venticinque

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pov niki
"s-sunoo" dissi appena vidi la sua figura malandata.
avevo da poco ritirato la lettera della hybe e, come avevo previsto, mi avevano preso.
ero così felice di essere sempre più vicino al mio sogno che la sua vista rovinò un po' il mio stato d'animo. lo guardai attentamente. nella mano destra aveva una lettera. -è quella- pensai notando che fosse uguale alla mia. alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi. distrutti ma che non lasciavano trasparire nemmeno una sola emozione.
-erano così sorridenti prima, sunoo che hai?- pensai stupito. speravo di non incontrarlo in realtà. volevo solo tornare a casa e dare la bella notizia a mamma, ma no... oltre junwon adesso anche sunoo.
*flashback*
jungwon aveva accompagnato jay a prendere la lettera solo ed esclusivamente per parlarmi. o forse è meglio dire insultarmi.
"che cos'è sta storia eh? come ti è anche solo venuta in mente?" chiese infuriato appena mi vide. risi, era così fottutamente esilarante questa situazione.
"ma a te cosa cambia tanto sei già stato preso" risposi fregandomene altamente delle sue domande. lui mi guardò scioccato come se avessi detto chi sa che cosa.
"niki ma che cazzo dici me lo spieghi? no perché io non ti capisco più" urlò scocciato.
"quale parte di non c'è spazio per tutti non capisci? è così difficile cristo!" risposi alterato buttando gli occhi in su.
"ma perché proprio lui?" chiese sussurrando. mi faceva male la gola per il troppo urlare e la tasta mi scoppiava. odiavo litigare con jungwon perché alla fine doveva avere sempre ragione lui, non c'era mai verso di ragionare. lo guardai ridendo leggermente, era davvero così stupido da non capirlo da solo.
"è malato. rovinerebbe solo il gruppo" dissi abbassando il tono di voce mentre mi passavo una mano fra i capelli. poteva essere davvero svantaggioso per il gruppo intero, e anche se l'ho spronato io a fare l'audizione non volevo veramente debuttare con lui o almeno così credevo...
"ancora con questa storia niki! una stupida malattia non potrà mai rovinare il gruppo. poi lui qui dentro è l'unico che si merita davvero di debuttare" rispose sbuffando sedendosi sulla panchina vicina.
"certo, ovvio perché lui non si era mica arreso!" dissi in modo sarcastico marcando le prime due parole. ma a chi voleva prendere in giro? non lo conosce come lo conosco io, non ha il diritto di parlare.
"se si fosse realmente arreso non ti avrebbe seguito" gridò alzandosi subito dopo puntandomi un dito contro. la sua faccia era completamente rossa dalla rabbia e respirava rumorosamente. effettivamente jungwon quando litigavamo aveva veramente ragione. ha sempre capito tutto prima degli altri. e odiavo il modo in cui mi leggeva senza che neanche me ne accorgessi.
"jungwon dai andiamo" parlò jay che per tutto il tempo era rimasto a guardarci senza nemmeno dire una singola parola. lo guardai stranito, di solito era sempre lui ad avere l'ultima voce in capitolo.
"giuro che se sunoo non è passato ti faccio a pezzi, chiaro?" sussurrò prima di seguire a ruota quel ficcanaso del suo fidanzato. io non dissi nulla, semplicemente li guardai uscire per l'ultima volta dalle porte di quella sala da ballo che conteneva tutto ciò che il mondo intero non avrebbe mai capito. era finto così. non c'era nient'altro da fare. i ragazzini che erano felici di ballare insieme non esistevano più. il nostro sogno ci ha messo l'uno contro l'altro e io ne andavo fiero. ero fiero di essermi messo contro sunoo. ora toccava solo al destino.
*fine flashback*
"sei passato anche tu dal coach" dissi riferendomi alla busta che portava fra le mani. l'unico mio interesse in quel momento era sapere se il destino fosse dalla mia parte o no. tanto che cosa poteva andare storto.
"già ma non sono stato preso... contento?" disse quasi sollevato dall'esito ricevuto.
-contento?- pensai rimanendo leggermente esterrefatto.
"sunoo per cosa dovrei essere contento?" risposi slacciandomi la felpa. il panico stava aumentando insieme alla mia temperatura. -come faceva a saperlo? giuro che se è stato jungwon...- pensai maledicendo quella stupida chiamata.
"dai niki, mi credi davvero così stupido?" rise abbassando di poco lo sguardo puntandolo verso la lettera che subito dopo accartocciò. davanti a me, aveva distrutto il pezzo di carta che aveva portato la fine della nostra amicizia. ripensandoci quando ho capito che sunoo era il problema? è sempre stato più bravo di me ma non mi sarei mai aspettato così tanto dopo anni.
"sunoo non capisco" gli dissi facendolo finalmente tornare sulla terra. rise ancora e si incamminò per la strada che portava alla casa di sua madre e non a quella di heeseung.
"pensaci" rispose prima di sparire dietro una via abbandonandomi in mezzo alla strada. non diedi molto peso alle sue parole. in quel momento l'unica cosa a cui riuscivo veramente a pensare era l irrefrenabile gioia che provavo. -perché sono felice?- pensai quasi terrorizzato da me stesso. sunoo era appena stato scartato e io stavo sorridendo. -come ho potuto anche solo pensare una cosa del genere?- continuai sentendo il sudore aumentare. respiravo a stento. ma esattamente come sunoo era diventato il problema? non eravamo migliori amici? non ero la sua ragione per cui vivere?
-niki ricomponiti sei andato avanti. tu e lui non potete essere amici, lui è un tuo rivale. l'hai battuto, hai vinto tu- pensai cercando di autoconvincermi nonostante sapessi che tutto questo fosse sbagliato.

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