Erano le sei passate e io mi stavo preparando per andare a cena a casa di Vale per vedere alle nove la partita. Dopo aver fatto la doccia, decisi cosa indossare e dopo varie prove, indossai un vestito rosso, con qualche decorazione, ovvero con qualche fiore verde e qualche fiore bianco...proprio perché mi ricordava la bandiera italiana...e anche se non mi interessava tanto, Vale mi aveva tormentato fino alla fine per indossarlo perché , secondo lei, avrebbe portato fortuna alla squadra nazionale. Mi truccai e subito dopo presi le chiavi della mia macchina , una cinquecento rossa, il mio modello di auto preferito. Alle chiavi erano appesi alcuni portachiavi, che mi rappresentavano, ovvero la tour Eiffel, perché adoravo Parigi, un piccolo Harry Potter, beh si potrebbe dire tutto su questo, ma andiamo avanti, e una piccola scarpetta di danza classica, perché, anche se non avevo voluto prendere lezioni di danza da piccola, mi piaceva tantissimo guardare i balletti. Dopo mezz'oretta, arrivai a casa di Vale. Quando bussai e qualcuno mi aprii la porta, vidi subito la mia migliore amica con in faccia, su una guancia, il simbolo della bandiera italiana e sull'altra guancia, un numero, che era il numero del suo calciatore preferito, il due, ovvero il numero di Di Lorenzo. Nella sua camera aveva appeso foto di lui mentre giocava, mentre era con gli amici....insomma una vera e propria stalker. Dovevo, sempre, ogni minuto, ricordarle che era fidanzato con Clarissa Franchi...ormai sapevo pure il suo nome.
"Come?! Avevo intuito che tu non ami il calcio ma, almeno per una sera, tifare per la tua nazione, per l'Italia?!Tranquilla, abbiamo ancora due ore...ti trucco bene, poi mangiamo e poi....la partitaaaaa" era eccessivamente agitata.
"Vale, ti prego...se lo fai, non so quello che ti faccio...anzi lo so, ti strappo tutti poster di Di Lorenzo...intanto è fidanzato, non hai possibilità" risposi nervosa.
"Vilu, non ti permettere...sei a casa mia e decido io. Non mi interessa. "
A quel punto ci rincorremmo per tutta la casa.
Mezz'ora dopo ero seduta su una sedia, davanti allo specchio del bagno, con Vale , cercava di disegnarmi una bandiera italiana in faccia.
Dopo aver mangiato e dopo aver discusso su chi avrebbe vinto, ci sedemmo davanti alla tv, insieme ai genitori di Valeria, e aspettammo che la partita iniziasse.
"Ecco, ecco, sta iniziando" disse euforica Valeria.
I giocatori stavano entrando in campo ed era il momento di cantare insieme a loro, insieme ai sessanta miliardi di italiani, l'inno nazionale. Mentre lo cantavamo, vidi uno pe uno tutti i giocatori e mi colpì uno, con il numero quattordici sulla maglietta...non sapevo il suo nome e non lo avrei certo detto a Vale, altrimenti lei avrebbe iniziato a fantasticare su una impossibile storia d'amore.
Per tutta la partita, Vale cercava di controbattere l'arbitro perché, secondo lei, la Spagna aveva fatto molte più brutte azioni dell'Italia.
Nonostante duo ore di partita, eravamo ancora uno a uno e così, passammo ai supplementari, almeno questo era quello che mi aveva detto Vale. Nonostante anche i supplementari, arrivammo ai rigori...e quello fu il momento decisivo. Dopo mezz'oretta di ansia continua perché nella famiglia di Vale c'era un'ansia eccessiva...era solo una parita...va bene, sì, se vincevamo diventavamo campioni d'Europa ma , continuava ad essere sempre una partita. All'ultimo rigore, il portiere spagnolo non riuscì a evitare che la palla entrasse in rete e a quel punto, vincemmo la semifinale...avevamo vinto, sì, avevamo vinto.
Vidi l'eccitazione in campo e vidi il numero quattordici esultare come non mai...non so, c'era qualcosa in lui che mi attirava.
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È per te💙
General FictionFederico Chiesa è uno dei più grandi calciatori del tempo. Violetta Ferri è una ragazza piuttosto semplice, che ama le semplici cose della vita e che odia assolutamente il calcio...ma chi avrebbe mai pensato che potesse capitare proprio durante una...