"La mia ragazza"

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Quando rientrai in discoteca degli occhi marroni mi scrutarono e mi guardavano confusi, mi avvicinai per l'ultima volta al balcone e quando il barista mi vide, mi sorrise e mi chiese: -Cosa vuoi da bere questa volta?- Ci pensai un po' su, tanto ero già ubriaca e perché non strafare, pensò la mia mente malata. -Dammi il più forte che hai.- Si guardò intorno e mi avvicinò un bicchiere e versò al suo interno un liquido. -Ecco a te... Long Island.- Lo bevvi tutto d'un sorso e lo ringraziai, iniziò subito a fare effetto e mi buttai in pista insieme alla mia amica, iniziammo a ballare in modo sensuale e quando stavo per completare il mio balletto due grosse mani mi presero dai fianchi e iniziarono a toccarmi. Mi divincolai e cercai di urlare ma era come se avessi perduto la voce. 

Cogliona, la musica era troppo alta.

E come per magia, non sentì più le luride mani di quell'uomo sul mio corpo, non appena mi girai vidi Mitch colpire ripetutamente il viso dell'uomo. Mi avvicinai a Mitch e lo presi da un braccio. -MITCH! BASTA!- Non appena incrociò il mio sguardo, si alzò dall'uomo e prese sia me che la mia migliore amica da un braccio e ci fece uscire dal locale. Ci dirigemmo alla sua macchina ed entrammo, io al posto accanto al guidatore, mentre Diana ai posti di dietro. Quando Mitch entrò in auto si allacciò la cintura e mise in moto, nessuno osò parlare fin quando non arrivammo davanti casa di Diana. -Amica mia, ci vediamo domaniiii!- Era ubriaca fradicia, peggio di me. -Ciao amore.- La salutai, ma quando Mitch scese dal veicolo cercando di accompagnare la mia amica a casa, mi vennero in mente le parole di Dario. Se solo lui non mandasse tutto a puttane, avrei quei maledetti documenti fra un anno... circa. Da sola non ci riuscirei mai, quindi non mi basta che chiedere aiuto ai piani alti, pensai prima ancora di scoppiare a ridere senza senso. Quando Mitch rientrò in auto, smisi di ridere per il suo sguardo truce che mi ispezionava il corpo. Mi schiarì la voce e quando partì per ben 10 minuti rimanemmo in silenzio. -Sophia.- Da come potevo notare, sembrava teso. Il modo in cui teneva stretto il volante ne dava dimostrazione, era meglio non farlo alterare sennò sarebbe stato solo il mio peggio. -Mh?- Risposi, mentre il mio sguardo era rivolto verso la strada, che veniva illuminata dai pochi lampioni di cui era costituita. L'uomo seduto al posto del guidatore, prima di rispondermi fece un respiro profondo e in fine butto fuori l'aria accumulata poco fa. -Ti rendi conto di quello che hai fatto? E poi di come ti sei vestita?! Cazzo!- Tirò un pugno sul manubrio, facendomi sussultare e riportai la mia attenzione su di lui. -Mitch, per favore non gridare.- Sussurrai mentre mi massaggiavo le tempie, quello che ricevetti da parte sua fu una frenata assurda, che mi fece urtare violentemente il naso, compreso il muso, sul cruscotto. 

-Poca puttana!- Esclamai dolorante, mentre portavo la mano destra sul naso, passai due dita sotto le due narici e quello che potei vedere fu molto sangue. Voltai il capo verso di lui e lo osservai con occhi distrutti e colmi di lacrime, che si affrettarono a scendere. -Cosa ti prende?!- Alzai leggermente il tono della voce, ma a quanto pare al signor Rapp non andava bene. -CHE COSA MI PRENDE?! SEI SERIA?! SEI VESTITA DA ESCORT! TI SEI BEVUTA NON SO QUANTI BICCHIERI! E TI SEI ANCHE ALLONTANATA CON UN RAGAZZO!- Divenne rosso per la rabbia, si poterono intravedere le vene per il forte urlare. Si passò una mano sul viso e quello che disse mi destabilizzò.  -STAI PER DIVENTARE LA MIA RAGAZZA! ED IO ESIGO CHE LA MIA RAGAZZA SIA MATURA! NON UNA TESTA DI CAZZO! GIURO SU DIO CHE SE NON DIVENTERAI PIÙ RESPONSABILE-AH! FANCULO!- Il modo possessivo con cui pronunciò "mia" mi fece un certo effetto, il mio naso continuava a sgorgare sangue e cercavo di asciugarmi con le dita. -Cosa mi farai? Mi ammazzerai? Mi torturerai? MI TERRAI RINCHIUSA IN CANTINA?! MI OBBLIGHERAI A FARE SESSO CON TE?! OPPURE DI AVERE UN BAMBINI CON TE?! E GIURO CHE DA UNO COME TE UN FIGLIO NON LO VORREI MAI!- Alzando di colpo la voce feci comparire sul volto del moro un sorrisetto amaro, il suo sguardo divenne infuriato molto più di prima e sinceramente iniziai ad avere paura -Se proverai ancora una sola volta ad alzare il tono con me, non solo ti ucciderò ma prima ti metterò incinta, partorirai nostro figlio e poi ti ucciderò. Morirai con il rimpianto di non aver potuto crescere tuo figlio come si deve.- Quando queste parole uscirono con molta calma dalla sua bocca, mi irrigidì all'istante. Il suo tono era calmo, si, ma era così inquietante, vidi il suo profilo perfetto e mi ammutolì. -È chiaro?- La mia bocca divenne secca, non avevo il coraggio di rispondergli preferì osservarlo e basta, ma questo mi divenne abbastanza difficile quando anche egli si girò verso di me in attesa di una risposta. -Chiaro.- Sussurrai prima ancora di chiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo, dove il ragazzo con qui pochi minuti fa ho bisticciato, faceva parte del mio sogno...

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Spazio autrice:
Scusatemi per l'assenza e soprattutto per il
capitolo troppo corto, ma sono a carenza d'ispirazione.
Scusatemi per gli eventuali errori grammaticali, ma
non sono riuscita a correggerli.
Spero che vi sia piaciuto, ci vedremo al prossimo!

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