"Buio"

720 17 2
                                    

Il mio battito cardiaco non faceva altro che aumentare, la mia amica notando il mio stato di salute mentale decise di chiudere tutto e farmi stendere sul letto. Ero a pezzi, Mitch poteva essere l'assassino di mia sorella o il complice. Come poteva sposarmi sapendo della mia più grande perdita. Strinsi gli occhi e iniziai a piangere silenziosamente, ma non sapendomi trattenere, scoppiai in lacrime e le mie urla strazianti fecero piangere anche Diana. Purtroppo le mie lacrime le dovetti tirare indietro, perché udì la voce di Mitch e dei suoi fratelli, che si trovavano al piano di giù. -Non piangere più, per favore.- Sussurrò Diana, annuì silenziosamente e mi asciugai le lacrime. Scesi al piano inferiore seguita dalla mia amica, raggiungemmo il salone e quando Simón mi vide, corse ad abbracciarmi. Un po' impacciata dovetti ricambiare e lo strinsi forte tra le mie braccia, avevo bisogno di un abbraccio; meglio allontanarsi da Simón. Pensai. -Ciao Sophi.- mi salutò con un sorriso smagliante, Luis mi guardò e mi salutò con un cenno del capo, ma Mitch... non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Rimasi perplessa, volevo sapere perché non mi volesse guardare, cosa avevo fatto di male? -Ciao... ehm... com'è andata la giornata?- Chiesi ai tre, che si affrettano a rispondere. -È andata bene, ma siamo stati abbastanza indaffarati con... con il progetto.- Mi spiegò Luis e quando pronunciò la parola "progetto" non capì a cosa si volesse riferire. -Progetto? Quale progetto?- La mia domanda di confusione, portò Diana a sbattere la sua propria mano sulla fronte. Simón e Luis stavano per parlare, ma vennero interrotti da Mitch. -Siamo stati a casa di tuo padre e abbiamo finalmente organizzato il piano, tra due settimane partiamo e rimarremo lì per... due o cinque mesi? Non lo so... dovremmo solo porre fine a qui tedeschi.- Alla fine del suo discorso poetico mi avvicinai a lui per salutarlo, non so con quale coraggio, ma dovevo fingere che andasse tutto bene e che per me la mia famiglia non contasse più nulla. Inaspettatamente le nostre labbra si unirono e quel bacio, se vogliamo chiamarlo così, era colmo di emozioni sia da parte mia, sia da parte sua. I miei sentimenti erano tristi, ma c'era un filo di felicità, i suoi invece erano colmi di gelosia e rabbia. Quando mi allontanai da lui, i nostri occhi si incastrarono davvero per la prima volta e ancora una volta una luce in quelle pozze marroni la si poteva intravedere, quella volta però era più visibile. Sorrisi leggermente all'uomo dinanzi a me e lui ricambiò, i suoi lineamenti m'incantavano. Erano così perfetti, che sembravano disegnati. -Volete un dolce? Io e Diana stavamo per prepararne uno, accettiamo anche richieste.- Cambiai discorso come se tutto quanto fosse normale, come se io stessi bene, come se non fosse accaduto nulla. -La crostata di more.- Disse Diana, stavo per andarmene dalla sala ma mi bloccai sui miei passi. -No, Mitch è allergico alle more e ai frutti di bosco.-  L'uomo mi lanciò uno sguardo stupito e decise e intervenire. -Fai la crostata alla mela verde.- Annuì alla sua richiesta e mi dileguai in cucina.  Nel frattempo iniziai a canticchiare una canzone, ma una in particolare.

-I stay up all night, tell myself I'm alright. Baby, you're just harder to see than most. I put the record on, wait 'til I hear our song. Every night I'm dancing with your ghost...- Ripensai ancora a quella giornata in pineta. Iniziai a tagliare la mela in modo perfetto, ma la voce di Mitch mi fece sobbalzare così tanto che per sbaglio tagliai una fetta in modo storto. -Sei davvero brava, hai degli acuti incredibili.- Il suo fiato caldo, sul mio collo, mi diede tanti brividi. Chiusi gli occhi e quando gli riaprì, continuai a fare il dolce. -Mitch, accidenti! Ho tagliato male la mela.- Esclamai, in tutta risposta iniziò a ridere, facendomi innervosire. Scossi la testa e mi diressi verso il forno che accesi per farlo riscaldare un po', prima di mettere il dolce in forno. -Cosa ti farei.- Sussurrò con la sua voce rauca, alzai gli occhi al cielo e mi diressi verso l'impasto, continuai il tutto e dopo aver depositato la teglia nel forno, iniziai a parlare con Mitch. -Allora? Com'è andata?- Chiesi facendo finta di nulla, l'uomo osservò attentamente i miei movimenti. -È andata bene, manca ancora una persona da contattare.- Aggrottai la fronte e gli lanciai uno sguardo confuso. -Chi manca?- Dire che mi stavo impicciando di cose che non dovevano interessarmi è a dir poco, ma la cosa che mi stupì fu la sua risposta. -Killian.- Il mio sguardo cambiò, divenne freddo e impaurito, ma lui non se ne accorse, perché continuò a raccontarmi qualcosa. -Quel pezzo di merda non vuole parlare, sono andato da lui e mi ha cacciato.- Una cosa che nessuno poteva sapere, oltre alla famigliare Rapp e me, è che Killian era troppo potente, tutti dipendevano da lui e questa cosa a Mitch dava ulteriormente fastidio. -Dicono che al suo fianco, c'era una donna... lui non mi parlerà mai se non gliela porterò.- Il mio battito cardiaco si fermò per qualche istante, se avessero scoperto che la donna in realtà ero io... beh, penso che mi ritroverei nei casini. La cosa che a me faceva paura, era che Killian mi voleva morta. -Donna?- Potevo tacere senza peggiorare la situazione, ma il ghigno di Mitch mi fece preoccupare un po'. Non doveva assolutamente sapere chi era questa donna. -Si... ho saltato una parte. Quando mi sono fermato nella sua proprietà, gli ho chiesto di unirsi a me e uccidere quel bastardo, ma ha rifiutato per questa donna. Io gli ho chiesto un compromesso e lui ovviamente ha accettato, dicendomi che se avrei trovato colei che gli ha rovinato la vita, avrebbe accettato la mia richiesta.- La sua spiegazione era macabra, il suo sguardo era strano... colmo di oscurità.

"BIP."

Il rumore del forno mi fece perdere dieci anni di vita, senza dire nulla presi i guanti da cucina, fuoriuscì il dolce dal forno e lo appoggiai sul tavolo da cucina. -Che buon profumo.- Cercai di cambiare discorso, ma lui non ne aveva proprio voglia, anzi, volle continuare questo discorso con molto entusiasmo. -E forse io ho capito chi è questa donna.- Fece dei passi lenti nella mia direzione, il mio corpo era immobile, non riusciva a muoversi era come se fossi una statua. -C-chi è?- Domandai con un filo di voce, la sua mano spostò dietro il mio orecchio un ciuffo di capelli fuori posto. Stava per darmi una risposta, ma purtroppo un urlo mi fece gelare il sangue. -Diana.- Corsi subito in salotto e osservai sconvolta i fratelli di Mitch, che la stavano ammanettando e imbavagliando. I miei occhi divennero lucidi e il mio corpo iniziò a tremare. -Cosa state facendo?- la mia voce tremante si insinuò nella stanza, i due mi informarono, ma Mitch rispose subito alla mia domanda. -Stiamo riportando a Killian la sua donna.- Sgranai gli occhi, come poteva fare una cosa del genere e non aveva nemmeno le prove per confermare, che in realtà fosse lei. Pensai. -Non è lei.- dissi, ma lui mi rispose in fretta. -Si, ho studiato tutti i suoi movimenti e lei è sempre stata con lui.- Maledissi mentalmente la me del passato, Diana mi seguiva ovunque era la mia spalla, ma non riuscivo a capire, che in realtà la stavo mettendo in pericolo. -Non è lei.- Dissi sicura di me. -E come lo sai?- La mia amica stava muovendo il capo in segno di negazione, non voleva che io dicessi a Mitch chi fossi in realtà, ma dovevo, non volevo perdere la mia migliore amica. -Lo so perché... sono io la donna che sta cercando Killian.-

















Buio














__________________________
Spazio autrice:
eccomi qui!!
la storia finisce qui :(
ovviamente vi sarà un sequel.
non vedo l'ora di farlo.
Grazie per il supporto, grazie di tutto.
Ora penso che scriverò una nuova storia o continuerò if by chance.
E niente, ci vedremo alla prossima storia.
vi amo 💕💕

Buying a daddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora