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leggete l'angolo autrice pls

tempo

Bokuto's pov

Sono passati mesi da quella partenza, quella partenza che mi ha distrutto. Ormai non dormivo da giorni, forse settimane e la cosa si notava. Avevo delle occhiaie da far paura.

Erano le 6.00 di mattina e come ogni altro giorno stavo ammirando l'alba dedicandola a lei, soltanto al mio piccolo angelo. Ogni giorno le scrivevo ma lei rispondeva poco, me lo aveva spiegato. Il suo dottore le tirava via il telefono per delle ore e poteva usarlo solo per 3 ore al giorno. Era una fottutissima tortura ma ho sempre mantenuto la promessa. Era bello sentirla felice, come lei diceva, ma so per certo che tanto felice non era. L'avevo notato dai suoi ultimi vocali che sto rigorosamente riascoltando in questo momento.

"ehi gufetto, mi manchi tantissimo" faceva molte pause quando parlava e capisco bene il motivo "scusa se non rispondo spesso e davvero mi dispiace, ma so come farti felice" la immaginai con un sorriso timido in presa all'imbarazzo "ho sentito che la squadra di pallavolo della nazionale italiana sta cercando un alzatore e uno schiacciatore laterale" quando me lo aveva detto ero davvero felice, avrei avuto una possibilità per andare da lei, per stare finalmente con lei "ho chiesto all'allenatore di chi fosse interessato, insomma abbiamo parlato e ti ho proposto ma non ho fatto il nome di Akaahi e penso tu sappia già il perché ma.." ora stava urlando, penso per la gioia, d'altronde ha molte conoscenze e quando era in Giappone ha conosciuto tutti, nessuno escluso "ma ho fatto il nome del ragazzo di Hinata, si insomma Kegeyama" dopo quest'ultima frase la sentivo giú di morale, come se la sua felicità si fosse spenta all'improvviso "si ecco non ho altro da dirti, se non che mi manchi davvero tanto Kotaro, voglio vederti al più presto" fece una pausa come si stesse controllando "Ti amo Kotaro" sentì un singhiozzo ma il vocale finì. Quel ti amo era strano, era come se fosse stato un addio. L'avevo notato subito purtroppo e lo feci notare anche ad Akaashi che si allarmó subito. Quel "ti amo"così triste era come per dire "non so se riuscirò a vivere, devo lasciarti". Da quel giorno infatti non ricevetti nessun messaggio. La nostra promessa si era infranta ma solo per lei, io le stavo ancora scrivendo, ogni giorno con ogni dettaglio. Non volevo perderla in quel modo.

un anno dopo

Avevo finito il liceo. Una parte di me si è staccata definitivamente da quegli anni, anzi dall'ultimo anno. Dopo che lei se n'era andata. Non mi scrive più e per mia fortuna, se si può dire così, ho saputo il perché da parte della sua migliore amica. Mi aveva detto che la stavano ricoverando definitivamente, ciò vuol dire niente telefono ne chiamate... insomma non poteva fare nulla. Le stavo ancora scrivendo a distanza di un anno, un anno che stavamo insieme, almeno per me. Sapevo che lei aveva già messo un punto a tutto per colpa dei dottori  ma io no, sarei andata da lei e l'avrei sposata come le avevo promesso in quel giorno disperato.

