Beneficio del dubbio

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Shakai sbatté le palpebre e neanche il tempo di fare il primo respiro da sveglio che, il fortissimo odore di mandorle gli entrò nelle narici, accendendogli prepotente il cuore.

L’odore fin troppo conosciuto e da tempo non sentito, lo fece balzare seduto. Cercò di trattenere un ringhio per i muscoli atrofizzati e fissò gli occhi su Bonnie che già li aveva aperti da un pezzo. Poteva riconoscere quello sguardo anche al buio, per averlo avuto su di sé in maniera perenne oltre i confini durante la loro distanza. Nonostante gli avesse sempre ignorati, li aveva notati guardarlo in penombra. E non poteva allontanarlo anche da là, quello non era un suo territorio, non era una sua proprietà.

Il ragazzo stava appoggiato alla porta, scattato in piedi non appena aveva sentito i battiti dell’altro accelerale e le sue ciglia sbattere.

L’aria di ostilità si accese subito intorno, coprendo quella di gioia di Bonnie nel poterlo rivedere sveglio.

«Che ci fai qua?» chiese il malato, con sforzo per la gola arida, mentre si guardava le fasce attaccate al petto.

Era ancora vivo.

Bonnie si avvicinò lentamente, ignorando lo sguardo di fuoco che cercava di incenerirlo. Poggiò li stinchi al letto, osservandolo dall’alto.

«Esci da qua. Esci dal mio branco. Non ho tempo per pensare a te ora.» debolmente lo spinse via e Bonnie si scostò per farlo contento. Cercò di alzarsi dal letto ma un capogiro lo fece traballare.

Due mani calde li si poggiarono sui fianchi, quasi bruciando la pelle che aveva iniziato nuovamente a colorirsi di quel naturale tono dorato. Voltò il capo e oltre le sue spalle, Bonnie che ancora non aveva detto nulla, lo reggeva saldamente.

Venne spinto contro al petto del ragazzo, fortunatamente coperto dalla pelliccia nera. Bonnie staccò una mano dal fianco e, approfittando della sua momentanea debolezza, gliela infilò tra i capelli scombinati. Li tirò indietro, scoprendogli la fronte e facendolo deglutire in maniera rumorosa.

Quello era davvero un risveglio turbolento. Shakai si sentiva ancora spossato e i suoi pensieri erano rivolti al branco, specialmente a Connie. Doveva uscire e verificare come stessero, cosa fosse successo, i danni provocati…. Eppure, ora si ritrovava ad appoggiare il retro della nuca sulla spalla del coniglio, come se non lo avesse mai buttato fuori dal suo territorio, come se la distanza che avevano avuto, si fosse annullata, anzi… Non fosse mai esistita.

Bonnie poggiò il naso sulla guancia del giovane uomo, chiuse gli occhi e respirò profondamente, con lo stomaco attorcigliato per il leggero pesantore che li premeva addosso.  La mano che prima scorreva tra i capelli ancora umidi di sudore che li rendeva più scuri, scese lungo il corpo caldo e nudo per piazzarsi sul petto, esattamente sul cuore.

Shakai poté sentire i brividi fargli tremare le gambe. Si sentiva immobilizzato da quei tocchi. E la strana sensazione che non lo avessero mai lasciato proruppe in lui, mentre sperava davvero che Bonnie, attraverso quel tocco, non sentisse il cuore battergli prepotente.

«Non voglio andarmene.» li parlò nell’orecchio l’altro, tenendo gli occhi liquefatti socchiusi. «Fammi rimanere qua con te.» continuò muovendo le dita sul petto, sentendo casualmente, sotto uno dei polpastrelli, la consistenza del capezzolo. Ritirò il dito stringendo la mano in un pugno, esattamente mentre Shakai balzava all’indietro, cozzando involontariamente su tutto il suo corpo.

Una scossa elettrica percorse tutti e due, mozzandoli il respiro.

A Shakai girò la testa quando pensò di farlo andare nuovamente lontano da lui. Non sapeva quanto tempo fosse passato prima di svegliarsi, non sapeva come fosse riuscito a sopravvivere, non sapeva come Bonnie fosse arrivato fino a là ma, sapeva che in quel momento, anche solo pensare di tenerlo lontano, li faceva pulsare in maniera dolorosa le tempie.

Il Lupo & Il Coniglio [Ͳℯ𝓂𝒶𝓉𝒾𝒸𝒶 𝒪𝓂ℴ𝓈ℯ𝓈𝓈𝓊𝒶𝓁ℯ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora