Mi sveglio abbracciata a lui, accendo il telefono e guardo l'orario. Sono le 8:03. Sveglio Nico e mi siedo ai lati del letto.
"Nico, svegliati, hai gli allenamenti oggi." lui si lamenta girandosi dall'altra parte. Lo scuoto un po', si stropiccia gli occhi stiracchiandosi. È così carino quando lo fa... sorrido e lui mi guarda.
"Che ore sono?"
"Le 8:03" lui spalanca gli occhi e si alza dal letto correndo in bagno.
"Dovrei essere lì alle 8:30, il mister mi cazzia"
Il suo telefono squilla, "Manuel Locatelli".
"Betta rispondi tu? Digli che sono quasi pronto."
Prendo il telefono e rispondo.
"Pronto?"
"Nico?"
"Sono la sua compagna."
"Ah ciao, piacere. Ricorda a nico che oggi ci sono gli allenamenti e che deve venire alle 8:20. Io sono per strada."
"Alle 8:20? Non era alle 8:30?"
"Si, ma il mister ha anticipato di 10 minuti, lo ha scritto ieri nel gruppo su whatsapp."
"Ah, ho capito... Noi comunque siamo quasi pronti, stiamo arrivando"
"D'accordo, a dopo."
Chiudo la chiamata.
"Non hai controllato il telefono ieri, vero?" gli chiedo mentre cerco qualcosa da mettermi.
"Ero impegnato." fa una faccia ammiccante mentre entra in camera con solo una tovaglia avvolta alla vita.
"Perché?" mi chiede sistemandosi i capelli.
"Il mister ha anticipato gli allenamenti di 10 minuti, devi essere lì alle 8:20." mi guarda e apre l'armadio. Io mi metto dei leggins neri, una maglietta bianca e le vans.
"Dove cazzo è?!" urla nico da dentro l'armadio.
"Cerchi questa?" gli chiedo porgendoli i pantaloncini e la maglietta.
"Madonna, grazie." mi lascia un bacio in fronte e io vado in bagno a lavarmi i denti e a truccarmi un po', mi pettino i capelli e torno in camera da letto per aiutarlo a sistemare il suo borsone.
"Sei pronto?" gli chiedo chiudendo il borsone.
"Si, andiamo."
Prende il borsone e io la borsa, entriamo in macchina e ci avviamo per il campo.
"Ehi siri, chiama Manuel Locatelli" pronuncia nico all'assistente telefonico.
"Chiamo «Manuel Locatelli»" risponde.
"Pronto?"
"Oh fra sto arrivando, chi c'è già lì?"
"Ci stanno Lore, Ciro, io, Fede, Spina e Gigio... ancora il mister non c'è. Ti conviene sbrigarti."
"Arrivo subito."
Chiude la chiamata.
Arrivati al campo, prende il borsone da dietro il sedile e scende dalla macchina, mi apre la portiera e scendo pure io. La chiude e ci avviciniamo ai ragazzi che sono davanti al cancello, mentre aspettano il mister.
"Visto? Non ho fatto in ritardo." dice Nico con aria soddisfatta.
"E chi ha mai detto il contrario?" risponde un ragazzo bassino, che se non ricordo male è Lorenzo Insigne, un giocatore del Napoli.
Nico saluta tutti uno ad uno, con un abbraccio e una pacca sulla schiena. Tutti fissano me, che sono un po' più lontana mentre guardo il cellulare.
"Quando hai intenzione di presentarci la tua ragazza?" Chiede, sorridendo, un ragazzo con gli occhi azzurri e un po' biondino, penso che sia Ciro Immobile. Io alzo lo sguardo dal telefono e li guardo uno ad uno.
"Non c'è bisogno... piacere sono Roberta, ma chiamatemi Betta." Porgo la mano a tutti.
"Ma dov'è Gigio? Non era arrivato pure lui?" Chiede Nico guardandosi intorno.
Ho sentito parlare di tutti, ma questo Gigio non l'ho mai sentito.
"Mi pare stesse prendendo l'acqua alle macchinette, ma è da un po' che non torna, quindi non saprei. Sarà in bagno." Dice Federico. Federico lo conosco già, io e Nico abbiamo cenato con lui e la sua famiglia tempo fa, quindi ho avuto modo di conoscerlo prima degli altri.
"Lo vado a cercare?" Chiede Nico poggiando il borsone per terra.
"Non c'è bisogno, eccomi qua." Risponde una voce profonda da dietro di noi. Ci giriamo tutti.
Lo guardo e lui mi guarda. Cala il silenzio tra di noi. Mi fissa negli occhi e deglutisce.
"Buongiorno Gigio!" Nico interrompe lo sguardo visivo. Gigio si risveglia e saluta Nico. Subito riguarda me e mi porge la mano.
"Sei la ragazza che stavo per investire ieri...vero?" Mi chiede lui, imbarazzato. Nico lo guarda confuso.
"Mh... sì. Piacere, Betta." Rispondo prendendogli la mano.
"Ah, eri tu?" Chiede innervosito Nico.
"Scusa Nico, non l'avevo vista. E comunque non si è fatta niente..."
"E grazie al cazzo direi! Non sarebbe nemmeno qui sennò, devi ringraziare che è una ragazza sveglia, Gianluigi." Comincia ad urlare Nicolò.
"Stai calmo." Gli dice più pacato il ragazzo.
"Calmo? Sto calmo? Certo, guardami sono calmissimo." Diventa rosso in faccia e piano piano si avvicina a Gianluigi.
"Nicolò, basta, non è successo niente. Sono ancora viva." Lo allontano io.
"Ti pare che non lo sai che l'hai anche abbracciata? Non solo rischi di ammazzarla, ma ci provi anche? Sei un bastardo." Gli dice faccia a faccia.
"Nico, basta. Non è successo niente." Provano a calmarlo i ragazzi. Ma lui continua a guardarlo con aria minacciosa. Gigio rimane impassibile, si tocca il naso e si gira. Arrivano altri ragazzi, ovvero il resto della squadra, con il mister davanti a loro, si avvicinano e il mister saluta i ragazzi.
"Cosa succede? Oggi di cattivo umore?" Chiede Mancini, dando una pacca sulla spalla a Nicolò. Lui non risponde, il mister posa lo sguardo su di me e mi porge la mano.
"Piacere signorina, io sono il mister Roberto Mancini e questa è la mia squadra di dementi." Ride e io ricambio il saluto, dicendo di essere la fidanzata di Nicolò Barella. Lo guarda e si complimenta con lui per la scelta, e io arrossisco dietro un sorriso. Lancio uno sguardo a Gigio, che ricambia con un sorriso dolce.
Entriamo in campo tutti insieme, i ragazzi scendono negli spogliatoi mentre io rimango col mister a controllare le cartelle.
"Da quanto tempo state insieme tu e Barella?" Mi chiede Mancini sfogliando quei fogli.
"Da 7 anni." Rispondo guardando i ragazzi che fanno i cretini uscendo dal campo. Tutti tranne Nicolò, lui è l'unico serio.
"È tanto tempo, non vi sposate?" A quella domanda sento un vuoto dentro... io e Nico abbiamo parlato mille volte di questo discorso, e ogni volta che mi fanno la stessa domanda non so mai cosa rispondere. Conviviamo da quasi 4 anni, ma di sposarsi non ne vuole sentire. Stessa cosa per quanto riguarda i figli, e non capisco perché.
"Ancora vogliamo aspettare." Rispondo con un sorriso falso. Tutti i ragazzi sono sul campo.
"Ok, sapete quali sono i vostri posti. Fate come se foste in una partita normale, riscaldatevi. Oggi non voglio appesantirvi troppo, perciò cominciamo piano. Vado a prendere le cose, Nicolò accompagnami. Tu tieni d'occhio ai ragazzi per me." Ordina il Mister a me e ai ragazzi e loro obbediscono subito. Il modo in cui gli portano rispetto è fantastico. Lo ascoltano per bene. Se solo Nicolò facesse lo stesso con me...
Inizia la guerra per chi deve allenarsi prima tra Gigio, Alex e Salvatore. Sono obbedienti ma sembrano dei bambini. Nemmeno Giorgio Chiellini, il capitano, riesce a calmarli. Mi avvicino roteando gli occhi al cielo.
"E allora? Che succede?" Dico arrabbiata incrociando le braccia al petto.
"Secondo te chi è più forte tra noi tre?" Mi chiede Alex Meret.
"Oh e smettila, hai perso a sasso, carta, forbice, quindi smamma." Gli ordina Salvatore Sirigu.
"NO! Avete barato!" Urla Alex.
"Va bene, ora basta. Facciamo che decido io chi inizia?" Dico io prendendo la palla in mano.
"Si, ti prego non li sopporto più." Mi supplica Gigio.
"Ok, inizia tu." Tiro la palla a Gigio, che con i suoi prontissimi riflessi la prende a volo. Mi guarda e mi sorride.
"Grazie." Mi sussurra. Io ricambio il sorriso. Alex e Salvatore mi guardano col broncio.
"Tra i due litiganti il terzo gode, ragazzi. Mi dispiace." Torno al tavolo dove eravamo io e il mister e prendo il fischietto.
"Siete pronti?" Urlo io ai ragazzi in campo. Soffio sul fischietto, loro iniziano a giocare e io li osservo seduta sul tavolino.
Alla mia sinistra tornano Nicolò e Roberto, con tanti cerchi e cinesini.
"Hai fatto iniziare una partita subito?" Mi chiede sorpreso il mister.
"Perché? È così difficile?" Sorrido io porgendogli il fischietto.
"Dovresti fare la mister, sai?" Mi consiglia Roberto.
"Grazie, ma no. Non fa per me." Ridiamo. Tranne Nicolò. Lo guardo con faccia interrogativa, come a dire "cos'hai?", "che succede?"... lui scuote la testa e va dai ragazzi. Li vedo divertirsi tra di loro. Buttarsi a terra uno sopra gli altri. E mi diverto pure io a guardarli.
"Mister, posso?" Chiedo prendendo il fischietto.
"Certo, fai pure." Sorrido e mi metto il fischietto al collo. Mi avvicino ai ragazzi e lo fischio. Tutti si fermano e si girano. Faccio segno di portarmi la palla. Ciro me la porta e io la metto per terra. Comincio a palleggiare di ginocchio, poi col piede, soffio sul fischietto e inizio a correre verso la porta, lasciando i ragazzi impreparati e sbalorditi. Cominciano a seguirmi, ma non fanno in tempo che faccio
"GOOOOOOOOOOOOOOOAL" Urlo io alzando le mani al cielo, lasciando Gigio per terra. Mi giro verso i ragazzi che sono rimasti tutti a bocca aperta. Tranne Nico che se la ride. Sa bene quanto mi piaccia il calcio, e vedermi giocare lo rende sempre fiero.
"Vedete, ragazzi. Mai abbassare la guardia. State sempre attenti perché il nemico potrebbe stupirvi." Dico io puntando il dito contro tutti.
"Grazie mister, molto gentile, come sempre." Risponde Ciro.
"Lo so, sono fantastica."
"Già, sei spettacolare." Nicolò si avvicina a me e mi bacia, ora tutto sembra più normale. Ma mi stacco, sono un po' arrabbiata con lui, perciò faccio un sorriso falso e torno dal mister, che ha guardato tutta la scena divertito.Dopo 2 ore, gli allenamenti finiscono, tutti i ragazzi scendono negli spogliatoi per farsi la doccia.
Primo di tutti, esce Donnarumma, che si avvicina per salutare il mister, mi guarda e mi sorride.
"È stato un piacere conoscerti, Betta. Scusami ancora per ieri, non sapevo la strada e quin-..." non lo lascio finire di parlare.
"Basta scusarti, piuttosto ti chiedo io scusa per Nicolò. Il suo comportamento è strano, soprattutto in questi giorni. È molto nervoso e in ansia per gli europei."
"Fa niente, tranquilla. Ci vediamo... spero non per strada." Gigio ride, facendo ridere anche me e si allontana salutandomi con la mano.
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GIGIO - Gianluigi Donnarumma
Fanfiction«cap 16» -"Mi piace il mare sai? Rispecchia la mia personalità: grande, misteriosa, piena di risorse, e... bagnata." Dico io guardando l'orizzonte. "Bagnata?" Chiede Gigio ridendo. "Si, bagnata. Quando un panno è bagnato non è piacevole da toccare...