~19~

82 7 0
                                    

                                     addio

Il giorno dopo Martina si svegliò prima di me e fece la colazione per entrambe. Poco dopo andai anche io in cucina e mangiai. Nel mentre mi era arrivato un messaggio da parte di Kotaro.

gufo <3
Tra 10 minuti sono li

Andai a cambiarmi e avvertì anche Martina, sapevo che veniva anche Akaashi ma non le volevo dire nulla al riguardo.

Passati i 10 minuti aspettai insieme a Martina davanti alla porta di casa. Stavo sistemando le scarpe quando lei mi disse una cosa.
"Quando lo dirai a Bokuto?"
"Oggi se tutto va bene" mi guardava con sdegno, sapeva che la partenza si stava avvicinando.
"Ti devi sbrigare cosi anche lui può passare del vero tempo con te prima che te ne vada"
"Martina lo so, secondo te come faccio a non pensarci per tutto il giorno? cazzo è da quasi due settimane che ci penso e non riesco a dirglielo" urlai disperata. Sapevo che i vicini stessero ascoltando ma poco mi importava. Sentivo dei passi fuori dall porta ma non riuscivo a calmarmi.
"Diana glielo devi dire" stavolta urlò.
"Gli devi dire che ritornerai in Italia, altrimenti glielo dirò io" urlò ancora. Sentivo qualcosa cadere a terra davanti alla porta di casa.
Aprì di scatto la porta e trovai lui. Era in lacrime, l'aveva capito.
"Ti prego fammi spiegare Kotaro, te lo volevo dire adesso con calma e non così" mi avvicinai con le lacrime agli occhi. Per fortuna Akaashi lo teneva fermo per far si che non scappasse da qualche parte.
"Allora spiegami" mi disse singhiozzando. Non riuscivo a vederlo in quel modo, non riuscivo a guardare i suoi occhi. Abbassai il capo e vidi un mazzo di rose bianche a terra. Lo guardai di nuovo. Ci stavamo stringendo le mani come per calmarci.
"Vieni dentro casa e seguimi in camera cosi ti spiego tutto con calma" lo guardai grondante di lacrime. Non riuscivo a parlare tranquillamente senza balbettare. Senza dire nulla mi superò e andò in camera mia, guardai Akaashi e mi confermò la cosa senza che lo chiedessi.
"Prima di venire qui ha preso per te quel mazzo di rose bianche, aveva detto che voleva vederti sorridere di nuovo. Ti vedeva spenta e troppo pensierosa. Ora vai e spiegagli tutto"
Senza farmelo ripetere corsi in camera mia e lo trovai li, seduto sul bordo del letto.
"Non mi dire che centra la clinica" si girò lentamente. Di scatto chiusi la porta.
"Kotaro" singhiozzai "avevo avvisato mia madre e lo sapevi, ma lei ha avvisato la clinica" mi guardava ancora con i suoi occhi ormai spenti. "Poche ore dopo mi aveva chiamato il mio dottore e che dovevo partire entro il 14 di Aprile" mi guardava sorpreso. Sorpreso perché aveva ancora del tempo per stare con lei anche se poco.
"Ho provato in tutti i modi a convincerlo di venire qui ma non ci sono stati versi e mi ha chiuso la chiamata in faccia senza che dicessi altro" guardai in basso, dovevo dirgli tutto.
"Non ti lascerò, non voglio. Sono troppo innamorata di te e non riesco a lasciarti"
Aveva le lacrime agli occhi, si stava avvicinando a me con un passo molto calmo e lento.
"Nemmeno io ti lascerò perché verrò con te" non poteva, non poteva farlo. Aveva una vita qui.
"No, hai una vita, una passione da seguire quindi no. Non verrai con me"
"Allora verrò da te dopo la scuola, la lingua la stavo imparando proprio per questo motivo...per stare con te" piansi. Piansi attaccata a lui. Cercai di calmarmi ma non ci riuscivo.
"Non puoi farlo. Mi devi promettere una cosa"
"Anche tu però"
"Mi devi promettere che non verrai da me, che seguirai la tua passione, che starai vicino sd Akaashi e.." non sapevo se dirlo, avevo paura che la prendesse male " e che mi aspetterai"
Senza aspettare una risposta mi baciò. Le promesse le consolidavamo con i baci, con il nostro affetto più vero.
"Te lo prometto, ti aspetterò sempre. Le ragazza di qui sono tutte snob. Tu sei l'unica per me e lo penserò sempre. Tu diventerai mia moglie e te lo prometto a costo di vendere la mia anima al diavolo" piansi ancora più forte di prima spaventando anche i due piccioncini del piano di sotto. Per fortuna non vennero a controllare.
"Ora dimmi la tua promessa" dissi dolcemente ancora attaccato a lui, in un abbraccio che volevo durasse in eterno.
"Aspettami anche tu, guarisci e mi dovrai scrivere ogni santo giorno. Non mi importa a che ora ma dovrai farlo" lo baciai.
"Mi dovrai scrivere anche tu intesi?" ci guardammo nuovamente negli occhi ma stavolta con una luce diversa. Con una luce di speranza.
Passammo quel pomeriggio solo noi due abbracciati, dicendoci cose dolci e rassicurandoci a vicenda.

Quel raggio di sole  (storia su Bokuto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora