Come mi aveva detto il signor Darkstorm non si fece vedere nei giorni seguenti al nostro incontro. Tanto che non sembrava nemmeno abitarci al castello e più volte mi chiesi che genere di lavoro dovesse fare per dedicargli così tanto tempo.
In compenso però passai tutti quei giorni tra i libri della biblioteca in cui mi portò Reinard e il fare da compagnia a Morgan nelle passeggiate quotidiane insieme a Kal.
Erano ormai passate due settimane da quando vivevo al castello e da come mi aveva detto Aldan nella sua lettera di risposta alla mia, oggi sarei potuta andare a trovare mia madre, momento che aspettavo da quando l'avevo salutata due settimane prima. Perciò adesso mi trovavo all'entrata del castello ad aspettare di vedere entrare una piccola carrozza entrare nella mia visuale.
In tutto quel tempo passato al castello non ero mai uscita perciò mi sembrò strano attraversare la porta che portava all'esterno e vedere il vialetto di strada che si prolungava fino a dove la mia vista poteva arrivare. Fu proprio il momento in cui mi persi ad osservare quel punto che vidi sbucare un cavallo che trainava la carrozza con la quale ero arrivata io pochi giorni prima. Non persi tempo e cominciai a correre verso Aldan siccome sembrava andare troppo lento per i miei gusti. Quando Aldan vide che stavo andando io da loro, invece del contrario, fermò la carrozza e scese. Non lo trovai per niente cambiato poiché giustamente non lo vedevo da soli quattordici giorni. Ma anche se fosse passato di più sono sicura che ogni suo lineamento sarebbe rimasto esattamente identico. Aldan ha questa dote del non invecchiare. E' da quando sono nata che ha sempre lo stesso aspetto. Perciò quando chiedevo a mio padre del perché Aldan sembrasse vent'anni più giovane di lui mi rispondeva sempre che faceva dei trattamenti speciali per la pelle.
Presa dall'euforia del rivedere una faccia conosciuta gli saltai addosso e gli cinsi il collo con le braccia.
-Aldan! Non ci vediamo da due settimane ma mi sembra essere passata un'eternità. Non vedevo l'ora di rivedere mia madre. Come sta? E come state voi? Vorrei raccontarvi ogni cosa della mie settimane al castello, ma non so se abbiamo tempo, sapete, voglio passarne il più possibile con mia madre. A proposito, è migliorata, vero? Potrei-
-Anche io sono felice di vedervi Abey- Mi interruppe con un sorriso -Per rispondere in ordine vostra madre sta bene, io anche, mi racconterete tutto durante il viaggio se ci tenete e per l'ultima domanda lo vedrete con i vostri occhi. Ma vi prego, prendete un bel respiro o finirete per avere un attacco di cuore-
-Oh okay, sono calma, sono calma- Dissi respirando lentamente
Aldan mi fece entrare nella carrozza e come consigliato da lui gli raccontai tutto del mio periodo di permanenza al castello e lui sembrò ascoltare tutte le mie novità con grande interesse fino a quando non sentii il cavallo rallentare fino a fermarsi del tutto, al contrario del mio cuore che cominciò a battere il doppio di prima. So che forse potesse sembrare un po' esagerato. Insomma, non è che non vedessi mia madre da un anno o qualcosa del genere, ma essendo abituata io a controllare ogni suo miglioramento o peggioramento tutto il giorno per mesi interi mi sentivo più preoccupata del normale a non controllare la sua salute quotidianamente con i miei occhi.
Entrammo nel palazzo e la prima cosa che vidi fu una piccola stanza in cui ci accolse una signora sorridente che ci mostrò la via per la stanza di mia madre. In meno di un paio di minuti mi ritrovai davanti ad una porta marrone che spinsi lentamente. La prima cosa che vidi fu un letto bianco su cui lei era stesa. Non fece nemmeno in tempo a guardarmi che già le ero addosso. La stavo ancora abbracciando quando Aldan e la signora all'entrata decisero di lasciarci i nostri spazi. Mi allontanai da lei e mi sorpresi di vedere la sua pelle rosa invece del solito bianco a cui ero abituata da tempo ormai.
-Mamma! Come ti senti? Sembri migliorata. Ti trattano bene qui? Il cibo è buono? Ci sono infermiere antipatiche? Dormi bene? Ok ok scusa, lo sto facendo di nuovo. Aldan mi aveva detto di non farti tante domande perché potresti essere stanca, ma io ho così tante cose da chiederti e abbiamo così poco tempo-
-Abey!- Aspettò di avere la mia attenzione per continuare
-Sto bene. Anzi, benissimo. Sono sicura che sia stata la cosa migliore venire qui. Tranne per il cibo, a volte devo ammettere che rimpiango addirittura la tua minestra-
Sorrisi
-Lo sapevo che in fondo ti piaceva-
-Tu, piuttosto come ti trovi? E' stata una così terribile idea come dicevi?-
Le raccontai tutto, giorno per giorno. Delle persone che lavoravano al castello, della presenza mancata del signor Darkstorm, dell'enorme biblioteca in cui passavo i miei pomeriggi, della grandezza della mia camera e di tutto il castello. Parlammo di tutto, come ci era solito fare nella nostra casetta nel villaggio. Non la trovai migliorata solo fisicamente, ma anche caratterialmente. Sembrava come riaccesa, energica come non la vedevo da anni. Fui felice di ciò. Era un buon segno, un passo più vicino alla guarigione, e questo pensiero mi riscaldò il cuore. Non credevo che dopo papà sarei riuscita a superare un'altra perdita.
Prima di quanto mi aspettai si fece il tramonto e a malincuore dovetti salutare mia madre.
-Ci vediamo tra due settimane-
Fu così che mi salutò quando fui alla porta. Adesso mi ritrovavo all'entrata del castello dopo aver salutato Aldan e averlo visto scomparire nel viale dietro gli alberi con la carrozza. Ma non mi sentivo ancora pronta a ritornare alla quotidianità di questi ultimi giorni, perciò prima di entrare decisi di fare una passeggiata nel boschetto che circondava il castello.
Si fece buio in fretta ma io me ne accorsi solo dopo aver ripercorso tutta questa giornata nella mia mente. Dopo aver visto la salute di mia madre mi permisi di fantasticare su come sarebbe stato ritornare a vivere normalmente. Tornare a casa dopo essere stata al mio rifugio e vederla china sulla scrivania per perfezionare i nuovi abiti su cui stava lavorando. Quando si accorge di me mi saluta con un abbraccio e comincia a cucinare la cena mentre apparecchio per poi mangiare insieme discutendo della nostra giornata.
Passai venti lunghi minuti nella mia fantasia passeggiando nel buio e nel frattempo cercare di non dimenticarmi il verso da cui ero venuta. Dopo una lunga passeggiata decisi di girarmi per fare ritorno al castello fino a quando sentii un rumore provenire da dietro un albero. "Sarà un coniglio", pensai. Ma quando mi girai verso il suono mi bloccai notando due occhi giallo acceso che mi fissavano nel buio della foresta. Il tutto durò meno di un secondo, poiché prima di rendermi conto di ciò che stavo vedendo i due puntini gialli nell'ombra erano già spariti.
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Amami tra le tenebre
FantasyAbey Starshine è una giovane ragazza del 1700 che per via della pessima salute della madre si trasferirsce in un luogo dove può sentirsi più protetta. In attesa della guarigione della madre, Abey si abituerà sempre di più alla sua nuova vita e ai nu...