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Novembre 1740

Era una fresca mattinata d' inverno quando percorsi di fretta i gradini sul pianerottolo di casa mia. Appena varcato il piccolo cancello di legno che delimitava la dimora appartenente a me e a mia madre, mi resi conto della brezza leggera che accarezzava la mia pelle candida e delicata e del vento che mi spostava le ciocche di capelli color nocciola dal viso.

Controllai velocemente di aver preso tutti i libri da restituire alla biblioteca del paese. Ben 5 libri stringevo al petto come se fossero l unico barlume di luce in un oceano di oscurità. Ebbene sì, amavo leggere. I libri rendevano la realtà più facile da sopportare, mi trasportavano in mondi tutti diversi l' uno dall altro, amavo estraniarmi dalla mia vita e rimanere nella mia piccola bolla di tranquillità in cui mi racchiudevano quelle pagine di carta tanto semplici all apparenza ma con tutta una storia da raccontare dietro. Purtroppo però prima o poi dovevo ritornare nella realtà e affrontare la mia vita con tutti i problemi che essa comportava. Preferivo di gran lunga il mondo della lettura a quello reale, questo perché proprio per via di questa mia passione non venivo capita e compresa dalle altre persone del villaggio. Non avevo molti amici, l unica persona con cui avevo il piacere di parlare era mia madre, che ascoltava le mie storie e le avventure che vivevo con molto più entusiasmo delle ragazze del villaggio con cui qualche volta avevo provato ad avere un dialogo. Proprio per questo mentre correvo tra la gente del paese per raggiungere la biblioteca, evitavo lo sguardo delle persone che ogni volta al mio passaggio mi osservavano come se fossi un fenomeno da baraccone. Non capivo cosa la gente trovasse di tanto strano o particolare in me. Forse la vestaglia priva di balze o decorazioni eccessive come quelle delle altre ragazze che vedevo in giro? O il fatto che preferissi tenere il mio viso libero da tutti quei trucchi che una ragazza di questo tempo doveva utilizzare per essere una donna di classe? Magari era proprio per il fatto che mi piaceva più leggere romanzi rosa o libri d avventura piuttosto che socializzare o passare il tempo a conversare con altre persone? Mi ero imposta più volte queste domande e avevo elaborato più teorie, più per curiosità che per altro. La verità era che non mi interessava più di tanto il fatto che tutti mi reputassero strana, per me l importante era semplicemente che non cominciassero ad importunare me o mia madre.

Mi persi così nei miei pensieri e nelle mie curiosità tanto che non mi accorsi di essere inciampata su un masso per terra e aver fatto cadere tutti i miei libri poco distanti da me. Presa dal panico per il rischio di aver rovinato anche solo una pagina di uno dei libri, mi tirai su e li raccolsi uno per uno.

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Arrivata all entrata della biblioteca mi fermai per prendere un po' d aria e riposarmi dopo quellimprevista corsa mattutina, ma prima che potessi inspirare anche solo una volta sentii una voce stridula chiamarmi dallinterno della piccola baracca

-ABEY!!!!-

Riconobbi subito quella voce e l associai a Jane, la ragazza che dava una mano a Miss Clark nella gestione della biblioteca.

-Sei davvero riuscita a finire 5 libri in un mese?? Ma è strabiliante!!-

Jane era una ragazzina di qualche anno in meno di me. Nel villaggio solo poche donne sapevano leggere, tra cui io e mia madre, la quale era stata istruita da mio padre qualche anno prima della sua morte. Proprio per questa mia caratteristica per cui molti mi reputavano una ragazza da allontanare, il pensiero di Jane era tutto l opposto. Trovava meraviglioso il fatto che sapessi leggere infatti mi aveva chiesto più volte di insegnarle tale talento.

-Beh Jane, quando qualcosa ti piace la fai con piacere e in poco tempo, non è che potresti chiamarmi Miss Clark? Devo restituirle il prestito del mese scorso-

-Oh Miss Clark non si sentiva tanto bene oggi, posso aiutarti io-

Le sorrisi gentilmente e dopo aver posato i libri sulla scrivania in legno vicino alla finestra e aver riposto i soldi sopra di essi, salutai laltra ragazza e uscii dalla biblioteca per andare a casa di Molly, una bambina alla quale avevo il compito di insegnare a leggere. Nonostante molte persone del villaggio fossero dellopinione che una donna che sapeva leggere fosse fuori dal normale, c erano altre persone sicure che la lettura fosse essenziale per una giovane donna o una ragazzina. Proprio per questo motivo alcuni genitori erano disposti a cedermi del denaro in cambio dellinsegnamento della lettura alle proprie figlie. Io ovviamente non mi lasciavo mai scappare delle occasioni del genere, siccome fossi bisognosa di denaro a causa della scarsa salute di mia madre che impediva a questultima di lavorare. Prima di ammalarsi, mia madre lavorava come sarta del villaggio, uno dei pochi lavori che una donna vedova di quel tempo poteva permettersi di fare, e dopo questo imprevisto, sebbene avessi solo 17 anni, ebbi il compito di portare il cibo a casa e prendermi cura di mia madre.

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Arrivata a casa degli Harrison bussai alla porta e mi aprii una donna con i capelli biondi racchiusi in unacconciatura elegante e un vestito sfarzoso color rosa pastello.

-Salve signora Harrison, Molly è pronta per la lezione?-

-Salve Abey, entra pure Molly scenderà fra qualche minuto-

Superai l uscio della porta e guardandomi intorno rimasi per lennesima volta stupita dalleleganza e raffinatezza di casa Harrison. Non potei fare a meno di notare le differenze tra quella dimora e la mia. Casa mia non aveva le pareti dipinte o vasi pieni di fiori in qualunque angolo della casa, ma aveva le mura in legno ed era decisamente più povera, ma anche più accogliente, con il fuoco del camino che riscaldava il piccolo soggiorno che rappresentava il centro della casa. Il colore predominante era il marrone del legno delle pareti, al contrario di casa Harrison che era invasa dal bianco e dalla tonalità di rosa più chiaro che avessi mai visto.

Ero impegnata ad ammirare la bellezza della raffinata scala a chiocciola quando una bambina riccioluta con un piccolo vestito giallo canarino scese da questa. Molly era una bambina adorabile, solare e sempre sorridente la quale si era affezionata a me come se fossi sua sorella maggiore.

-Abey!! Sei arrivata finalmente!!- Disse Molly buttandosi in braccio a me, prima che la madre la obbligasse a comportarsi in modo più educato.

Andammo nel soggiorno della piccola villa, ma non prima di aver bevuto un tè offertomi dalla signora Harrison.

Amami tra le tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora