"signor Miller"

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La vita... quale sarebbe il significato della vita. C'è davvero qualcuno che ci protegge o è soltanto una menzogna? Se esistesse davvero un dio non esisterebbe tutta questa merda, mia sorella sarebbe ancora viva ed io non sarei dovuta andare a dormire sempre con quel senso di colpa. Se solo mamma lo sapesse....

Mitch's pov

Iniziai a preoccuparmi, mi disse solo che sarebbe mancata dieci minuti, ma qualcosa non quadrava. Ero al centro della sala da ballo e come uno stolto perlustrai con lo sguardo tutta la sala. Senza dare molto nell'occhio intrapresi il suo stesso corridoio, niente non sentivo nulla, era come se l'avessero rapita. -SOPHIA!- Niente, nessuna risposta. -PICCOLA DOVE SEI?!- Inizia correre in tutte le direzioni, ma quando sentì un pianto in lontananza, venni attratto da esso e lo seguì. Quello che vidi mi spezzò il cuore. Sophia era accovacciata a terra che piangeva, ma la cosa che mi stupì fu quella di ripetere continuamente un nome, Adele. -Bimba sta tranquilla.- Alzò lo sguardo su di me e come un razzo si gettò fra le mie braccia, un po' titubante ricambiai e le posai un bacio sul capo, proprio fra i suoi bei capelli corvini. -Mitch...è tutta colpa mia.- la sua voce era spezzata e molto bassa. -Non è colpa tua.- Scosse il capo in modo di negazione e mi osservò per bene negli occhi. -Si, Adele è andata via per colpa mia.- Sembrava una pazza. -No che non lo è.- Le accarezzavo lentamente i capelli. -Grazie... davvero.- Sussurrò , mentre si asciugava gli occhi. -Andiamo alla festa?- Mi sorrise debolmente. -Fammi prima sistemare il trucco.- Alla sua richiesta annuì e senza proferire parola me ne andai.

Sophia's pov

-E abbiamo quasi... finito!- Esclamò entusiasta la mia migliore amica, mi osservai allo specchio e poi rivolsi a lei uno sguardo di gratitudine. -Sei magica.- L'abbracciai e poi insieme raggiungemmo la festa. Mi avvicinai a Mitch, che stava parlando con un uomo molto importante, il signor Miller, lui uccise si e no all'incirca tutta la mafia spagnola ed inseguito quella russa, però si fermò perché una delle sue figlie si innamorò del capo della famiglia russa e così dovettero firmare un testamento di pace. Che storia lunga e noiosa, una cosa però che sapevo era che l'altra figlia perdeva la testa per il mio presunto fidanzato. Quando si accorsero della mia presenza subito il moro appoggiò la sua mano sul mio fianco attirandomi di più a se. -Signor Miller, lei è la mia fidanzata... Sophia.- Sorrisi debolmente e gli porsi la mano, mi osservò da capo a piede e subito dopo afferrò la mia mano e la portò alle sue labbra, lasciandoci sopra un dolce e delicato bacio. -il piacere è tutto mio, vorrei presentarle mia moglie Roberta e mia figlia Debora.- Sorrisi alla donna e quando vidi sua figlia qualcosa in me scattò, non sapevo bene cosa fosse ma non era nulla di positivo. -E tu dovresti essere la sua ragazza?- Sorrisi aspramente. -Si.- Risposi secca, non staccai mai lo sguardo da lei. -Vedo che andate molto d'accordo...  perché non vi fate un giro?- Guardai per un solo secondo il mio uomo e prima di allontanarmi definitivamente da lui gli lasciai un bacio all'angolo della bocca. -Ci vedremo tra un po'.- Sussurrai sulle sue labbra. Potei notare una luce di lussuria nei suoi occhi, ma lasciai stare non appena io e la ragazza dai capelli biondi ci dirigemmo insieme verso il retro. -Allora brutta puttana! O lascerai Mitch di tua spontanea volontà oppure te ne farò pentire amaramente.- Cercò di intimidirmi lei, non so con quale coraggio aveva osato minacciare la futura moglie del boss, le sorrisi e preferì non proferire parola con quest'ultima, perché sapevo che non sarebbe andata a finire bene. -Mi stai ascoltando?!- La ignorai. -Lo sapevo che Mitch sceglieva sempre delle puttane come sue compagne!- Alla sua ultima affermazione scoppiai. -Sai non è colpa mia se Mitch mi ha acquistata, sai?!- Mi guardò con fare interrogativo e con un filo di terrore negli occhi -A-acquistata?- Feci un respiro profondo e mi schiarì la voce.