Avevo già programmato delle cose, come andare in Italia ma servirà altro tempo. Un altro anno ma resisterò, lo farò per lei, per noi.
Akaashi verrá con me, stava ancora insieme a Martina. Un giorno improvviso, proprio quando stavo per prenotare varie cose, venne  li da noi. Ci ha spiegato bene la situazione portandoci delle cose. Dei piccoli regali fatti da Diana. Ad Akaashi fece una lettera e gli regalò un libro di non so quale genere ma a me regalò un piccolo pacco. Lo presi e lo aprì. La suo interno c'era un quaderno abbastanza grande di colore bianco, una lettera e un peluche. Presi in mano il piccolo peluche, era il suo preferito ed era raffigurata una volpe. Sorrisi al ricordo di lei.
Poi cercai di prendere il quaderno ma Martina mi fermò. Mi indicò la lettera come per dirmi "leggi prima la lettera e poi guarda il quaderno" feci come mi "disse" lei. Presi la lettera per le mani ma non riuscivo a muovermi, qualcosa mi impediva...era come se avessi paura.
"Bokuto-san vuoi che te la leggo io?" Akaashi parlò forzatamente con la voce spezzata per il pianto di prima. Il pianto causato dalla sua lettera. Annuì. Akaashi si avvicinò e me la prese dalle mani. La aprì.
"Ciao mio piccolo gufo, è da un po' che non ci sentiamo eh? sappi che mi dispiace, davvero ma ricordati che non mi sono dimenticata di te. Non lo farò mai. Questa lettera sarà abbastanza lunga, se mai fatti aiutare da Akaashi intesi?" Akaashi si bloccò, notai che stava leggendo di sfuggita le frasi successive, lo guardai in viso e lo vidi in preda alle lacrime. Poi andò di nuovo avanti.
" Amore devi sapere che nella clinica non sta andando bene, si sto guarendo ma a ritmi lenti. Come avevo detto ad Akaashi un anno fa, avevo intenzione di venire in Giappone per vederti, era un piano ben costruito con, ovviamente, dei contro. Infatti questo piano fallì, la mia situazione è degenerata esattamente 6 mesi fa, proprio quando volevo partire. Mi mandarono  al ricovero senza telefono. Con ciò avevo incaricato Martina di dirtelo perché sapevo che saresti stato triste.
Detto ciò sappi che ti aspetterò sempre, le
giornate sono vuote senza di te e non sto scherzando. Mi manca la tua presenza, le tue coccole, i tuoi baci, i tuoi bellissimi capelli e i tuoi cazzo di occhi. Quegli occhi mi hanno fatto innamorare di te sin da subito. Mi ritengo fortunata ad averti, avere al mio fianco un ragazzo, anzi uomo ormai adulto, cosi perfetto ai miei occhi. Ora che ci penso è da quasi un anno e tre mesi che stiamo insieme ma, dentro a quella scatola, come avrai già notato e cercato di prendere subito, c'è un quaderno. Quel quaderno è il mio regalo per il nostro anniversario. Li dentro troverai tante cose che ho collezionato nei 6 mesi che sono stata li in Giappone con te. Spero ti piaccia perché ci ho messo tutta me stessa. Non so cos'altro dirti amore mio ma sappi che ti aspetto qui in Italia in quella squadra di pallavolo. Fa lo stesso se verrai qui tra un anno o due, so  aspettare la mia anima gemella, posso aspettare in eterno per te Kotaro. Ti amo gufo"
Akaashi finì con le lacrime agli occhi ma io dovetti stare zitto. Ero messo peggio di lui. Avevo stretto tra le mie braccia quel peluche con il suo odore ed ero pieno di lacrime. Stavo singhiozzando, cosa che non avevo mai fatto prima. Ero sull'orlo di urlare il suo nome, urlare a tutti quanto la amassi e quanto mi mancasse come se anche lei potesse sentirmi. La volevo vicino a me anche a costo di fare tutto quel viaggio a piedi. Non riuscivo a starle ancora lontano e lo capì anche Akaashi.
"Bokuto-san, vai da lei" mi guardò con gli occhi rossi causati dal pianto. Cercai di guardarlo e parlare ma fallì.
"Ti prego vai da lei, io ti raggiungerò, ma vai. Sei distrutto e non posso vederti così. Devi sapere che ho fatto una cosa.." si fermò e lo guardai curioso.
"Avevo parlato con Diana prima del ricovero e avevamo deciso di una cosa. Dopo questo regalo che sapevo sarebbe arrivato, tu saresti partito. Ti ho già programmato un viaggio, ho fatto tutto quanto e ne ho parlato ai tuoi genitori" mi guardò deciso " Partirai tra due giorni".
Ero stupito dalla sua prontezza. Lo avevo già visto così ma in una situazione del genere mai. Ero sbalordito. Non riuscivo a dire nulla per la felicità. Feci solo una cosa che Akaashi capì immediatamente, avevo smesso di piangere.
"Keiji io non so come ringraziarti, davvero grazie" lo abbracciai. Akaashi rimase fermo per il gesto avventato ma ricambiò subito. Dopo nemmeno qualche secondo sentimmo un suono che entrambi conoscevamo. Ci staccammo e ci girammo verso Martina. Ci aveva fatto una foto.
"Babe what th-" senza che Keiji finì, la mora esplose in una risata che mi fece sorridere.
"sono uguali" la sua risata mi aveva trasmesso sia felicità che malinconia. Dopo quel momento presi il quaderno fatto dalla mia piccola volpe e lo aprì. Era pieno zeppo di nostre foto con dediche di canzoni, frasi, e giorni compresi orari. Era tutto perfetto. Notai che alla fine c'erano delle pagine vuote come se volesse che lo continuassi oppure voleva che lo continuassimo noi due insieme. Ero fecile di nuovo.
L'unica cosa che effettivamente stavo pensando in quel momento era il viaggio che dovevo affrontare tra 2 giorni.

Una settimana dopo

Ero arrivato in Italia da quasi una settimana e non sono riuscito ad andare da Diana. Non poteva ricevere visite in questi giorni per via di alcuni controlli approfonditi. Ormai avevo già visitato per bene Firenze e devo dire che è davvero bella, me l'ha descritta bene quella volpe.
Avevo deciso, insieme ad Akaashi, di andare alla casa di Diana e di vivere lì. Era grande e spaziosa con molti oggetti che mi aveva detto lei in precedenza. In quei giorni avevo affinato il mio italiano e lo parlavo abbastanza bene, d'altronde lo sto studiando da un anno e mezzo. All'improvviso ricevetti una chiamata.
"pronto?"
"lei può ricevere visite" senza farmelo ripetere mi fiondai alla clinica. La strada non era tanto lunga ma corsi lo stesso. Ero impaziente.
Dopo minuti interminabili mi ritrovai davanti ad un palazzo imponente di colore bianco.
Entrai e fui invaso di un odore che sapeva di vecchio e di ospedale. Andai alla reception e mi indicò il foglio da firmare, ormai la povera ragazza mi conosceva bene.
"finalmente sei qui, vai dalla tua ragazza e salutamela" le accennai un sorriso e corsi da lei. Sentivo che il nostro filo rosso si stava accorciando sempre di più, ormai il mio istinto mi guidava nei corridoi.. era come se stessi sognando. Poi vidi la camera. N.04, Balbini.
Fissai quella targhetta così insignificante ma importante allo stesso tempo. In quel momento mi vennero in mente tutti quei ricorsi passati con lei. Il nostro primo incontro, il primo appuntamento, il primo bacio... la nostra prima volta. Sembravano tutti dei flash accecanti. Presi coraggio e aprì la porta. Il suo odore mi invase le narici e d'istinto chiusi gli occhi come per bearmene poi li aprì e la vidi. La vedevo più viva, felice, in salute.. la vidi guarita. Si girò e ci guardammo negli occhi come la prima volta. Niente era cambiato tra noi, solo la distanza ci ha impedito questo incontro, ci aveva impedito quella vita che poteva essere perfetta. Il nostro amore era rimasto lo stesso, forse anche più forte di prima.
"Ehi gufo"
"Ehi piccola volpe"
Senza esitare si fiondò tra le mie braccia. Il suo corpo era ancora minuto ma accidenti mi era mancata. I suoi capelli erano cresciuti. Li presi tra le mani in modo leggero e li strinsi. Mi era mancato tutto di lei. Tutto.
In quel abbraccio svuotammo i nostri cuori, dicendo i nostro sentimenti più veri e giurandoci nuovamente amore eterno ma stavolta lo era per davvero.

Che dire anche questo capitolo è finito e un po' mi dispiace perché la storia sta finendo.Piango. Ma ho una notizia. Ho intenzione di scrivere altro, forse una reader o una storia come questa. Il punto fondamentale è che non so con chi farla, ho in mente Bakugo, Iwaizumi, Itadori, Osamu miya e Kirishima. Cavolo ditemi voi che sono in confusione. Detto ciò.. vi sta piacendo la storia? mettete una stellina se è un si. Ci vediamo nel prossimo capitolooo
~Fra☁️

Quel raggio di sole  (storia su Bokuto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora