capitolo 8

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Tornano i ragazzi dal bagno.
Nicolò si siede e mi lascia un bacio sulla guancia, io mi sposto e rimango impassibile al bacio.
"Che succede?" Mi chiede cercando i miei occhi.
"Nulla, assolutamente nulla." Gli rispondo, lui alza lo sguardo e guarda Gigio, che fa spallucce. Lui lo fulmina con lo sguardo e si sistema sulla sedia.
"Non ho più fame, voglio tornare a casa. Andiamo?" Mi riferisco a Nicolò, attirando l'attenzione dei ragazzi.
"Ma che ti prende?" Mi sussurra. Io lo fisso negli occhi, incazzata.
"Voglio riposarmi, più tardi dobbiamo partire. Ce ne andiamo per favore?" Mi spazientisco, alzandomi dal tavolo. Gli altri guardano la scena scioccati, senza dire niente. Lui rimane seduto.
"Va bene, rimani qui. Me ne vado io." Mi giro e vado via a passo veloce.
"Betta, dove vai?" Si alza e mi segue.
"Lontano da qui, da te." Gli urlo uscendo dal ristorante e scoppio a piangere.
"E pensi di andartene a piedi?"
"Fortunatamente mamma e papà me ne hanno fatti due, quindi sì."
Jessica fa per entrare ma mi vede e mi ferma.
"Che è successo?" Si preoccupa.
"Chiedilo a quei due." Mi riferisco a Gigio e Nicolò. Scappo da lì e prendo il telefono, chiamo Lorenzo.
"Pronto?" Risponde
"Hey Lollo, sei libero?" Gli chiedo.
"Sì, perché? Che è successo?"
"Mi vieni a prendere? Sono al centro."
"Sì, arrivo."
In pochissimo tempo vedo una macchina che si accosta vicino a me.
"Forza, sali!" Mi invita a entrare in macchina. Apro la portiera e salgo.
"Dove la porto signorina?" Mi chiede mentre tiene una mano sopra il volante. 
"A casa." Rispondo guardando fissa in avanti. Lui parte e mi chiede l'indirizzo, che digita sul GPS della macchina.
"Allora, che è successo?" Mi chiede senza distogliere gli occhi dalla strada.
"Mah, minaccia le persone di fargli del male se non ottiene quello che vuole, mi nasconde le cose, e poi finge che sia tutto ok. Non fa incazzare anche te?" Sposto lo guardo verso Lorenzo, pronunciando quelle parole piangendo a dirotto dalla frustrazione.
Lui ricambia un attimo lo sguardo e ritorna alla guida.
"Abbastanza, a chi ha minacciato?"
"A Gigio, per quelle cazzo di camere dell'hotel. Me lo ha detto lui, io ci sono rimasta malissimo, quando l'ho visto era stra spaventato di lui, dovevi vederlo. Non riusciva neanche a vedermi o a salutarmi."
Lui ride, come se sapesse qualcosa che io non so.
"Che c'è da ridere?" Gli chiedo arrabbiandomi con lui.
"Oh, nulla nulla. È solo che fa strano sentirti dire che 1,96 m di uomo ha paura di uno da 1,72. Ma vabbè, poi cosa è successo? Perché sei scappata?"
"Voglio dargli una lezione, quindi chiamerò Mancini e gli dirò che dormirò con Gigio, e che Nicolò non potrà entrare se non glielo dico io."
In lui spunta un sorrisino.
"A livelli di bodyguard e buttafuori davanti la porta?" Mi chiede ridendo.
"Se sarà necessario, sì." Lui alza le sopracciglia e apre leggermente la bocca.
"Inaspettato, complimenti. Non trattarlo troppo male però, ci serve carico in squadra."
"Non ti preoccupare." Smetto di piangere e ritorno a fissare un punto dritto sulla strada.
Stavolta la musica è cambiata. Non sarò più quella che perdonava sempre. Non sarò più quella che ci passava sopra per non farlo stare male. Non sarò più quella che ci teneva. Stavolta gli ritorno tutto quello che mi ha dato. E quello che ha dato agli altri.
Dopo un po' arriviamo sotto casa mia. Entrambi scendiamo ed entriamo.
"Hai mangiato?" Gli chiedo posando le chiavi sopra il tavolo.
"No, non ancora." Sposta la sedia e si siede.
"Manco io, vuoi un po' di pasta?" Apro lo sportello e prendo una pentola.
"Va bene."
Riempio la pentola d'acqua e accendo i fornelli.
"Queste liste le hanno fatte un po' a cazzo. A me hanno messo con Jorginho quando sono sempre stato con Ciro... Nico è sempre stato con Fede e ora è con Bastoni. Ma mettere te con un altro è una cosa da bastardi onestamente." Dice Lollo irritato.
"Già." Mi siedo insieme a lui.
"Ho un'idea." Mi alzo dalla sedia e vado in camera da letto.
Gli unici vestiti che non ho messo nella valigia sono quelli più corti e più scollati, perché Nicolò non vuole mai che li metta. Ne prendo due dall'armadio e li mostro a Lore.
"Secondo te sono troppo lunghi?" Li poggio sull'addome e allungo la parte bassa per far vedere dove arrivassero.
"Mhhh, un po' troppo corti forse."
I vestiti in questione:

" I vestiti in questione:

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"Ooh, non ti ci mettere pure tu eh

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"Ooh, non ti ci mettere pure tu eh. Secondo me sono perfetti." Li piego di nuovo e li metto dentro la valigia.
"Usciremo qualche volta, vero?" Chiedo a Lorenzo mentre chiudo la valigia.
"Sicuramente, ma non ti metterai quelli."
"Perché no scusa? Che li porto a fare allora?"
"Dai Betta, sei fidanzata, sono troppo corti."
"Non rompermi il cazzo Lollo. Io li metto." Lui si mette a ridere, quasi disperato.
"Aah, come dobbiamo fare con te." Gli faccio un sorriso e mi risiedo di nuovo. Comincia a bollire l'acqua, così gli butto la pasta. Apro il frigo e cerco qualche condimento.
"Allora, abbiamo pesto alla genovese, ragù, pesto di funghi o pesto al pistacchio. Quale preferisci?"
"Scegli tu, per me è uguale."
"Ok, pistacchio."
Pronta la pasta, apparecchio e mangiamo.
"Tua moglie lo sa che sei qui?" Gli chiedo.
"Sì, lo sa."
"Bravo."
"Grazie."
"Prego."
Mi arriva una chiamata, è Gigio.
"È Gigio." Affermo. Lorenzo si avvicina a me e ascolta la chiamata.
"Pronto?" Rispondo.
"Hey, Betta. Come va?"
"Mah, bene. Siete già tornati?"
"Sì, Nicolò ha detto che stava tornando a casa così ce ne siamo andati tutti."
"Sta tornando a casa? Ma quando se n'è andato?"
"Ma un quarto d'ora fa circa, non è ancora tornato?"
"No, non ancora. Penso sia sul venire a sto punto."
"Sarà... comunque mi dispiace per prima, capisco che non era il momento, ho rovinato l'uscita."
"No, ma che, stai tranquillo. Non avevo manco voglia di stare lì ahah"
"Ahah capito, comunque se ti va dopo puoi venire qui a casa a prendere un caffè, magari con Nico, così risolviamo insieme. Si è incazzato tantissimo prima, a me non ha detto nulla però. Stava per picchiare un cameriere."
"È pazzo mamma mia... comunque va bene, ma penso che verrò da sola, grazie dell'invito, a dopo."
"A dopo."
Chiudo la chiamata e guardo Lorenzo, che ha una faccia maliziosa.
"E smettila, sono fidanzata." Lo imito, e lui si mette a ridere.
"Succederà un casino, lo sai?"
"Sì, lo so. È bello il casino."

GIGIO - Gianluigi DonnarummaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora