-Stavi cercando questo?- Appena vide cos'avessi tra le mani sbuffò sonoramente, mi avvicinai a lui posai il kit sul letto e lo aprì. Si sedette su quest'ultimo, in attesa che io lo medicassi. Iniziai ad uscire le cose essenziali, acqua ossigenata, cotone, cerotti e fasce. Strappai un pezzo di cotone e lo imbevetti con un po' di acqua ossigenata, lo appoggiai sul suo labbro spaccato e il contato che ebbe la sua pelle con il disinfettate fu una cosa incredibile, non assunse nessuna espressione di dolore o fastidio.
Tamponai delicatamente il cotone sul labbro inferiore, nella stanza si stentavano solo i nostri respiri, lui continuava a fissarmi, senza farsene accorgere. Sorrisi lievemente, poiché i suoi sguardi mi facevano ridere. Mi posti verso il kit e involontariamente persi l'equilibrio, Mitch mi afferrò prontamente e per non farmi più cadere mi fece sedere a cavalcioni su di lui. Sentì una presenza al quanto... ingombrante. -M-Mitch... io non sono quella che credi, si non indosso l'intimo ma ho dei principi. Voglio solo farti capire, che non voglio che questo accada di nuovo.- Mi alzai da lui e potei notare la sua faccia sorpresa dalla mia risposta. Era abituato alle donne, che pendevano alle sue labbra, ma io ero diversa. Non volevo essere una ragazza da una scopata e via, per lui non volevo essere niente, desideravo solo di non averlo mai incontrato. Sorrisi nervosamente, lo guardai dritto negli occhi e quello, che riuscì a leggere attraverso quelle pozze di cioccolato fu soltanto odio e rabbia.
-Troia!- M'insultò, i miei occhi divennero lucidi, cercai con tutta me stessa di reprimere le lacrime e ce la feci. Ebbi il coraggio di rispondergli e quando lo feci me ne pentì amaramente. -Tu non hai il diritto di chiamarmi puttana! Tu non sei nessuno! Sei solo uno stronzetto viziato, che non ha le palle di affrontare qualcuno. Tu mi hai rapita e mi hai obbligata a stare qui con te... ma a me personalmente la cosa non va a genio. Quindi o mi lasci stare o me ne vado.- Accadde subito, fu una cosa veloce, mi ritrovai con una guancia rossa e le lacrime, che sfioravano quest'ultima. Mi schiarì la voce e al posto di dire qualcosa, dalla mia bocca uscirono solo singhiozzi, cercai di andarmene ma mi fu una cosa impossibile.
-Dove cazzo credi di andare?!- Mi urlò contro, bloccò i miei polsi e li strinse come l'ultima volta. -T-ti prego lasciami.- Sussurrai. -M-Mitch.- Mi tirò un altro schiaffo. -Forse non hai capito! Da qui non te ne andrai mai! Lurida puttana!- E dopo il suo discorsetto "amorevole" mi diede un altro schiaffo. Decisi proprio in quel momento, che per quel l'uomo avrei solo provato odio e dispiacere... ma quando mi accorsi di ciò che provavo in quel preciso momento, fu troppo tardi.
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Spazio autrice:
Capitolo cortissimo, ma non ho idee. Il prossimo giuro di farlo più lungo, mi dispiace molto, sorry

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Buying a daddy
ActionA soli 17 anni, Sophia, proveniente da una famiglia mafiosa, incontrerà colui che le stravolgerà la vita. Colpi di scena e segreti, faranno parte della vita della Protagonista. Un segreto, molto grande, potrà riunire i nuovi amori e quelli vecchi. U...