Capitolo 2

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"Il boss"

Sophia.

Arrivammo davanti ad una magnifica villa, anche se ad essere sincera l'avrei potuta riconoscere tra mille. Raggiunsi la porta d'ingresso ed insieme alla mia famiglia varcammo l'entrata. Era presente molta gente, in lontananza vidi la mia migliore amica Diana, la quale sa tutto di me ed io so tutto di lei. La raggiunsi congedandomi prima dai miei. Appena me la ritrovai difronte la trascinai in un luogo più appartato. -Sophia... penso che dovremmo smetterla.- La guardai scioccata. -Cosa? Parli sul serio?- Lei scoppio a ridere. -Sto scherzando.- Dalle mie labbra fuoriuscì un sospiro di sollievo. -Abbiamo guadagnato... 19 milioni.- Mi strozzai con la mia saliva, mentre la mia amica faceva i salti di gioia.

-Però mio padre è un po' sospetto, quindi per questa settimana dovrai pensare tu alla roba.- Annuì convinta, mi abbracciò e la domanda che mi fece, mi destabilizzò. -Tu lo sai che dovremmo stare più attente, spero che tu abbia una pistola... c'è l'hai?- Scossi la testa in segno negativo, la mia amica me ne passò una, che io afferrai in fretta, la misi nelle mutande e ritornammo alla cerimonia. Quando mi divisi dalla mia amica, andai dai miei fratelli che mi presentarono alla famiglia Rapp, a noi si unì anche mio padre.

-Salve signor Evans.- Lo salutò un uomo di circa 30 anni. -Ma lei per caso è Mitch Rapp? Suo padre Gabriel Rapp?- Quest'ultimo alla domanda di mio padre annuì. -Io e tuo padre eravamo grandi soci... sai dirmi dove si trova?- Il ragazzo glielo indicò e mio padre lo raggiunse con un sorriso a 32 denti. -Allora ragazzi... posso proporvi un affare?- I miei fratelli si guardarono per qualche secondo e poi annuirono, così che il signor Rapp continuasse. -Se voi mi aiuterete a sconfiggere il capo dei tedeschi, vi pagherò in pezzi uguali.- Nel mentre, presi un foglietto, che avevo nella borsa ed iniziai a scrivere qualcosina.

"Se il capo dei tedeschi è molto potente dovremmo allearci con Killian, però il problema è un altro. Se Killian non sarà contrario di sicuro ci dovrà dire la verità su nostra sorella, ma se sara contrario ci risparmierà come ha sempre fatto con tutti.... che con me"

Sentendomi osservata, alzai lo sguardo e notai i miei fratelli osservarmi compreso il signor Rapp, accartocciai il foglietto e feci finta di nulla. La serata stava andando bene, in modo perfetto, cosa molto strana per i miei gusti. Spostai il mio sguardo per tutta la sala fin quando non vidi un uomo estrarre dalla giacca una pistola, i miei occhi divennero lucidi ed iniziai a fare dei calcoli: Erano le 23:57 mancavano tre minuti alla mezzanotte, pensai.

-Sophia!- Mi richiamò mio fratello. -A-Alex.- Balbettai in preda al panico. -Dovete...- stavo avendo un attacco di panico, così feci un respiro profondo e dissi tutto in fretta. -Fra meno di due minuti ci sarà una sparatoria... siamo tutti in pericolo.- I miei fratelli si guardarono in torno, per poi riportare la loro attenzione su di me. -Cosa dice la ragazzina?- Domandò stizzito il signor Rapp. -Dice che ci sarà una sparatoria.- Gli rispose Tom. -Come lo hai capito?- Indicai l'uomo accanto ad un quadro gigante, stavo per dire qualcosa ma uno sparo mi interruppe facendo urlare molte persone.

I miei fratelli mi presero di peso e mi portarono in un corridoio non molto illuminato, chiamarono l'ascensore e mi incitarono ad entrarci. -Per nessuna cosa al mondo... non aprire l'ascensore.- Annuì e chiusi quest'ultimo andando ad un piano a caso per poi bloccarlo. Si udivano solo e soltanto gli spari e alcune donne che urlavano disperate. Ad un certo punto l'ascensore venne chiamato, quando arrivò al rispettivo piano lo bloccai in fretta. Sobbalzai, quando qualcuno diede dei pugni sulle porte del l'ascensore.

-Mi hanno sparato! Aiuto!- Aprì subito la porta e il signor Rapp si precipitò all'interno del mio nascondiglio, sedendosi in modo maldestro sul terreno, chiusi di nuovo l'ascensore e lo guardai estrefatta, le sue ferite erano molto evidenti. -Come siamo antipatiche.- Commentò in modo sarcastico. -Come scusa?- Roteò gli occhi al cielo -Hai sentito bene.- Sbuffai rumorosamente e si alzò da terra. Quando vidi la sua camicia sporca di sangue mi avvicinai immediatamente a lui.

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