ventiquattro

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pov sunoo
esattamente, cosa avevo intenzione di fare? suonerà egoistico, perché effettivamente lo è ne sono consapevole. eppure accettai la proposta di heeseung lasciando così anche l'ultimo frammento di quella specie di roulette russa in cui mi trovavo uccidermi. ormai non aveva più senso continuare a mentire e camminare sugli specchi, vagavo in una landa desolata coperta da un fitto strato di nebbia dalla quale era impossibile scovare la via d'uscita. se mai ce ne fosse stata una, ovvio. distruggere definitivamente heeseung non era nei miei piani, nonostante questi non esistessero. volevo parlarci, si ma non volevo dirgli di sopprimere i suoi sentimenti. non doveva andare così. ira, si, forse era ira quella che provavo dopo che lui si era fiondato fuori dalla casa che in realtà era solo sua. mi aveva lasciato i mei spazi senza però farmi spiegare, perché io non voglio che lui soffra. odio, solo l'odio sono in grado di riconoscere. quello che mia madre prova per me, quello che io provo per me... quello che heeseung prova per niki. perché mi sono messo in questo casino? non poteva piacermi heeseung?  non potevo semplicemente morire quel giorno? mi accasciai sugli scalini stringendomi i capelli, mi girava la testa e le gambe mi tremavano. non sapevo nemmeno come io mi fossi innamorato di niki, figuriamoci se avessi saputo risolvere tutto. odiavo... odiavo vivere, odiavo respirare, odiavo soffrire, odiavo niki e heeseung più di quanto io abbia mai odiato me stesso. ma non gli avrei mai voluto fare del male, perché tanto se li odiavo era solo colpa mia. tempo, avevo bisogno di tempo. illimitato che in qualche modo mi potesse permettere di riuscire in qualcosa... che mi potesse permettere di salvarmi ma non ero l'unico a cui serviva. scorreva troppo velocemente ogni fottuta volta come il sangue sulle mie braccia che ormai incondizionatamente scivolava giù non riuscendo nemmeno ad alleviare leggermente il dolore. erano solo parole, che fossero state scritte o dette a voce restavano comunque un'arma a doppio taglio. una di quelle che anche solo sfiorandoti ti distruggeva definitivamente e io non solo non sono stato in grado di evitarle ma provenivano proprio da me. ho sempre pensato che heeseung in un certo senso fosse una pietra preziosa, di quelle lucenti e perfette che fanno invidia agli occhi di tutti eppure alla fine si era rivelato fragile come un cristallo. e mi dispiace, perché quando chiamò jungwon, quella sera dopo il mio tentativo fallito, lo sentii. sentii tutto, lui doveva proteggerci ma è finito con l'odiarci. si perché alla fine solo odiandoci poteva funzionare.
-non posso restare qui- pensai alzandomi. recuperai in qualche modo il telefono e il borsone di danza. poi uscii lasciando quella casa piena di suoi ricordi che mai riuscirò a rendere anche miei.
pov heeseung
amavo più di ogni altra cosa al mondo sunoo. ma non sono ancora riuscito a chiudere la voragine che jake aveva lasciato. erano passati più di tre anni dalla nostra rottura eppure ogni giorno speravo che si pentisse e ritornasse da me. ero più che pronto a perdonarlo ma forse lui era veramente andato avanti.
'ding dong'
bussai, non so con quale coraggio bussai alla sua porta... alla porta di jake.
udivo solo un forte respiro dall'altra parte. rumoroso è quasi angosciante, perché ero lì? perché alla fine l'unico dipendente dei due ero io. aprí la porta e mi fisso intensamente. il suo respiro si era fermato e gli occhi gli strabuzzavano. potevo capirlo, facevo letteralmente schifo. avevo i capelli scombinati, i vestiti stropicciati e continuavo a piangere. cercai di guardarlo concentrandomi sul suo volto. in realtà lui non era messo tanto meglio di me.
"h-heeseung... perché sei qui?" chiese lui evitando il mio contatto visivo. abbassai lo sguardo. non lo sapevo, sul serio perché ero andato da lui?
"jake, ti prego dimmi perché" sussurrai portandomi una mano al cuore. il suo sguardo si fece ancora più confuso di prima. si passò una mano fra i capelli per restare calmo, come aveva sempre fatto.
