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passato

(LEGGETE L'ANGOLO AUTRICE PLS)

Per la prima volta mi svegliai tranquillamente, senza incubi o una dolorosa notte in bianco. Cercai di divincolarmi ma ero stretta ad un abbraccio, mi voltai e vidi un gufo avvinghiato al mio corpo e non si voleva staccare. Lo guardai ed era davvero bello, i capelli scompigliati che gli ricadevano sul viso e le labbra socchiuse e rosee. "vorrei tanto baciarle un'altra volta"
Dopo questo misero pensiero gli toccai i capelli, li stavo studiando e mi meravigliai del fatto che fossero tremendamente morbidi. Dopo pochi minuti i suoi bellissimi occhi si aprirono e mi guardavano incuriositi e forse anche felici.
"Buongiorno piccola" aveva la voce impastata dal sonno che lo rendeva ancora più sexy.
"Buongiorno gufetto" nel mentre gli stavo ancora accerezzando i capelli e lui mi stava toccando il fianco. Ci stavamo guardando senza proferire parola. Mi stavo nuovamente perdendo in quei occhi dorati come il sole, non riuscivo a non guardarli. Ad un certo punto si avvicina di più al mio viso.
"Smettila dì guardarmi in quel modo" non era arrabbiato ma bensì divertito.
"E come ti starei guardando?" "Come se volessi un bacio" quel gufo mi stava copiando le battute.
"Non mi copiare le frasi" detto ciò misi il broncio e smisi di accarezzargli i capelli. Lui si avvicinò ancora ma sta volta mi baciò. Un semplice bacio a stampo pieno di sentimenti. Mi staccai per un attimo e notai che le sue mani erano in una posizione diversa da prima. Quella che era sul fianco ora si trovava a contatto con la mia pelle, aveva spostato la maglia più in alto. Invece l'altra mano era sulla mia nuca per tenermi stretta a lui. Impaziente si avvicinò nuovamente per far scontrare le nostre labbra. Questa volta il bacio divenne passionale. Un misto di affetto ma anche di un estremo bisogno di contatto. I nostri fiati erano irregolari e corti. "il gufo sa baciare bene"
Sentì le sue mani avvicinarsi al mio petto ma Bokuto cambió posizione drasticamente, si mise sopra di me. In effetti quella posizione era scomoda. Ci eravamo staccati per un momento ma potei benissimo vedere le sue guance rosse, le labbra gonfie per il bacio, i suoi capelli disordinati per colpa mia e poi i suoi occhi pieni di desiderio. Lo volevo ancora e non potevo negarlo.

D'altronde Bokuto non era messo molto bene, e se n'era accorta da quando si era svegliato. Fu svegliato dal suo piccolo angelo che gli toccava i capelli. La vedeva tranquilla e intenta a studiare quella chioma bicolore. Dopo il bacio la situazione si era aggravata. Vederla in quello stato per merito suo gli faceva aumentare il desiderio. Il suo corpo lo bramava dall'inizio e poterlo toccare così facilmente lo faceva impazzire. Dopo aver cambiato posizione la vide. Rossa in viso e con il fiato corto. Le labbra erano gonfie e i suoi capelli erano tutti scompigliati. Per non parlare della maglia che si era quasi alzata completamente. Si leccò le labbra e la castana divenne ancora più rossa. Bokuto si avventò nuovamente sulle sue labbra ma sta volta fece combaciare i loro corpi. La castana avvinghiò le sue gambe al bacino del ragazzo e quella mossa lo sorprese. Continuavano a baciarsi come se quella fosse il loro unico modo per parlare ed esprimere le loro emozioni più forti. Si completavano così. Ormai la stanza era piena di rumori causati dal loro bacio e dai versi che facevano entrambi. Affiatati come non mai ormai la situazione stava degenerando e Bokuto stava soffrendo. La castana in preda al bacio gli tolse la maglia ma sentirono un tonfo al piano di sotto.

Si fermarono entrambi in preda al panico e con il fiatone. Si guardarono per un tempo indefinito ed erano entrambi rossi e felici dell'accaduto. Il gufo stava per dire una cosa ma fu interrotto.
"Diana vieni a fare colazione" la madre urlò così forte da far spaventare la ragazza. Era nel panico. Sua mamma non sapeva che Bokuto si fosse fermato a dormire. Per fortuna sapeva già cosa dire e cosa fare. Dopo un paio di minuti per essersi sistemati e calmati scesero entrambi e andarono in salotto. Per fortuna era domenica ma la mia giornata era iniziata in un modo tutto suo. Quando mia madre ci vide entrambi fu quasi arrabbiata.
"E lui chi sarebbe?" mi chiese in italiano e Bokuto non riusciva a capire. (i dialoghi con la madre saranno in italiano e metterò questa scrittura)
"Mamma lui è Bokuto Kotaro un mio amico"  Bokuto non stava capendo nulla ma la ragazza al suo fianco lo precedette.
"Ti ho appena presentato a mia madre, lei non parla giapponese. Farò tutto io tu sta calmo e cerca di non parlare ok?" il gufo annuì e per stare più tranquillo prese la mano della ragazza con molta delicatezza e quasi titubante ma la ragazza accettò quel contatto.
"Sei sicura che sia solo un'amico? Allora dimmi perché era in camera tua" mi stavo innervosendo ,sapevo benissimo dove volesse andare a parare.
" Non ti dovrebbe interessare della mia vita privata ed era in camera mia perché mi era venuto, nel bel mezzo della notte, un attaco di panico dovuto agli incubi cazzo" stavo urlando più del dovuto e Bokuto strinse un po' più forte la mano e lei si calmò. La donna invece era triste ma non si stupiva della cosa. Lo sapeva benissimo che la odiava.
"Allora la prossima volta avvisami se si ferma ancora o anche un altro tuo amico o amica così potevo preparare la colazione. Adesso vado da Diego e rimarrò da lui per un po'. Cerca di non far cadere la casa"  non la stava guardando ma per formalità strinse la mano a Bokuto per presentarsi e dire quella semplice frase che aveva imparato. "Piacere Bokuto io sono Elena, la madre di questa rompiscatole" gli fece un sorriso e lui ricambiò.
"Piacere mio signora" " Non mi chiamare signora e stai tranquillo, prenditi cura di lei" dopo ciò se ne andò.  Bokuto era sorpreso. Si voltò dalla ragazza e la sorprese già intenta a guardarlo.
"Ti devo dire delle cose Kotaro" "Va bene Diana" e le diede un piccolo bacio a stampo e si sedetterò sul divano.
Si fece coraggio e gli raccontò dell'incidente e che perse suo fratello e suo padre, che per ciò si dovette trasferire ed iniziarono gli incubi e gli attacchi di panico ma aggiunse altro che ad Akaashi non disse.
"Bokuto dopo quell'incidente era passato un anno e due mesi prima di trasferirmi. In quel lasso di tempo sono stata ricoverata sia in ospedale che in psichiatria. Per farla breve mi hanno diagnosticato delle malattie. La depressione dovuta sia all'incidente che ad altri fatti che poi ti racconterò, ansia e un disturbo alimentare". Era triste dopo tutte quelle informazioni e siccome non sapeva cosa dire mi abbracciò. Restammo lì per un po' finche non dissi qualcosa.
"Grazie Kotaro ma adesso avrei fame" mi staccai e gli sorrisi.
"Aspetta ti faccio i pancake" il gufo si alzò e andò diretto  in cucina sotto ai miei occhi vigili. Dopo nemmeno un quarto d'ora mi portò i pancake e per la sorpresa, "pensavo scherzasse", gli saltai addosso e lo baciai. Una piccola azione che mi è venuta naturale. Senza che io mi staccassi Kotaro si sedette su una sedia e incominciò a mangiare i pancake e feci lo stesso.
La giornata è iniziata davvero bene.

E nulla non so cosa scrivere lmao. Vi dico soltanto che in questo periodo sono in vacanza e non aggiornerò molto ma farò il possibile per mettere anche un capitolo a settimana.Se vi sta piacendo mettete una stellina e ditemi se vi sta piacendo e se dovrei continuarla.
~Fra☁️

Quel raggio di sole  (storia su Bokuto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora