L'addio di un grande amore

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"Buonasera, siamo in sei. Però non abbiamo prenotato,è un problema ?" disse Vale al cameriere del ristorante dell'Hotel.
"Mi scusi, signorina, ma bisognava prenotare prima"
"Non preoccuparti Vale, troveremo un ristorante migliore di questo" disse, ad alta voce, Giovanni, in modo tale da farsi sentire dal cameriere, che, a quel punto, si innervosì.
"Ora che ho visto meglio, c'è un tavolo vuoto per tutti voi" rispose il cameriere
"Seguitemi"
Ci accompagnò al tavolo numero 9.
Io presi posto accanto alla finestra aperta perché avevo necessariamente bisogno di aria. Accanto a me si era seduto Fede con Teresa. Di fronte avevo gli occhi di Vale, che mi scrutavano.
Il cameriere prese le ordinazioni. Io ordinai la pizza margherita. Non sapevo come fosse la pizza qui, ma era la prima cosa che mi era venuta in mente.
I miei occhi erano fossi sul paesaggio, al di là della finestra, mentre tutto gli alti parlavano. Non capii niente, fino a quando Vale mi scosse, dicendomi "I ragazzi vorrebbero che noi salissimo sul loro stesso aereo"
"Quello riserbavate alla squadra di calcio nazionale?" rispiai con una risata, quasi isterica.
"Buon appetito" . Ero così concentrata a guardare fuori che non mi ero accorta della pizza.
Non avevo fame. Ogni odore mi faceva venire la nausea. Spostai il piatto e avvertii gli altri che dovevo andare in bagno. Mentii. Non andai in bagno. Mi diressi verso la reception. Presi le chiavi della camera di mio padre, dicendo la verità, che era morto.
Arrivata di sopra, inspirai ed espirai e, poi, entrai.
Tutto era in ordine. Nessun vestito fuori posto. La valigia era al centro del letto, chiusa, al di sopra della quale c'era un diario, rilegato in pelle, con qualche cuore viola.
Mi avvicinai. Lo presi. Lo aprii.
Le prime pagine era piene della scrittura di mio padre. Così incominciai a leggere.
"Cara Vilu,
lo so...sarai arrabbiata. Non devi esserlo. Non devi esserlo PER ME, perché in questo momento io ti sto guardando e non voglio vederti piangere. Non voglio. Ho deciso di voler passare il mio ultimo tempo con te, nella città dei tuoi sogni.
Io lo sapevo. Mamma lo sapeva. Sapevo della mia malattia, ma non volevo lasciare a questa il potere di decidere come e con chi passare questi giorni. Vilu, hai reso l'addio di un grande amore, come il nostro, più dolce.
Mi mancherai. Mi mancherai talmente tanto che non ne hai idea.
Non volevo lasciarti, ma il destino ha deciso così.
"Avrai sorriso sul tuo viso" ed è vero.
Avrai tante gioie e, purtroppo, anche tanti dolori.
Non abbatterti. Vivi. Sei forte, sei coraggiosa.
"Sei il regalo mio più grande".
Vivi il tuo sogno. Diventa una cantante. Chissà, magari, riuscirai a scrivere una canzone su di noi.
Il mio lavoro, di cui ti avevo parlato, è proprio questo tesoro che tieni in mano, in questo momento. È tuo. Scrivi.
Adesso, devo dirti addio.
Ti amo, mia piccola Violetta.
Il tuo papà.
Per sempre"
Con le lacrime agli occhi, strinsi il diario al petto e pronunciai, quasi in un sussurro, "Ti porterò con me, papà"...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2023 ⏰

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