-Hai capito bene... acquistata.- Ammisi più a me che a lei, rivolsi il mio sguardo nei suoi occhi cristallini e le sorrisi leggermente. -N-non penso, che sia stata una buona idea parlare con te.- Per una volta le diedi ragione. -Ma rimarrai per sempre una puttana!- Affermò. -Come scusa?- Feci un passo nella sua direzione con fare minaccioso, sul mio volto si formò un sorriso da sociopatica mentre sul suo ritornò quello sguardo di terrore. Osservai attentamente il suo viso ancora intatto, prima ancora che la mia mano la potesse colpire con un destro che le fece voltare il viso in modo disumano. -Troia.- Sussurrai a denti stretti. -Come ti sei permessa! Se lo dirò a mio padre, finirai in un bel pasticcio!- Iniziai a riderle, in faccia modo isterico. -Ti dovrei ricordare, che sono la fidanzata del boss, colui che ha potere su tuo padre e su tutta la tua inutile famiglia.- Il mio tono vocale era molto pacato. -Con questo cosa vorresti insinuare?!- Alzò il tono stizzita, dalle mie labbra fuoriuscì una risata molto lenta e carina. -Io non sto dicendo nulla... solo che potrei distruggerti da un momento all'altro.- Come accecata dalla rabbia mi piantò una cinquina in pieno viso, stava per tirarne un'altra ma la voce del mio uomo la fermò, potevo sentire il suo sangue gelarsi nelle vene e il cuore smettere di battere per alcuni secondi. -Come osi parlare in questo modo alla mia fidanzata?- Mentalmente iniziai a fare dei balli di gioia, ma tutto terminò quando la sua voce da gallina risuonò nelle mie orecchie. -Hai sentito quello che mi ha detto?! Ha esagerato!- Continuava a starnazzare e tutto quel baccano mi fece venire un mal di testa assurdo, la risposta del mio ragazzo fece rimanere scioccata sia lei che me. -Si, ho sentito tutto.- Sul viso della bionda si formò un ghigno malefico. -E Sophia ha proprio ragione.- Lo guardai scioccata, le sue parole erano davvero serie e specialmente lo sguardo caldo che mi lanciò subito dopo accese in me un qualcosa di positivo.

 -Come scusa?!- Sbuffai rumorosamente, stufa di questi battibecchi. -Devi capire che Sophia ha ragione, io sono il capo di tuo padre e devi portarmi rispetto, tutto qui.- Sghignazzai davanti ai suoni occhi ma subito dopo scomparve dalle parole che seguirono. -Sophia io e te sappiamo una cosa che nessun'altra persona può sapere, quindi stai bene attenta a quello che dovrai dirmi in futuro.- Abbassai lo sguardo intimorita, impacciata mi mordicchiai il labbro e pregai con la mente, che se ne andasse e non aggiungesse più niente, perché dare spiegazioni a Mitch mi divenne una cosa impossibile. -Eccola qui! La vera Sophia! La codarda...- sussurrò con voce perfida, i miei occhi balzarono subito nei suoi non appena le mie orecchie udirono quelle parole, sorrisi aspramente e mi massaggiai  con fare nervoso il polso sinistro. -Io e te non siamo mai state grandi amiche.- Il suo viso mi comparve confuso -Quindi... come mai io e te sappiamo una cosa che la gente non dovrebbe sapere?- Scoppiò a ridere davanti al mio viso confuso e pieno di rabbia, guardai per un attimo Mitch, che per tutto quel tempo non mi staccò gli occhi di dosso, ritornai ad osservare la ragazza bionda ossigenata davanti ai miei occhi e rimasi sorpresa notando che aveva smesso di ridere. -E dai... non ci arrivi proprio?- Si prese beffe di me. -No tesoro, illuminami!- Esclamai ironica, feci un passo indietro e capendo che dalla sua bocca non sarebbe uscito neanche uno spiffero, presi per mano Mitch e ci incamminammo verso l'entrata della casa. Però la voce di Debora ci bloccò facendomi battere il cuore all'impazzata: -So cos'hai fatto ad Adele.-

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