"il perché di cosa heeseung?" disse leggermente scocciato. doveva essere successo per forza qualcosa prima per come si atteggiava.
"p-perché io non posso essere amato?" sussurrai ancora cercando di reggermi in piedi e di tremare il meno possibile. esitò un po' poi mi prese per il polso e mi portò in casa, come se non volesse che altre persone mi vedessero in quello stato. si avvicinò il giusto per potermi prendere la faccia fra le mani e mi spinse al muro.
"perché dici questo heeseung, lo sai anche tu che non è vero" disse accarezzandomi le guance con i pollici. le lacrime continuavano a solcare il mio viso senza che io potessi in qualche modo fermarle. la testa mi scoppiava ma cercavo di rimanere il più concentrato possibile.
"perché è vero! prima tu che mi abbandoni, adesso anche sunoo mi-" mi fermò.
"che ti ha fatto sunoo?" domandò arrabbiato. sbuffai guardando in alto.
-non hai il diritto di giocare con me- pensai odiando la sua inutile gelosia.
"io e sunoo non siamo mai stati insieme. a lui non piaccio, lui ama niki. l'unico scemo qui sono io" gridai esasperato. stava andando tutto di merda.
-non era questo quello che mi aveva chiesto jungwon- pensai peggiorando la situazione. jake era entrato nel panico, si vedeva. ma continuava a asciugarmi le lacrime. eravamo così vicini e avrei voluto così tanto baciarlo ma no, lui è fidanzato e io non voglio essere un amante. lentamente lui abbassò lo sguardo facendo scivolare via le mani dalla mia faccia e portandosele sulla sua.
"heeseung scusa" sussurrò jake cercando di calmarsi. lo guardai confuso. non voleva mica usare altre bugie, vero?
"heeseung, sai ho capito che sono uno stronzo e non dovevo lasciarti" continuò lui sempre a testa bassa. scomparire, volevo scomparire. jake sapeva di quanto io fossi vulnerabile al suo fianco. non poteva dirmi questo, non dopo quello che mi aveva fatto.
"ti prego non dirlo solo perché ti faccio pena" sussurrai passandomi una mano fra i capelli. questa abitudine l'avevo presa da lui. lo faceva sempre quando stava per piangere.
"non sto giocando heeseung. tanto anche per sunghoon sono solo un traditore!" urlò arrabbiatosi dal mio comportamento. di scatto mi avvicinai a lui posando le mie mani sui suoi fianchi. di conseguenza jake alzò velocemente la testa guardandomi in un modo strano. strinsi leggermente la mia presa e feci unire i nostri sguardi.
"jake, perché te ne sei andato?" domandai. avevo il diritto di saperlo, no? abbassò di nuovo lo sguardo portando le sue mani sulle mie e iniziando leggermente a lacrimare.
"perché..."iniziò a fatica.
"perché fin dall'inizio non volevo una cosa seria, giusto una botta e via" concluse lasciandomi spiazzato. e io che lo amavo ancora, che stupido.
"heeseung mi dispiace, è solo che avevo paura, ok? avevo appena perso mia madre e non sapevo cosa stessi facendo" continuò appoggiando la testa sul mio petto. improvvisamente sentii un vuoto, anche peggio di quello che provavo prima. ha giocato fin da subito, perché? -non dovevo venire qui- pensai volendo scappare.
"ne potevamo uscire insieme... ti potevo aiutare" sussurrai distrutto dalle sue parole.
"heeseung tu mi hai aiutato, ne siamo usciti insieme e mi sono sentito così in colpa di averti solo usato che... ti ho dovuto lasciare andare" rispose cingendo le braccia al mio busto.  -dovuto- pensai ridacchiando leggermente. portai la testa indietro per evitare la scesa di altre lacrime. "ma io ti amo ancora" sussurrai quasi in modo inaudibile. "cosa?" chiese lui alzando di poco la testa. "niente, tranquillo" risposi spostando le mie braccia per abbracciarlo il più stretto e a lungo possibile.
non doveva andare così.

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ciaoooo ci ho messo anni per scrivere questo capitolo lol.
è anche corto, ma rileggendo la storia mi sa che sono andata fottutamente fuori tema voglio morire.
comunque spero che vi piaccia(?)
vi amo
m e r y

生き甲斐・sunki・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora