sguardo per poi voltargli le spalle e andare via. 


Angolo autrice:

Pagina Instagram: Car_mine01

Un bacio!


Pearl Piotrowsky (The real queen of Poland)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora