capitolo 18

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Lo abbraccio. Come se fosse l'unica cosa che mi serve per sopravvivere.
In quell'abbraccio mi piace ascoltare i battiti del cuore di Nicolò. Che, più presto di quanto immagini, non avrei più sentito. E continuo a non credere a ciò che ha scelto per lui il destino, e penso a quanto quest'ultimo sia stronzo.
Avvolge il mio corpo minuto con le sue braccia possenti. Mi sento, come sempre, protetta da ogni male. L'unica cosa che non cambierà mai.
Senza accorgermene, comincio a piangere, cadendo in un torpido buio che mi fa sentire come se avessi cambiato dimensione. Ora so cosa voglio. Lo so ora, come l'ho sempre saputo.

Ci troviamo faccia a faccia, con un destino già segnato. Non è brutto? Passare un lungo periodo interamente sperando che un determinato momento non arrivi mai, pur sapendo che dovrà arrivare. Ma infondo "L'unica cosa prevedibile della vita è la sua imprevedibilità". No?

Ho passato ogni singolo giorno insieme a lui, siamo riusciti anche a farci cambiare di stanza.
Ha informato chi di dovere della sua malattia, prendendo la situazione con le pinze.
Questo gli è costato il ritiro immediato dalla squadra e dal campionato, ma Mancini ha combattuto affinché giocasse anche solo mezza partita.
Ciò nonostante, l'Italia ha vinto gli Europei e siamo tornati a casa. E io, come al solito, ho festeggiato ai traguardi di Nicolò, con l'unica differenza che non è stato l'unico per cui ho tifato, stavolta. Ho tifato per Lollo, per Ciro, per Fede, per Teo... e anche per Gigio.
"Io ti aspetto qui fuori" mi riferisce quest'ultimo. È stato il primo dopo di me a sapere del tumore di Nico, e da quel momento non è successo più nulla tra di noi. Non abbiamo parlato molto, se non per qualche sporadica domanda a proposito delle condizioni salutari di Nicolò. Ma lui è rimasto al mio fianco. Sempre.
Annuisco ed entro in stanza. Mi avvicino al lettino in cui è sdraiato Nicolò. Lo trovo a guardare la finestra, è buio e si scorge qualche stella... mentre, maestosamente, si presenta la luna, che questa sera illumina non solo il parcheggio dell'ospedale, ma anche il grandioso panorama, che quella camera ne offre la vista.
"Ho sempre amato guardare le stelle con te" Afferma. Dopo queste parole, si gira verso di me e i suoi occhi rossi sono pieni di lacrime. "Ma non avrei mai pensato che sarebbe stata l'ultima cosa che avremmo visto insieme"
È collegato a troppi fili e troppi tubi, e la mancanza di forza non gli permette di muoversi liberamente. Le mie lacrime accompagnano le sue e con le mie mani ne avvolgo una sua, ormai debole.
"Io pensavo che le ultime cose che avremmo visto insieme sarebbero state le nostre mani... ma rugose, deboli, e con le ossa sporgenti, e magari con una fede al dito" gli accenno una risata, e lui la ricambia. Ma si mette a tossire, facendo scomparire quella curva sul mio viso che si era formata.
"Lo pensavi o lo speravi?" mi chiede, più serio.
"Entrambi." Rispondo semplicemente io.
"Beh, non è molto diverso da come la immaginavi tu" dice riferendosi alle nostre mani giunte, per l'ultima volta. Sforza un mezzo sorriso, che io caldamente restituisco.
La situazione molto fredda e silenziosa si rivela quasi imbarazzante. Non voglio lasciarlo senza avergli prima detto tutto ciò che penso.
"Ti amo, Ninno. Ti amo tanto" tra una parola e l'altra compare un piccolo singhiozzo. Mi mordo l'interno guancia, cercando di respirare e di placare il mio attacco di panico.
"Anche io."
Ed è qui che mi pento di non avergli fatto sentire ciò che volevo dire.
Nicolò chiude gli occhi, lasciandosi andare, e sento la leggera stretta della sua mano lasciarmi completamente. In un attimo, Nicolò non c'è più, liberando l'ultimo respiro nell'aria, contaminata dall'odore di disinfettante dell'ospedale. E il mio cuore perde un battito.
Sento le gambe cedere e la bocca tremare.
"Non te lo scordare mai." Gli lascio l'ultimo bacio sulle labbra, e uno sulla fronte. Lo abbraccio, posando la mia testa sul suo petto ma, stavolta, non sento più il battito del suo cuore.
Vengo interrotta da una dottoressa biondina dal viso invecchiato che entra in sala, con un lenzuolo bianco in mano. Mi poggia una mano sulla schiena e mi lascia un leggerissimo sorriso di compassione.
"Ora del decesso: 02:34." Sospiro. "Stava guardando le stelle".
Mi volto ed esco dalla stanza, mentre la signora lo copre interamente.
Varcata la soglia della porta, comincio a barcollare. Inizia a girarmi la testa e sento come se il mondo avesse appena subìto una scossa di terremoto di magnitudo nove.
Una figura grande si avvicina a me, ma, a causa della vista sfocata, non riesco a identificarla. Mi prende per i fianchi e mi aiuta a sedermi.
"Se n'è andato" guardo la persona in faccia. Gigio. "E stavolta per sempre"
Il ragazzo si siede vicino a me, e, anche se contro la mia volontà, mi abbraccia. I suoi abbracci mi sono mancati.
Nonostante l'afa di fine luglio, ho desiderato veramente tanto quell'abbraccio caldo. E scoppio. Scoppio come un palloncino pieno d'acqua. La mia schiena tesa si lascia andare sulle braccia di Gigio, dove mi sento isolata da tutto. Spingo la mia faccia tra il suo collo e la sua spalla, lui mi accarezza la schiena e si mette a piangere insieme a me.
"Ti va di tornare a casa?" Mi chiede.
Io nego con la testa e fatico a respirare.
La sua mano, dalla schiena, sale fino ai miei capelli, e intreccia le sue dita con delle ciocche, grattandomi la testa.
"Va bene, andiamo" cambio idea e decido di fare il primo passo per andare avanti. Per passare al capitolo successivo della mia vita. Senza dimenticare. Non voglio più dimenticare.
Mi alzo dalla sedia ma ricomincio a vacillare e, con molta delicatezza, Gigio mi avvolge un braccio intorno al collo, quasi più vicino alle spalle, per aiutarmi a camminare.
Ci avviciniamo alla sua macchina, un Range Rover nero. Mi aiuta a salire e io allaccio la cintura, lui fa lo stesso.

Arriviamo a casa sua, io cerco di aprire gli occhi appena sento la macchina spegnersi, ma manco il tempo di capire dove mi trovo, che Gigio mi prende in braccio per portarmi in camera sua.
Mi stende sul bordo del letto, mi sposta le coperte e mi copre con queste. Poi si siede vicino a me e, anche se non lo vedo, percepisco che mi sta guardando. Mi lascia un bacio sulla fronte.
"Riposati Betta. Buonanotte." 
"Notte Gigio."

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 05, 2023 ⏰

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GIGIO - Gianluigi DonnarummaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora