"lei"

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QUALCHE ORA PRIMA

MITCH POV:

-CAZZO! IRIS!- Le sbraitai in pieno viso, era come se nella stanza ci fossimo soltanto io, lei e nessun'altro. Non mi resi nemmeno conto che Simón e Sophia erano andati via. Le mani continuavano a prudermi avevo bisogno di alcol e ne avevo bisogno proprio in quell'istante. Mi allontanai da Iris, come se ne fossi stato fulminato. Di corsa andai in cucina e afferrai la bottiglia di liquore, tolsi con irruenza il tappo e come un assetato iniziai a scolarmela tutta d'un fiato. Quando non ebbi più fiato allontanai le labbra dalla bottiglia e buttai tutto giù. Ancora non riuscivo a capacitarmi, come una ragazzina di 15 anni aveva osato mancarmi di rispetto, pensai ripetutamente più volte. Sentendo il tumore della porta d'ingresso intuì all'istante, che fosse arrivata Sophia insieme a quello stoccafisso di mio fratello. Ero molto incazzato, così tanto che non riuscivo a rispondere alle mie azioni... già quella volta, il mafioso di cui tutti parlavano e temevano uscì allo scoperto e la ragazza dai capelli scuri dovette assistere a tutto e non me ne pentì nemmeno un po'. -Eccovi finalmente.- Uscendo allo scoperto vidi i due ispezionare il salotto, con occhi sgranati. -Che cos'è? Mh? Avete scopato troppo e non pensavate, che se foste tornati a casa non vi sarebbe successo nulla?- Il mio tono di voce era calmo, ma calmo da far paura alla gente. Notando la loro scena muta mi schiarì la voce. - Vi ho appena fatto una domanda e per educazione dovreste rispondermi.- La piccola Sophia fece dei passi indietro, mentre i suoi occhi scuri iniziarono a trasformarsi in Mar nero. -O mi risponderete entro tre secondi o sarete fottuti.- Avanzai nella loro direzione lentamente. -Oh no... lo siete già.- Conclusi.

Simón provò a dirmi qualcosa, ma venne preceduto dalla ragazza alle sue spalle. -Siamo andati da mia sorella, le ho comprato qualcosa al centro commerciale.- Afferrò la sua borsa e con le mani tremanti aprì quest'ultima in cerca di qualcosa. Prese il borsellino dei soldi e da questo ne estrasse uno scontrino. -Vedi?! Q-questa è la prova... ora sarai infuriato, però dammi ascolto.- Fece un respiro profondo e continuò a parlarmi. -Mitch, siamo andati solo a fare compere, questo è lo scontrino e se non mi credi perché sei troppo infuriato, vai al mare è a due passi da qui... Mitch.- Ormai mi avevo perso il senno della ragione, non riuscivo a rispondere alle mie azioni, infatti se ne rese conto quando incastrò i suoi occhi neri nei miei ormai neri come la pece. Strinsi le mani in un pungo e respirai lentamente cercando di calmarmi. -Mitch ti prego... io sono mortificata, forse dovevamo avvertirti ma.- Venne interrotta da un mio schiaffo sulla sua guancia destra, la spintonai facendola cadere sul pavimento. La faccia di Simón diceva molte cose, ma i miei pugni sul suo viso ne dicevano di più. Non riuscivo a fermarmi, era come un divertimento, era come se partecipassi ad un gioco in cui se avessi colpito di più il mio avversario avrei guadagnato punti. -MITCH! TI PREGO! SMETTILA! NON HA FATTO NULLA!- Continuava a strillare, non mi resi conto di aver superato il limite. -Mitch... ti pregooo!- Disse piagnucolando come una bambina. Niente e nessuno poteva fermarmi eccetto lei, solo lei poteva fermare il mostro che era in me, perché in realtà ero diventato così solo per colpa sua..

Julia's pov.
Entrai in casa del mio fratellone insieme a Luis, pronti a dargli delle notizie positive, ma quello che i miei occhi videro mi fecero sentire il cuore in gola. Iris in un angolo della stanza chiusa a riccio, che piangeva come una matta, vetri e vasi rotti sul pavimento, una voce femminile che implorava tregua e delle gocce di sangue. Luis raggiunse Iris mentre io mi incamminai verso le grida di Sophia. Persi dieci battiti. Simón era pieno di sangue a mala pena respirava, si sentiva il suo affanno, Mitch era sopra di lui e lo stava picchiando e Sophia sul pavimento con un labbro spaccato e un livido sulla guancia, che cercava di fermare il mostro. Feci un respiro profondo prima di parlare. -Mitch!- al suono della mia voce si fermò per un nano secondo, incastrò i suoi occhi di sangue nei miei color miele e ricominciò, come nulla fosse, a massacrare di botte mio fratello. -Per favore smettila! Non vedi che sta per morire?!- Niente, era come se non esistessi, stava per dargli il colpo di grazia, ma per fortuna arrivò Luis che lo allontanò in tempo. Scioccata dalla situazione, tremante mi avvicinai al corpo di mio fratello. Avvicinai il dito indice sotto al suo naso, per sentire il suo respiro e per fortuna respirava ancora. Guardai Sophia, che era rimasta immobile a fissare il vuoto. -Sophia... va tutto bene.- Cercai di dirle, ma niente poteva smuoverla dalla sua posizione. -Mitch! Che cazzo ti prende eh?! È tuo fratello cazzo!- Lo spintonò Luis, finalmente acquisì un po' di lucidità e non appena si rese conto del suo grande errore soccorse Simón insieme al ragazzo, che poco fa lo salvò prima di fargli commettere un omicidio. La ragazza dai capelli corvini era ancora lì, immobile a fissare il vuoto. Come un fulmine, qualcosa si accese in lei e corse in camera da letto, pronta a barricarsi lì dentro.

Mitch's pov.

Quando mi accorsi, che la piccola Sophi si trovava al piano di sopra la raggiunsi. Mi ritrovai difronte alla porta della camera da letto, pronto ad aprirla, ma mi resi conto che si chiuse a chiave solo dopo aver provato a piegare la maniglia. Bussai. -Sophia apri.- Ero calmo. Niente, nessuna risposta. -Sophia... apri la porta, adesso.- Ancora niente. -Bimba dai, apri la porta.- La supplicai, ma quando non ebbi nuovamente sua risposta, con la mano urtai violentemente la porta e gridai. -PORCA PUTTANA! SOPHIA APRI IMMEDIATAMENTE QUESTA PORTA!-

Sophia's pov

Sussultai sentendo le urla di Mitch, lentamente mi allontanai dalla porta per dirigermi verso la cabina armadio. Trovai in un batter d'occhio la mia valigia ed iniziai a metterci dentro tutti i miei indumenti, dal primo all'ultimo. Mentre piegavo le robe le lacrime iniziarono a farsi spazio sul mio viso. Udendo un alto pugno alla porta, mi affrettai a mettere tutto nella valigia, avevo paura. Se lui fosse entrato in stanza mi avrebbe menata. Finita la valigia andai in bagno, dove potei osservare attentamente i lividi, che mi procurò qualche oretta fa. Mi sciacquai il viso e nel frattempo piangevo. Come sono caduta così in basso, come ha potuto ferirmi per la milionesima volta... pensavo. Trovai un elastico e con quest'ultimo legai i miei capelli in una coda alta, mi asciugai il viso, spruzzai sul mio collo un po' del mio profumo ed uscì immediatamente dal bagno. Dovevo prendere solo i trucchi, ma un altro suo pugno sulla porta mi fece tremare. Mi schiarì la voce e lentamente mi avvicinai alla porta, che ci divideva. -Mitch...- Venni interrotta da due voci. - Tranquilla.- Luis, era lui. -Ci siamo anche noi, non ti accadrà nulla.- Julia, la potrei riconoscere tra mille. A sentire le loro voci scoppiai a piangere nuovamente, ma dalla felicità. Come potevano due estranei rendermi così felice. Senza pensarci aprì subito la porta e gli occhi di Julia furono i primi che incontrai, mi buttai fra le braccia senza pensarci, volevo solo un po' di affetto, quello che non ho avuto in questi giorni e in questi mesi.

-Julia... portami a casa.- Le sussurrai e in sua risposta ricevetti un abbraccio più forte, quando ci allontanammo  vidi i suoi occhi, che capirono tutto all'istante. -Non puoi farmi questo.- Sussurrò, indietreggiai non appena quest'ultimo provò ad avanzare nella mia direzione. -Mitch, è meglio così.- Dopo aver detto ciò presi la valigia e scesi al piano di sotto, dove Iris stava assistendo Simón. -Ehy piccolina.- Richiamami la sua attenzione e quando mi vide, mi venne incontro abbracciandomi, come se fosse l'ultima volta che ci saremmo viste. -Pensavo ti avesse fatto qualcosa di brutto.- Sentì la maglia leggermente bagnata, segno che le scappò una lacrima. -Ci vediamo presto piccola Iris.- Le lasciai un bacio fra i capelli e quando mi allontanai da ella, vidi Mitch scendere le scale come una furia. Corsi terrorizzata al bagno del piano di sotto e mi chiusi lì dentro. -CAZZO! APRI QUESTA MALEDETTA PORTA!- Soffocai un urlo, e mi allontanai dalla porta. -Fammi andare via... ti supplico.- Dalla sua risata sinistra, capì che aveva in mente qualcosa. -E come farai senza vestiti eh? La tua valigia ce l'ho io.- Che idiota che sono, pensai. Senza paura aprì la porta e mi ritrovai Mitch faccia a faccia, lo sorpassai, ma egli mi tirò da un braccio facendomi fermare. -Ti prego Sophia... scusami, non accadrà più... non andartene.- Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi, così abbassando il capo sussurrai: -No... lasciami andare.- Finalmente mollò la presa e mi avvicinai alla porta d'ingresso, piegai la maniglia, ma prima rivolsi uno sguardo a Julia, che quest'ultima mi passò la valigia. Le sorrisi gentilmente e me ne andai. Chiudendo la porta alle mie spalle, capì che per me ci fosse  un nuovo inizio. La mia vecchia vita stava ricominciando da capo. Iniziai a camminare verso casa mia, quando mi arrivò una chiamata da Diana.

-Pronto?-
-Hey ascolta, ho scoperto una cosa.-
-Cosa?-
-Adele potrebbe essere viva.-














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Spazio autrice:
Ciao tesoriiii! Si è da tanto che non aggiorno, ma non pensavo che la storia potesse piacervi così tanto. Sono felice che vi piaccia.
Scusatemi per gli eventuali errori grammaticali e se notate qualcosa di strano ditemelo che lo correggerò. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Cosa farà adesso Mitch?
Chi ha reso Mitch un mostro?
Sophia ricomincerà le sue ricerche sulla sorella?
Sophia sentirà la mancanza del suo rapitore?
Per scoprilo troverete le risposte nel prossimo capitolo
Un bacio💕💕💕

Buying a daddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora