forse ritardo un po'. c'è tanta fila al supermercato.
21:04✔️✔️va bene, ti aspetto per mangiare, a dopo <3
21:05Volevo solo una powerade. non l'intero negozio. Ma poi, come è possibile che ci siano così tante persone alle 9 di sera? Mah, vabbè.
Finalmente arriva il mio turno, pago, la cassiera mi guarda male, mi scruta dalla testa ai piedi.
"Si alzi la mascherina, per favore." le tiro un'occhiataccia e la alzo. Prendo lo scontrino e la bibita e saluto la signora, che non ricambia.
Corro alla macchina, faccio per attraversare ma una macchina frena a pochi centimetri da me.
"Porca troia, ma che cazzo fai?!" mi rivolgo al guidatore agitando le mani.
"Scusami, non ti avevo vista." esce dalla macchina un ragazzo altissimo, con un po' di barbetta e tutto preoccupato che si scusa abbracciandomi. Io, stranita, rimango impassibile all'abbraccio, ma dopo un po' lo stacco.
"Stai attento la prossima volta." mi giro e vado verso la macchina.Arrivata a casa, apro la porta e Nico si affaccia dalla cucina, con addosso un grembiule, un mestolo in mano e un po' di sporcizia in faccia.
"Buonasera!" mi sorride.
"Ma che combini?" gli chiedo posando la borsa e ridendo.
"Visto che tu non c'eri, mi sono arrangiato e ho cominciato a cucinare da solo." risponde leccandosi le dita per poi lasciarmi un bacio sulla guancia.
Lancio uno sguardo alla cucina, totalmente in disordine. Ciotole e posate messe le une sulle altre, tovaglioli arrotolati per terra e panni sopra i fornelli.
"Stavi pensando di cucinare o di dare fuoco alla casa?" apro il lavello e mi lavo le mani.
"Ah ah ah, spiritosa. Vedi che sono bravissimo a cucinare." ironizza e si poggia con le braccia sull'isola della cucina.
"Mhmh... cosa c'è nel menù? Qui sopra vedo tanto macello ma non riesco a capire che ricetta sia."
DRIIIN. Suona il forno, entrambi ci giriamo verso questo. Nico mi guarda e sorride. Prende il guanto da cucina e apre il forno.
"POLPETTONE CON PATATEEE!" esce la teglia e la poggia sull'isola.
Inarco un sopracciglio, guardando prima il polpettone e poi Nicolò.
"Tutto sto bordello per un polpettone? E poi a che ti serviva il cacao?" prendo la busta di cacao che ho davanti e gliela agito davanti la faccia.
"Stavo cercando il sale e non lo trovavo, quindi ho uscito tutto, ma mi sono dimenticato di posarlo." mi scappa una risata e sistemo tutto quel casino.
"Ohoh quello non lo posare" prende le gocce di cioccolato e me le leva dalle mani.
"Perché? Devi metterli sul polpettone?"
"NOOOOO, ho fatto i biscotti."
"I biscotti? Ma da dove ti è venuto?" rido guardandolo in faccia.
"Volevo fare il tuo chef per un giorno." si avvicina e mi prende per i fianchi. Io lo assecondo poggiando le mie braccia sulle sue spalle.
"Solo per un giorno?" gli sussurro guardandolo negli occhi.
"Ovvio, non sono lo schiavo di nessuno io." sussurra pure lui, per poi baciarmi.
"Neanche di me?" gli chiedo io facendo il musetto triste.
"Forse." mi lascia un lungo bacio a stampo e si gira verso il polpettone, lasciando una mano sulla mia schiena.
"Guarda che bello! È proprio un'opera d'arte!" si complimenta con se stesso, provocandomi una risata.
"Scommetto che sarà altrettanto buono. aiutami ad apparecchiare, su!"
"Eh no, oggi io ho cucinato, quindi apparecchi tu."
"Io cucino ogni giorno e apparecchio ogni giorno, perciò, aiutami"
"Sei proprio monella"
"Lo so" faccio un sorriso e prendo la tovaglia da tavolo, Nico le posate, i piatti e i bicchieri.
Sistemata la tavola, Nico mi sposta la sedia, invitandomi a sedere puntando la mano su questa. Io sorrido e mi siedo. Avvicina la sedia al tavolo e mi lascia un bacio sulla guancia.
Va in cucina e torna con il polpettone, imitando un cameriere.
"Ecco a lei signorina, la cena è servita."
"La ringrazio."
Si siede a capotavola, si leva il grembiule, taglia il polpettone e me ne serve una fetta.
"Domani ho gli allenamenti per la nazionale, ti va di venire? Così conosci la squadra" mi chiede imboccando un pezzo di polpettone.
"Va bene...sarebbe figo! Ah, oggi stavo per essere investita, sai?" lui spalanca gli occhi masticando, facendo una faccia buffa e mi scappa una risata.
"E chi era questo imbecille?"
"Ah non lo so, era altissimo, forse due metri. Non l'ho mai visto qua, sarà di qualche altra città."
"Sicuramente, per non fare attenzione a quella strada significa solo che non la conosceva."
"Già, per scusarsi mi ha pure abbracciata..."
nei suoi occhi scoppia la gelosia.
"Come hai detto che si chiama?"
"Ti ho detto che non lo so, me ne sono andata subito."
"Mh, capito."Finiamo di cenare e vado in camera da letto per cercare un pigiama, che alla fine è sempre solo una maglietta di Nicolò, che mi sta enorme. Apro il suo cassetto e prendo quella bianca, che mi tiene sempre fresca. C'è molto caldo in questi giorni.
Mi levo la maglietta e mi slaccio i jeans, rimanendo solo in mutande e reggiseno. Levo pure quello, rimanendo solo con le mutande. Arriva Nicolò e si poggia sullo stipite della porta, mi guarda, io alzo la testa e lo vedo lì che sorride.
"Che c'è?" sorrido pure io.
"Nulla, sei bellissima." sento una fitta allo stomaco, che dopo sette anni continuo a sentire come se fosse la prima volta. Mi metto la maglietta bianca e prendo i vestiti da sopra il letto, vado per uscire dalla porta ma Nico mi ferma con una mano sul petto.
"Fammi mettere queste cose a lavare, dai!" mi guarda fisso, con una faccia da ebete. Lo guardo disperata, ma divertita. Sale la mano, senza staccarla dal mio corpo, rallenta quando arriva al collo, provocandomi un solletico piacevole. La ferma tra l'orecchio e il collo, accarezzandomi la faccia con il pollice, spostandomelo poi sulle labbra, avvicina il suo viso al mio, tenendoli a pochissimi centimetri. Mi poggia l'altra mano sul fianco, entrando dentro la maglietta, avvicina ancora di più le labbra, fino ad attaccarle alle mie. Comincia ad usare la lingua e i vestiti mi cadono dalle mani. Scende le sue mani sul mio sedere, e fa sbattere il mio bacino col suo corpo, provocandomi un gemito. Mi prende in braccio e mi porta sopra il letto. Continuando a baciarmi, gioca con l'elastico degli slip, io gli levo la maglietta, e lui fa lo stesso con me. Fa scivolare le sue mani sui miei fianchi, mentre io faccio lo stesso sul suo petto, andando verso su, lui verso giù. Passa il pollice sull'interno coscia, provocandomi un altro gemito. Mi sfila l'intimo, facendomi rimanere nuda. Io slaccio i suoi jeans e glieli abbasso, lasciandolo in boxer. Abbasso pure quelli, fino a rimanere entrambi nudi. Smettiamo di baciarci e ci scambiamo i ruoli, lui si mette sotto di me, poggiandomi delicatamente le mani sui fianchi, io, seduta sopra di lui, le metto sul suo petto.
"Sei una meraviglia, cazzo." io sorrido e mi mordo il labbro inferiore, fiondandomi di nuovo sulle sue labbra.
Poi, quel che succede, succede.
"Cazzo..." dico sfinita ansimando e buttando l'ultimo gemito. Mi sdraio vicino a nico, guardando il soffitto. Lui si mette una mano sul petto e l'altra dietro la testa, ansimando pure lui.
"Tu mi farai impazzire un giorno, Betta." mi giro verso di lui, usando le mie braccia come cuscini.
"Tu mi hai fatto già impazzire, Barella." si gira verso di me e mi lascia un bacio sulla fronte e ci addormentiamo.
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GIGIO - Gianluigi Donnarumma
Fanfiction«cap 16» -"Mi piace il mare sai? Rispecchia la mia personalità: grande, misteriosa, piena di risorse, e... bagnata." Dico io guardando l'orizzonte. "Bagnata?" Chiede Gigio ridendo. "Si, bagnata. Quando un panno è bagnato non è piacevole da toccare...