Una giornata come le altre..

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Era una giornata come le altre.. Mi svegliai alle 6:30 con la sveglia.. 'che palle, un'altro noiossissimo giorno è iniziato..' 'ahhhhh, buongiono Jess..' ' buongiorno coscienza..' ' pronta per la verifica di Algebra???' 'già, cazzo!!! Me ne ero dimenticata.. Va bè..' mi alzai e mi diressi verso l'armadio cercando di non sbattere la testa nelle ante come feci l'ultima volta.. Aprii l'armadio e presi: una maglietta bianca a maniche corte con sopra un cuore nero che 'gocciola', il mio paio di Jeans neri preferiti, una maglia nera con il cappuccio e le mie amatissime Converse nere. Appena vestita andai in bagno e mi lavai la faccia, mi misi un pò di mascara e basta, non mi piaceva truccarmi molto.. Mi pettinai e andai al piano di sotto per fare colazione.. I miei genitori, dato che lavoravano in areoporto; mio padre era un pilota e mia madre una ostess, erano in Giappone per una settimana.. Quindi ero a casa sola. Scesi e aprii lo sportello delle merendine. Presi una fetta di pancarrè, la Nutella e mi feci un bel panino. Finito presi lo zaino e andai alla fermata dell'autobus. Chiusi la porta e mi avviai.. Appena arrivai vidi, da lontano, il pulman.. Si fermò ed io salii.. Mi misi in fondo, così che nessuno mi rompesse le palle, dato che le mie migliori amiche andavano allo scientifico e il mio migliore amico all'alberghiero. Dopo circa 2 fermate, salì il trio lescano, composto da: Mettew Anderson; il capo, Alex Weasel; il leccapiedi e infine, Jimmy Joice; il più figo della scuola, nonchè ragazzotuttomuscolienientecervello. Tutti e tre erano i più belli della scuola, infatti appena salirono, sul pulman si formò un lago per la bava delle altre ragazze.. Tranne la mia. Si sedettero accanto a me, mentre tutte le ragazze mi infamavano nelle loro menti.. Il trio iniziò a guardarmi con insistenza e a me questa cosa dava noia.. Molto noia.. Io mi girai di scatto con uno sguardo assassino sul volto.. I tre si girarono e iniziarono a ridere.. Io mi rigirai e mi immersi nei miei pensieri.. Arrivati a scuola scesi dal pulman e andai per i fatti miei.. I tre mi seguivano ovunque.. E il mio sentirsi osservata diventava sempre più forte.. Ad un tratto Alex mi afferrò per i polsi e mi appiccicò al muro.. Iniziò a baciarmi il collo, mentre io cercavo di liberarmi.. Alex, ad un tratto, iniziò a massaggiarmi il seno, sempre tenendomi le mani.. Io a quel punto esplosi.. Gli tirai un calcio nei gioielli che lo fece accasciare a terra .. Continuai a tirargli calci finchè non svenne.. Gli altri due mi guardarono impauriti.. Io, da perfetta stronza, ringhiai a quei due polli, così che se ne andarono afferrando il loro amico svenuto.. Suonò la campanella ed entrai.. Quelle cinque, fottute ore non passavano mai.. Continuavo a guardare fuori dalla finestra, sognando la libertà.. Ad un tratto vidi un uomo, alto più o meno 2 metri, che mi salutava.. Io feci finta di niente, credendo che stesse salutando qualcun altro, quindi mi girai verso la prof. Driiiiiiiiiin... Il suono più dolce della mia vita.. Uscii da scuola e andai alla fermata dell'autobus.. Entrai e quest'ultimo partì spedito.. Eravamo arrivati alla mia fermata. Scesi, seguita dai soliti che scendevano con me. Ma oggi ce n'erano due di troppo.. Mettew e Jimmy mi seguirono.. Io tirai dritto, senza andare a casa... Non volevo che sapessero dove abitavo.. Ad un tratto, in un vicolo buio, mi saltarono entrambe addosso.. Questa volta Jimmy mi teneva le gambe e Mettew faceva il resto.. Io iniziai a piangere, sapendo che non potevo fare nulla.. Mettew mi sbottonò i pantaloni, ma prima che potesse togliermeli, qualcosa mi afferrò e mi staccò dalla loro presa.. Mi sollevò in aria e, con estremo garbo, mi porse sul terreno.. Io mi voltai e mi accorsi che era lo stesso tizio di stamattina.. " Ragazzi miei, non si fanno certe cose.." disse l'uomo squotendo la testa e facendo di no con il dito.. Io guardai quei due, poi mi riallacciai i pantaloni.. L'uomo di stamattina prese i due ragazzi e li portò in un'alto vicolo.. Io non li seguii e me ne andai.. Sulla strada di ritorno, rividi quel tizio vicino ad un albero.. Si avvicinò a me e disse :" te ne vai senza neanche ringraziare, Jessica?" io lo guardai impaurita e sorpresa " c-come fai a sapere il mio nome?" " lascia perdere i dettagli.." mi porse la sua mano pallida come il latte.. "Piacere, Offenderman..."

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