Due giorni dopo

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Erano passati due giorni dal funerale di mio papà. Erano passati due giorni, in cui l'unica cosa che avevo fatto era stata quella di stringermi forte al cuscino e dormire, affogata dalla lacrime.
Valeria aveva provato a parlarmi ma, io fissavo sempre un punto fisso sulla parete della stanza, come se avessi il potere di fermare il tempo, almeno questo era quello che avrei voluto fare.
Avevamo ancora pochi giorni a disposizione per restare in quella camera d'albergo.
Mentre stavo abbracciando il cuscino, stesa sul letto, qualcuno bussò alla porta.Vale andò ad aprire ed io vidi entrare Matteo, Giovanni, Federico e Benedetta.
"Ciao Vilu, volevamo passare e dirti che non ti lasceremo sola, neanche quando ritorneremo in Italia" disse Giovanni.
Io non feci altro che continuare a guardare il punto fisso.
Ad un certo punto, si sentì un rumore provenire dal mio stomaco.Non mangiavo da due giorni.Ed ecco che Vale prese la parola "Basta.Basta, Vilu. Io non ce la faccio più. Non voglio perdere la mia migliore amica. Non mangi. Non bevi. Ho rischiato di perderti già una volta per quella schifosa malattia, che ti aveva fatto diventare un fantasma.
Hai perso già padre. È un dolore lancinante, ma lui vorrebbe che tu reagissi, che tu vivessi, che ti godessi la vita. A tutto c'è una spiegazione. Se tutto doveva andare così, ci sarà un motivo"
Io rimasi in silenzio, sentendo le ultime parole. Quindi mi alzai e dissi " A tutto c'è una spiegazione? Allora spiegami, illuminami. Perché ho dovuto subire prima il dolore dell'anoressia e poi il dolore per la morte di mio padre. Mio padre, mio padre...
Scusami, ma io non trovo alcun senso. Sono stanca che tutto faccia così male" allora le mie gambe cedettero "Spiegamelo, spiegami questo dolore" scoppiai a piangere.
Vale si avvicinò e mi abbracciò.
"Shh, lascialo andare e ora che lui vada"
"Io non ci riesco, non voglio."
"Ci riuscirai. Adesso, alzati, vestiti, truccati e andiamo a mangiare. Venite con noi?" chiese Vale, rivolgendosi agli altri.
"Certo" dissero.
Mezz'ora dopo uscii dal bagno. Indossai un maglia dei Queen con jeans a vita alta.
Mi misi un po' di correttore per coprire le occhiaie e un po' di fard. Tutto a poco a poco, mi dissi.
"Sono pronta"
Presi tutto quello che mi occorreva e, una volta usciti, ci chiudemmo la porta alle spalle.

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