Alziamo la coppa a Wembley

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Eravamo in fila ad aspettare il nostro turno per poi sederci nella zona VIP...ancora Vale non poteva crederci!!! Appena arrivò il nostro turno, presentammo i biglietti e dopo, ognuno di noi prese un posto dove sedersi. Ancora mancava mezz'ora e in quella mezz'ora io e Vale commentavamo le foto di ognuna che avevamo fatto a Londra...naturalmente mio padre ci fece un' ulteriore foto. 

Erano le nove e , finalmente, vedemmo due maglie giganti, una blu e l'altra bianca, che rappresentavano rispettivamente l'Italia e l'Inghilterra. Poco dopo, entrarono le squadre e quando venne il momento dell'inno di Italia, tutti ci alzammo e, insieme ai calciatori, cantammo "Fratelli D'Italia". Una parte dello stadio di Wembley si alzò ed era uno spettacolo...alcuni con la bandiera italiana al collo, altri con cappelli...un po' buffi...con il colore dell'Italia...insomma c'era di tutto. Vale mi indicò Di Lorenzo...non ve l'ho detto ancora che lei è innamoratissima di lui, no no ve l'ho detto ahahaha...accanto a lui c'era il calciatore con il numero 14 stampato sulla maglietta.  Il mio sguardo incontrò il suo, ma, subito dopo, il suo sguardo andò su qualcun'altro. Non capii chi perché era coperto da tifosi sia inglesi che italiani. 

Ecco la partita era iniziata. Dopo due minuti la folla inglese impazzii perché la loro squadra aveva fatto goal. Non andava affatto bene. Il tempo passava e più passava, più l'ansia mi assaliva...avevo detto che il calcio non mi interessava ma, essere Campioni d'Europa era un onore ahahahah.  Ad un certo punto della partita, anche la nostra squadra, la squadra italiana, fece goal. Tutta la folla si alzò per urlare dalla gioia, ma ancora ci rimaneva un bel po' di tempo. 

Eravamo arrivati ad un pareggio , 1-1, quindi dovevano esserci i supplementari, ma, rimanevamo con lo stesso risultato, dovevano fare i rigori...la parte più bella e divertente secondo me. 

I rigori erano iniziati. Il nostro portiere Donnarumma era bravissimo poiché aveva parato molti rigori ma , come succede, non era arrivato a pararle tutte. Toccava al nostro ultimo giocatore...eh eh eh...CAMPIONI D'EUROPA. Non ci potevo credere, non ci potevamo credere...io e Vale ci abbracciammo e poi si unii a noi anche mio padre. Tutti i giocatori si misero ad urlare, fino a quando, era arrivato il momento della premiazione e di alzare la coppa. Il numero quattordici, che, ancora, non avevo capito chi fosse, prese una bandiera italiana, gli misero attorno al collo la medaglia e poi, baciò la coppa.

 Era arrivato il momento, era arrivato il momento di alzare la coppa. Giorgio Chiellini prese la coppa e si avvicinò ai suoi compagni, fino a quando, arrivarono anche gli altri. In quel momento alzammo la coppa a Wembley. Era uno spettacolo, davvero. Il tricolore si poteva vedere d'ovunque. Non potevo credere che potessi provare un'emozione così forte, così bella.

Vale, dopo essersi scatenata, mi sussurrò all'orecchio che aveva parlato con mio padre e che potevamo andare, anzi dovevamo andare, alla festa con tutti i giocatori e gli altri VIP.  Non volevo andarci,affatto...Vale , allora, chiamò mio padre, che cercò in tutti i modi di convincermi ad andare. Mentre mi pregavano di andarci perché per Vale significava tutto, essendosi innamorata di un calciatore, e per mio padre significava fare nuove amicizie, vidi tra la confusione il numero quattordici che teneva in mano la coppa, che baciava per una foto. 

Alla fine, accettai l'invito ma,  non avrei mai pensato che potesse capitare a me. 

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