Capitolo 6

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~comunque mi chiamo Simón~

Scoppiò in una risata isterica, accanto a lui c'era il lavandino con sopra dei bicchieri e dei piatti. Guardai Xiomara e quello che riuscì a vedere in quelle magnifiche pozze nere fu la paura, sentimmo la porta aprirsi e chiudersi ma nessuno ci fece molto caso, quindi rimanemmo in quella posizione. Ad un certo punto sentì il rumore di alcuni vetri schiantarsi contro il muro, vidi Mitch impugnare un altro bicchiere di vetro fra le mani, non mi mossi per la forte fifa e lui sorrise aspramente.

-Cos'è? Mh? Non parli più?- Ingoiai il groppo che mi si formò in gola, feci un respiro profondo cercando di inalare molta aria e poi sospirai. -Dovresti vergognarti.- Non so dove ebbi il coraggio di rispondergli, perché se al posto mio ci fosse stata un'altra ragazza si sarebbe scusata e si sarebbe sottoposta a qualsiasi cosa lui le avrebbe chiesto, ma io non sono così.

-Hey Mitch sono entrato con la chiave per.- le parole gli morirono in bocca, spostò lo sguardo da me, Xiomara e Mitch. Dietro di lui sbucò un altro ragazzo simile a Luis così pensai che fossero fratelli. -Come scusa?- Chiese con molta calma, era così calmo, che sentì il sangue gelare. -Hai sentito bene, non lo ripeterò due volte.- A questa affermazione, scaraventò con violenza il bicchiere che aveva fra le mani, facendo ricadere tutti i pezzi di vetro al suolo.

-Cosa cazzo hai detto?! Portami rispetto!- Sussultai leggermente e l'osservai. -E tu cerca di portarlo agli altri.- Forse ho esagerato, pensai. Si avvicinò velocemente al mio corpo, ma i fratelli lo fermarono posando le loro mani sul suo petto, lo fecero indietreggiare. Feci un passo indietro e osservai la scena terrorizzata. -Cosa cazzo pensavi, eh?! Che dopo una scopata, potevi tener test a me?! Sei stata solo una scopata! Troia!-  Sembrava un pazzo, rimasi immobile sul posto prima di correre in stanza e rimanerci lì finché non sentì la sua voce.

-Apri!- Spalancai la porta e Mitch si scaraventò sulle mie labbra, cercai di respingerlo ma venni travolta dal forte piacere, che provocavano le sue labbra sulle mie. -Va... via...- Dissi tra un bacio e un'altro. -Allora mandami via.- Mi rispose sulle labbra, mi allontanai e lo guardai negli occhi.     -Mitch, me ne pentirò.- Detto questo lo baciai con foga, passai la mie mani sul suo petto, lui appoggiò la sue mani sui miei glutei ed iniziò a strizzarmeli.

Questo gesto mi fece gemere al suo tocco, posai le mie dita sulla cinta dei pantaloni e piano piano la slacciai, misi la mia mano dentro i suoi pantaloni e sfiorai la sua grande erezione. -Ah.- Ansimò, decisa infilai la mia mano nei suoi boxer e presi il suo membro fra le mani, iniziai a fare su e giù. -Vai così piccola.- Buttò la testa indietro, tolsi la mia mano dai suoi boxer e gli abbassai i pantaloni, portai i capelli indietro e leccai il suo membro.

Baciai lentamente la punta e lo accolsi nelle mie labbra, con la mano mi aiutai e nel mentre iniziai a succhiarlo. -Non fermarti piccola...- Impugnò i miei capelli e mi aiutò a prenderlo di più, così tanto che i miei occhi divennero lucidi. Sentì che stava per venire così mi alzai e lasciai il mio lavoro incompleto, sorrisi soddisfatta e me ne andai...


Mi svegliai con un gran mal di testa, presi Un'aspirina e scesi le scale raggiungendo la cucina, salutati Xiomara con un bacio sulla guancia e mi sedetti a tavola. -Buongiorno bellezza.- Entrò nella stanza Luis seguito da un'altro ragazzo, l'opposto di Mitch. Si sedettero a tavola e il ragazzo di cui non conoscevo il nome mi squadrò dalla testa ai piedi e questa cosa mi fece sentire in soggezione. Sorrisi a mala pena, presi una ciambella e iniziai a mangiarla. Anche i due iniziarono a fare colazione, subito dopo si unì a noi Mitch.

-Buongiorno.- Salutò tutti, si sedette a capo tavola e iniziò a fare colazione -Come mai siete qui?- Chiese prima di bere dalla sua tazza del caffè fumante, i due ragazzi si guardarono e poi guardarono me. -Oggi la famiglia degli Evans verrà a chiedere il riscatto.- Per poco non mi strozzai, finalmente sarebbero venuti a prendermi. -Cosa?!- Esclamò Mitch, i ragazzi annuirono e basta, mentre l'uomo dai capelli corvini iniziò ad agitarsi.

-Finalmente.- Sussurrai alzandomi dalla sedia. -Come scusa?- Assottigliò gli occhi con fare severo. -Ho detto finalmente... ora se non vi dispiace vado a fare le valigie.- Cercai di svignarmela, ma il nostro caro Mitch mi afferrò dal polso facendomi girare nella sua direzione.     -Credi davvero di andartene?- Guardai i suoi occhi cupi, senza fiatare. -Troia.- Sussurrò, cercai di tirargli uno schiaffo, ma mi bloccò il polso con l'altra mano. Strinse un la presa facendomi male.

-Mitch.- Sussurrai con voce dolente. -Dove cazzo andrai quando sarai fuori di qui? A fare la troia in biblioteca?- Strinse la presa ancora di più, sentì i miei occhi pizzicarmi e il mio labbro inferiore iniziò a tremare. -Fratello è meglio che tu la smetta!- Lo avvertì il ragazzo, Mitch non appena si accorse di quello che stava facendo, si allontanò da me e andò nel suo ufficio seguito da Luis. Scoppiai a piangere silenziosamente e osservai i miei polsi ormai rossi.

-Hey è tutto okay.- Mi sussurrò, alzai lo sguardo verso di lui. -Comunque mi chiamo Simón.- Mi porse la mano ed io l'afferrai. -Sophia.- Mi sorrise e prese un bicchiere d'acqua, lo bevetti e lo ringraziai. -Se vuoi ti do il mio numero, così nel caso di bisogno.- Lo interruppi. -Non ho un telefono.- Sorrise e mi porse una scatolina con all'interno un telefono, lo abbracciai distinto ma in quel preciso istante sbucò Mitch con Luis. 

Simón ricambiò l'abbraccio, ma quando si accorse della presenza dei fratelli si allontanò delicatamente dal mio corpo.  -Visto?! Ho ragione! È una troia!- A quella affermazione non ci vidi più, saltai sopra a Mitch e lo riempì di pugni, ogni volta che cercava di fermarmi io lo scansavo.    -Brutto pezzo di merda!- Dissi, prima che i i due fratelli mi presero a sacco di patate, guardai le nocche delle mani ormai distrutte e poi vidi il viso di Mitch.

L'ho conciato proprio male...pensai

Lo aiutarono ad alzarsi e quando incrociò il suo sguardo con il mio se ne andò, sorrisi soddisfatta e poi raggiunsi la mia camera da letto, mi rifugiai in bagno dove trovai un  kit d'emergenza.

Io lo condividerei con lui...

Mi alzai e lo raggiunsi in camera sua, dove stava cercando anche lui il kit...

Buying a daddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora