"È colpa mia"

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-Che cosa succede?- Chiese tremante la piccola Iris. -Luis portale via.- Indicò le tre donne, eccetto me. Il suo tono era freddo e quasi mi sentì morire, feci un passo indietro e inchiodai i miei occhi in quelli di Simón, cercai delle risposte in quelle pozze azzurre, ma non ottenni nulla. -Mitch cosa.- Mi interruppe bruscamente. -Per una sola fottuta volta, Sophia, chiudi quella cazzo di bocca!- Mi zittì all'istante e soffocai un urletto. -Non mancarle di rispetto!- Intervenne Simón. -Oh... avete visto?- Sul suo viso comparve un sorrisetto malato. -Simón lo stronzo se la difende.- Luis cercò di mettersi in mezzo. -Ragazzi, penso che dobbiate smetterla.- Ma venne interrotto da Mitch. -Fatti i cazzi tuoi! Qui il nostro caro Simón si è scopato la mia donna.- Strabuzzai gli occhi e guardai il biondo con imbarazzo e un po' di vergogna, alzai la cerniera della mia tuta e mi strinsi nelle spalle. -Cosa?!- alzò il tono il ragazzo. -Non mentirmi.- lo ammonì Mitch, che fece un passo verso quest'ultimo. Pregai con tutta me stessa, che non accadesse nulla ma l'universo era contro di me. Il moro si avvicinò pericolosamente a Simón e lo afferrò dalla camicia. -dimmi la verità e sappi una cosa... non sono tonto.- Quando il ragazzo non rispose, Mitch voltò il capo verso di me e proprio in quel momento sentì l'esigenza di andarmene. Provai a reggere con tutta me stessa il suo sguardo accusatorio, ma non c'è la feci e cedetti. -Come si suol dire: il silenzio vale  più di mille parole.- E con questo Mitch colpì il viso di Simón, con un pugno destro, facendogli voltare il capo in modo innaturale. Dalle mie labbra fuoriuscì un urlo, mentre i miei occhi assistevano a quella scena ripugnante. Mitch che colpisce con cattiveria suo fratello. Non so per quanto durò questa tortura, penso qualche minuto o ore, quello che ricordavo, era solo la pozza di sangue che circondava il corpo di Simón e poi il buio...











Eravamo sdraiate sul prato verde e nel frattempo ascoltavamo delle canzoni, io ero intenta a mangiare delle fragole mentre la piccolina era concentrata a leggere un libro. ~Sophi, potresti abbassare il volume?~ Sbuffai e abbassai la radio. ~Sorellona... devo dirti una cosa importante.~ La osservai e le feci un cenno con il capo per farla continuare. ~A scuola mi prendono in giro... dicono che sono sono una sfigata, perché non ho mai fatto sesso.~ La guardai scioccata e dovetti alzarmi per guardarla bene negli occhi. ~Sei troppo piccola per queste cose... hai solo 13 anni.~ l'abbracciai e la consolai per tutta la giornata fino a quando non divenne buio.
















-Tesoro, sveglia.- La voce dolce di Dora mi risvegliò facendomi ritornare al presente, quando aprì gli occhi individuai come prima cosa il viso della donna, mi schiarì la voce, sollevai il busto e piano piano mi sedetti appoggiando la schiena allo schienale del letto. -C-cos'è successo?- La mia voce era rauca e quando la donna si rese conto che io fossi sveglia, mi porse un bicchiere d'acqua. -Prima bevi.- Feci come richiesto, appoggiai il bicchiere sul comodino e ripuntai i miei occhi scuri in quelli azzurri della donna. -Come ti senti?- Alla sua domanda, molti ricordi dell'ultima ora mi riaffiorarono la mente. -Come sta Simón?- Chiesi senza pensarci, ma purtroppo prima non ispezionai per bene la stanza e mi resi conto, che Mitch era appoggiato allo stipite della porta. -perché ti importa così tanto di Simón?- Dora precedette il moro ponendomi questa domanda, con tono dolce. -È colpa mia... tutta colpa mia.- Sussurrai, mentre sul mio viso delle lacrime iniziarono a farci posto. -I-io non dovevo... non dovevo.- Mi bloccai per i troppi singhiozzi. -Non dovevi cosa cara?- Feci un respiro profondo e poi risposi. -Non dovevo chiamarlo l'altra notte per un incubo... e-ero così spaventata e-e lui è venuto subito e mi ha fatta calmare... ma non volevo.... non volevo.- Sinceramente? Sembravo una pazza! Sul serio! -Tesoro, ascolta un.- La interruppi. -Non... non... respiro.- Ed ecco qui un altro attacco di panico in corso, strizzai gli occhi mentre nella mia mente quelle immagini si ripetevano. -Mitch! Mitch!  Aiutami!- Dopo le urla della donna, l'uomo ci venne incontro. -Ci penso io.- Subito sentì le sue labbra calde venire a contatto con le mie. Provai a respingerlo ma fu tutto inutile. Quando ci staccammo il mio respiro divenne regolare, posai il mio sguardo nei suoi occhi marroni e gli sorrisi debolmente. -Grazie.- Sussurrai. -Mitch... mi dispiace per tutto, ma devi dirmi come sta Simón, per favore, ho bisogno di saperlo.- Piagniucolai.

Dal suo viso potei notare come la mia richiesta gli fece male, davvero male -mamma lasciaci un attimo da soli- con la testa bassa Dora lasciò la stanza dando spazio ai nostri pensieri e alla nostra privacy. -Lui... beh...lui.- Il suo comportamento non era il solito, era impacciato non sapeva come muoversi e da come potei notare bene dai suoi occhi, cercò di non ferirmi pur sapendo che la risposta per me sarebbe stata tragica. -Ho dato di matto.- I miei occhi lucidi iniziarono ad appannarsi, tirai su con il naso e lo guardai negli occhi, ma quest'ultimi si rifiutarono di incrociare il mio sguardo. -Tu sai come sono fatto... alle volte agisco e non penso alle conseguenze.- Si interruppe, come se fosse stata una cosa scontata. -C-cos'hai fatto?- Niente, non voleva proprio rispondermi, con decisione presi delicatamente il suo viso fra le mie mani e incastrai i miei occhi nei suoi, gli sorrisi leggermente e gli lasciai un bacio sulla punta del naso. -Sophia.- Si schiarì la voce e i suoi occhi divennero lucidi. -Perdonami.- Lo guardai attentamente negli occhi e per un millesimo secondo mi venne la malsana idea di non chiedergli più nulla e di rimanere in silenzio. -Quando sei svenuta... non ce ne siamo accorti così ho continuato a picchiarlo, purtroppo tra le urla di Luis e le urla di mamma, nessuno si era reso conto del tuo corpo dormiente sul pavimento. È stata una frazione di secondi... la pallottola aveva colpito Simón. L'ho sparato.- Allentai la presa sul suo viso e cercai con tutta me stessa di auto convincermi che tutto quello fosse stato un brutto sogno, ma purtroppo non lo era affatto...

È colpa mia...

-Mitch...mi dispiace...i-io non volevo è tutta colpa mia.-

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