!Premessa!
/Vorrei specificare che io non conosco bene questo secolo, mi piaceva semplicemente l' idea di ambientare la mia storia in questi tempi, perciò spero di non sbagliare molti dettagli relativi a ciò. Specificato questo vi lascio alla lettura, Bye <3 /
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Si stava ormai facendo l' ora di pranzo e dovevo ritornare a casa per poter preparare un pasto a me e a mia madre prima che arrivasse il dottor Longway per il controllo settimanale della salute di Agnes, mia madre.
Il dottor Longway era il migliore amico di Gardan, mio padre, cosa che mi sembrò alquanto strana appena la venni a sapere, siccome mostrava solo qualche anno più di me. Ad ogni modo, per questo motivo era ben felice di rivolgere cure alla moglie del suo vecchio amico.
Al ritorno verso casa mia trovai Aldan, o dottor Longway allentrata proprio davanti alla porta
-Buongiorno dottor Longway, state aspettando da molto?-
-Sono appena arrivato Abey, e vi ho già detto molteplici volte di chiamarmi Aldan-
-Va bene, dottor Longway- Gli risposi con un sorriso per fargli capire che stavo scherzando.
-Vostra madre è migliorata?- Disse diventando serio.
Evitai di rispondere per non dargli una notizia negativa e mi limitai a fare una smorfia per fargli capire ciò che non avevo il coraggio di dirgli ad alta voce.
Lui annuì pensieroso e gli feci cenno di entrare in casa dopo avergli aperto la porta.
-Mamma!! Sono tornata!!- Le urlai sapendo che per via del poco spessore delle pareti riusciva a sentirmi anche dalla camera da letto da cui da tre mesi a questa parte non si alzava per le poche forze se non per andare in bagno.
Io e il dottor Longway, o Aldan, ci avviammo verso mia madre trovandola sveglia e come al solito senza molte forze.
Lasciai Aldan visitare mia madre e attesi nel piccolo salottino accanto alla camera da letto. Non mi aspettavo buone notizie, nonostante il piccolo barlume di speranza dentro di me che non riuscivo a spegnere, non mi piaceva illudermi per poi rimanere doppiamente peggio allarrivo delle pessime notizie. Dopo 15 minuti la porta della camera si aprì rivelando il volto di Aldan che stranamente era diverso dalle altre decine di volte che mi disse nessun miglioramento. Questa volta aveva una faccia più cupa del solito, come se fosse immerso nei suoi pensieri fino a dimenticarsi addirittura della mia presenza. Cominciai a toccarmi il lobo dellorecchio destro, un vizio che mi fa tranquillizzare o sfogare quando ho ansia. Si sedette sul divano davanti alla poltrona su cui ero seduta.
-Abey, noi ci conosciamo da tanto tempo, perciò non voglio mentivi. Vostra madre non solo non è migliorata, ma anche peggiorata. Non so se sia il caso di continuare a curarla qui, in mancanza di medicinali o una custodia più attenta. Ho parlato con Agnes e abbiamo deciso di trasferirla in un centro specializzato in cure mediche in cui potrà essere più al sicuro. Inoltre non dovreste pagare queste cure. Questo centro dove voglio portare vostra madre si procura i medicinali grazie alle generose donazioni che arrivano ogni giorno-
Mi servirono un paio di minuti per assimilare ciò che mi disse Aldan. Avrei dovuto scombussolare tutta la mia vita? Sarei potuta andare da mia madre a trovarla? Era davvero la scelta migliore? Dopo aver messo in ordine i miei pensieri gli risposi
-Posso parlarne prima con mia madre e poi farvi sapere?-
-Certo Abey, capisco che tutto ciò possa risultarvi nuovo e quindi pericoloso, ma sappiate che veglierei io su di voi, e sapete che vi potete fidare di me-
Annuii prima di salutarlo e andare nella camera di mia madre per fare chiarezza sui miei pensieri.
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Aprii la porta di legno sperando di fare il meno rumore possibile per non rischiare di svegliare mia madre dalla sua dormita quotidiana che faceva ogni volta dopo la visita del dottor Longway. Purtroppo non andò come previsto siccome in seguito ad un cigolio di troppo della porta arrugginita vidi mia madre aprire gli occhi assonnati e guardare la persona che l'aveva interrotta dal suo sonno.
-Scusa mamma, non volevo svegliarti- Sussurrai
-Non c'è problema tesoro. Hai parlato con Aldan?-
-Sì, ma non credo di aver ben compreso cosa ha cercato di dirmi-
-Vieni qui accanto a me-
Mi disse facendomi segno con la mano di sedermi sul letto accanto a lei, cosa che feci subito per non farla scomodare. Mi guardò negli occhi per una decina di secondi prima di cominciare a parlarmi.
-Sai, ho sempre amato il fatto che tu avessi gli occhi grigio scuro di tuo padre, è come se una parte di lui fosse sempre con noi-
Per me non era così. Ogni volta che mi guardavo allo specchio e vedevo i miei occhi, non facevo che ricordarmi del fatto che non potessi più andare ad abbracciare mio padre quando ne avessi voglia, o andargli a parlare di come le altre bambine del villaggio mi prendessero in giro per poi farmi consolare da lui.
-Mamma, cosa stai cercando di dirmi?- Le chiesi sapendo che ogni volta che metteva in un discorso nostro padre, doveva dirmi qualcosa di importante.
-Abey, sto cercando di dirti che fra un po' cambierà tutto per te-
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Amami tra le tenebre
FantasyAbey Starshine è una giovane ragazza del 1700 che per via della pessima salute della madre si trasferirsce in un luogo dove può sentirsi più protetta. In attesa della guarigione della madre, Abey si abituerà sempre di più alla sua nuova vita e ai nu...