▪️Capitolo 30▪️

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Il Camillian Hospital è una piccola struttura situata in un quartiere popolare a sud del centro di Bangkok, non è di certo il principale ospedale della capitale - nè il più vicino dell'Auditorium dove si sarebbe dovuto tenere ľevento finale di beneficenza- eppure è qui che Mew viene condotto immediatamente dopo aver appreso la notizia allarmante.

Le pareti sono grigie e spoglie, disseminate di maniglie di sicurezza ed estintori non protetti da alcuna teca di vetro. La quantità di medici che corre da un reparto all'altro e trasporta povera gente su barelle e sedie a rotelle è impressionante. Ľafflusso è nettamente maggiore rispetto a quello che le dimensioni dell'edificio sono in grado di ospitare.

Un'infermiera urla ai tre attori appena arrivati di spostarsi nell'esatto istante in cui mettono piede nella sala d'accoglienza, senza alcuna gentilezza né convenevole. Mew - mascherato da un capellino con visiera e una mascherina scura per non attirare attenzioni indesiderate - si fa subito da parte per non essere investito dal lettino traballante che gli sfreccia davanti nel corridoio, un'anziano signore accasciato su di esso si lamenta sonoramente per la sofferenza che gli affligge il petto, a giudicare dalla ferita sanguinante che gli imbratta la camicia strappata. È una visione raccapricciante.

"Cos'è questo posto?" Ľespressione del castano si contorce in una contrariata, assistendo allo spettacolo che gli si para davanti.
Più che un ospedale, sembra un centro di ricovero improvvisato per i superstiti di una guerra. Il disordine regna sovrano fra i corridoi stretti, le linee che uniscono il soffitto e le pareti sono spaccate da larghe macchie di umidità.

"È il Camillian, ne avevo sentito parlare ma non ci ero mai stato fino ad oggi." Mild si guarda intorno con il medesimo sconcerto, reprimendo un conato di vomito non appena il suo sguardo cattura una ragazzina piangente abbandonata su una sedia d'attesa. Il braccio della piccola è piegato innaturalmente, sicuramente rotto, ma nessun infermiere è libero per occorrere ad assisterla, nonostante le sue urla di agonia e quelle imploranti del padre al suo fianco.
Molte altre persone soltanto nella sala di accoglienza sono nelle stesse condizioni.
Il suo cuore cade ma si costringe a distogliere lo sguardo.

"È ľunico ospedale pubblico in questa zona, a quanto pare anche ľunico a fornire cure avanzate gratuite per chi non può permettersi ľassicurazione sanitaria. Immaginavo fosse sovraffollato ma non pensavo... cosí." Mild non riesce a trovare le parole, questo è un mondo ben lontano da quello in cui ha sempre vissuto, sembra quasi irreale.

"È impossibile che Gulf sia qui, abbiamo sbagliato ospedale?" Con ľimmagine di ciò che ha appena visto ben appuntata nella mente, Mew si volta di scatto in direzione di Kaownah, determinato ad ottenere una spiegazione sulla reale collocazione del suo partner prima di qualsiasi altra cosa.

"Sono sicuro che sia qui, come ha detto P'Mild è ľunico ospedale in tutto il quartiere." Il biondo indica agli altri due la posizione indicata da Google Maps, inviata da Turbo meno di mezz'ora prima.

"Mh." Le ultime speranze di Mew svaniscono con quelle parole. Gulf si trova proprio qui, adesso non resta che trovarlo e sperare che sia assistito adeguatamente.

"P'Kaownah!" Un ragazzino dai capelli disordinati si precipita come un fulmine nella loro direzione, schivando per un pelo una donna sulla sessantina con un catetere in bella vista attaccato alla gamba. Turbo le lancia uno sguardo pieno di disgusto.

"Idiota." Non appena raggiunge gli altri, Mild non esita a schiaffeggiargli la nuca con fare di rimprovero. "Non guardare in quel modo una persona malata, è maleducato."

"Aow! Quella cosa mi è venuta addosso all'improvviso, è stato un riflesso incondizionato!" Replica, tastandosi la zona 'ferita'.

"Sei tu che sei andato addosso a lei."

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