Venua guardò da dietro il cespuglio il mannaro. Il rumore di ossa scricchiolanti e macinate tra i denti, per colpa della forza mascellare le fecero venire i brividi.
Come avrebbe dovuto fermarlo? E se non l’avesse ascoltata e l’avrebbe uccisa?
Con fastidio scostò un ramoscello appuntito sotto al ginocchio prima di alzarsi in piedi. Il cespuglio che si smosse prese l’attenzione del mannaro che lasciò cadere quella che oramai era una carcassa tra l’erba.
Venua indietreggiò sudando freddo quando, gli occhi dorati la adocchiarono. Neanche vide gli altri quattro corpi che già avevano preso forma umana, sdraiati senza vita a terra -Chi senza un arto, chi senza testa.- che il grosso coniglio le fu addosso.
L’urlo uscì volontario quando si trovò balzata a terra con il muso a pochi centimetri dalla faccia. Strinse i denti quando la bava melmosa le cadde sul mento. Si vide riflessa in quegli occhi grossi. «Non uccidermi» pregò stringendo gli occhi quando sentì la pressione delle zampe, aumentare sullo sterno.
«Sei Bonnie, vero?» gracchiò con la gola secca. Il coniglio sembrava aver perso la ragione quando aprì la larga bocca verso il suo volto.
«Shakai, Shakai ti cerca. Shakai, ti ricordi di lui?» urlò cercando di spingerlo via attraverso le mani premute sulle zampe. La pelle e il pelo a contatto risultavano fredde, a dispetto del calore che ogni animale possedeva.
Il mannaro raddrizzò d’improvviso la testa, lasciando uscire quello che sembrava un gemito strozzato. Ci mise poco la donna ad issarsi seduta, con il cuore che pompava più forte dallo spavento. Si asciugò il sudore mentre si alzava in piedi, prendendo le distanze.
Il mannaro che la superava in metri, la guardò dal basso, prima di allungare le zampe anteriori in avanti per poggiare il muso sopra.
Ora la guardò dalla sua stessa altezza, sottomesso fisicamente a lei in una tacita richiesta. Gli occhi dorati presero una tenue sfumatura nocciolata, ricoprendosi di una patina umida.
Venua perse le lacrime mentre allungava una mano poggiandogliela appena sulla fronte. Cercò di rassicurarlo. Perché, oltre al mostro dal muso sporco di sangue c’era un ragazzo in pena nell’aver perso la sua metà. I gemiti continuarono.
«Calmati, è vivo» Bonnie si alzò sulle zampe come una molla «Posso portarti da lui, ma tu devi promettere di non fare del male al branco.»
Bonnie rimase fermo a guardarla in maniera seria. Venua comprese e iniziò a camminare.
“L’ho trovato. Possiamo ritornare, mi sta seguendo” aprì il contatto con il branco, mentre teneva d’occhio l’enorme creatura
“Com’è?” Chiese James.
“Cosa fa?” Continuò Antiel senza perdere tempo.
“Vuole ucciderti?”
“È enorme, davvero tanto. Pensate che si è mangiato almeno cinque lupi”
“Cosa?”
“Si, ora è calmo, ha deciso di seguirmi appena ho nominato l’Alpha”
“Dite che ci ucciderà se dovesse morire?”
“Berth, l’Alpha non morirà” grugnì qualcuno in maniera infastidita.
“Non penso che ci ucciderà” terminò Venua prima di chiudere il contatto.
STAI LEGGENDO
Il Lupo & Il Coniglio [Ͳℯ𝓂𝒶𝓉𝒾𝒸𝒶 𝒪𝓂ℴ𝓈ℯ𝓈𝓈𝓊𝒶𝓁ℯ]
Werewolf[Completata] «Dove preda e predatore si scontrano, in uno strano scherzo del destino» Il mondo ha conosciuto la forza di un predatore la forza di una preda. Il mondo ha imparato a classificare i deboli e i forti. Ma il mondo non è ancora entrato nel...