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Passarono più o meno 20 minuti prima che io e mia madre sentissimo la carrozza cominciare a rallentare fino a fermarsi davanti ad un edificio grigio alto tre piani.

L'ansia cominciò ad impadronirsi del mio corpo quando mi resi conto che era giunto il momento dei saluti.

Guardai mia madre e senza che le dicessi niente mi guardò intensamente prima di abbracciarmi. Le sue braccia erano così calde e accoglienti che al solo pensiero di poterle risentire solo due volte al mese mi vennero le lacrime agli occhi.

Restammo così per 5 minuti senza il bisogno di proferire parola, solo quando si staccò da me mi parlò.

-Mi raccomando tesoro non fare arrabbiare Aldan e ricordati di essere sempre rispettosa e buona con le persone che ti ospiteranno-

Tra le lacrime alzai gli occhi al cielo per il suo solito modo di trattarmi come una bambina per poi ritornare ai suoi.

-Ci vediamo presto, ti voglio bene-

-Anche io ti voglio bene, mamma-

Ci lasciammo così. Tra io che la guardavo entrare nella struttura e lei che si reggeva ad Aldan per non sforzarsi troppo.

Durante il resto del viaggio continuavo a pensare a tutto il tempo passato con mia madre mentre guardavo gli alberi passare ed essere lasciati indietro insieme alla mia vecchia vita. L'unico pensiero che mi rincuorò fu pensare a quando mia madre sarebbe guarita ed entrambe avremmo fatto ritorno nella mia vecchia casa dove custodivo i ricordi di mio padre e della mia famiglia ancora riunita. Tutto sarebbe ritornato come prima, sarei stata di nuovo bene.

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Dopo un'ora circa di viaggio sentii qualcuno toccarmi la spalla e aprii gli occhi. A quanto pare mi ero addormentata senza nemmeno rendermene conto.

-Abey, non volevo svegliarvi ma dovevo avvertirvi che siamo arrivati-

Ancora scombussolata dal mio recente risveglio mi guardai attorno e per poco non svenni dallo stupore

-MA QUESTO E' UN CASTELLO-

urlai per poi tapparmi la bocca con una mano per la mia reazione inopportuna. Ma questo era un castello cavolo, non ne avevo mai visto uno dal vivo essendo rimasta per tutta la mia vita nel mio piccolo villaggio. Mi guardai meglio intorno e notai che l'enorme dimora era ricoperta da una sorta di recinzione fatta di alberi, non mi sorpresi del fatto che nessuno conoscesse l'esistenza di questo posto, come mi disse mia madre qualche giorno fa. Nonostante fosse un'enorme castello di non so nemmeno quanti piani c'era comunque il fatto che fosse isolato da centinaia e centinaia di metri di alberi.

Ero così presa dal guardarmi intorno da non essermi accorta che Aldan si era già avviato verso l'entrata, distante una ventina di metri da noi. Rimasi ancora più sorpresa dal fatto che più mi avvicinassi più il castello diventava grande fino ad arrivare ai piedi dell'entrata. Mi resi conto che non c'era né una porta né un portone. Forse per il fatto dell'isolamento, chi abitava in questo castello si sentiva protetto dal fatto che nessuno ne conoscesse l'esistenza. Questo spiegherebbe il poco riguardo per la sicurezza del posto.

Entrammo e mi resi conto del fatto che se da fuori il castello sembrava grande, da dentro lo era il doppio. La sala d'entrata era caratterizzata da due rampe di scale incurvate ai due lati del muro che portavano al piano superiore. Inoltre notai due porte sempre ai lati dei muri che immaginai portassero alle altre stanze del piano terra.

-Vi stavo aspettando-

La voce che sentii proveniva dalla scalinata del muro destro, dove un giovane uomo attirò la mia attenzione. Mentre scendeva dalla scalinata, più si avvicinava, più riuscivo a notare i dettagli del suo volto tra cui gli occhi che erano fatti di una tonalità di grigio mai vista in vita mia. I capelli corvini sembravano fatti apposta per la sua carnagione chiara ma non troppo e l'eleganza che mostrava a ogni passo e a ogni gesto che compiva era facilmente intuibile.

-E' un piacere rivedervi Aldan-

Salutò l'amico con una stretta di mano appena arrivato a noi e non appena compì questo gesto, il suo viso che aveva tenuto serio e inespressivo da quando era apparso nella mia visuale mutò per accentuare un piccolo sorriso che per qualche secondo gli illuminò anche gli occhi, mantenendo quella poca oscurità che vi avevo visto dentro.

-E' bello rivedervi anche per me Mal. Grazie per ciò che state facendo. Spero che Abey sarà al sicuro qui da voi-

Nel momento in cui disse il mio nome fu come se si accorse della presenza di un'altra persona ad Aldan. I suoi occhi puntarono su di me e mi sentii come se la mia anima fu messa a nudo. Nonostante fosse l'ultima cosa che volessi, decisi di mettere fine a quell'intenso sguardo facendomi avanti e porgendogli la mano.

-Io sono Abey, ma questo lo sapete già. Vi ringrazio per il vostro aiuto, davvero-

Lui prese la mia mano e la baciò continuando a guardarmi negli occhi

-Malcom Darkstorm-

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Dopo le presentazioni Malcom ci invitò nel suo soggiorno per fare due chiacchiere con il suo amico. Due chiacchiere per modo di dire, siccome rimasero a parlare per almeno due ore prima di recarci verso l'uscita per salutare Aldan. Durante la conversazione era saltato fuori che Malcom avesse solo 20 anni perciò rimasi sorpresa dalla loro complicità nonostante i 30 anni di differenza.

-Tornerò fra due settimane a trovarvi e per portare Abey a visitare sua madre-

-Arrivederci, Aldan- Lo salutammo e dopo averlo visto scomparire con la carrozza in mezzo agli alberi.

Malcom si girò verso di me e mentre mi superava lo sentii dire

-Venite, vi mostro la vostra stanza-

Amami tra le tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora