"bimba"

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Una scia di baci sul collo interruppe il mio sonno, aprendo le palpebre scontrai i miei occhi color nero caffè, con quelli di Simón color ghiaccio. Mi sorrise ed io dovetti ricambiare, ma la cosa che mi stupì fu quella di avermi lasciato un bacio a stampo. -Buongiorno.- Sussurrai con la voce ancora impastata dal sonno. -Buongiorno.- Mi rispose raggiante, ma presto quella luce che aveva negli occhi, sapevamo entrambi che sarebbe scomparsa, lasciando posto alla delusione e alla tristezza. -Vado a farmi una doccia... tu vuoi farla qui o a casa tua?- Le guance mi divennero leggermente rosse a causa della domanda. -No tranquilla, quando vado a casa mi lavo.- Annuì e subito andai verso il bagno, pronta a lavarmi e a dimenticarmi l'enorme guaio accaduto la notte scorsa. Aprì il getto d'acqua e subito la mia pelle venne a contatto con tante goccioline d'acqua, mentre mi insaponavo il corpo mi venne una crisi. La mia mente si ricordò dell'incubo e di quello che io e il caro Simón avevamo fatto, avevo paura e così iniziai a sfregarmi con le mani, e avvolte capitavano le unghie, il corpo come se fossi sporca di non so cosa. Quando uscì dal bagno, mi diressi verso la cabina armadio, indossai l'intimo rosso di pizzo, proprio come piace a Mitch, pensai, e subito dopo indossai una tuta nera, con una zip che si fermava fino al seno. Poi cercai di farmi una cigliola decente ed infine indossai le mie scarpe bianche della Puma. Quando uscì dalla cabina armadio vidi Simón iniziare vestirsi, nel momento in cui si accorse della mia presenza iniziò a parlare. -Piccola Sophi... io devo andare a casa.- Annuì mentre lo ascoltavo. -Tra un po' Mitch ti verrà a prendere, quindi meglio che vada.- Aveva ragione, l'uomo dagli occhi marroni non doveva assolutamente sapere cosa fosse accaduto. -Ci vediamo sta sera.- Alla mia affermazione corrugò la fronte. -Alla festa di fidanzamento.- Gli ricordai e assunse un viso dispiaciuto. -Giusto, tu devi fidanzarti.- Detto questo se ne andò ed io scesi le scale per raggiungere il piano di sotto, mi diressi in cucina e mi preparai un frullato. Mentre bevevo in silenzio delle voci iniziarono ad ancheggiare in cucina. -Buongiorno!- sorrisi a Fiona, a Tom e ad Alex. -Ciao amore mio.- Mi salutò mamma, con un bacio sulla fronte. -Buongiorno.- Quando mi salutò anche papà, ci sedemmo tutti a tavola ed iniziammo a parlare un po', come se fossimo una famiglia felice . -Chi è stato a farti questo?- Chiese Fiona richiamando l'attenzione di tutti, mi guardai in torno e decisi di rispondergli creando uno scenario tutto mio. -Ieri sera ho bevuto un po' troppo e ho fatto a botte con una ragazza.- Facendo spallucce, presi il cellulare ormai tempestato di chiamate perse e messaggi da Mitch.

Da: Mitch Rapp.
Ragazzina dove cazzo sei?

Per: Mitch Rapp.
Sto facendo colazione con la mia famiglia.

Da: Mitch Rapp.
Esci subito da casa, non costringermi a farti venire
a prendere.

Alzai gli occhi al cielo e salì al piano di sopra, presi un borsello che si attaccava in vita, ci misi all'interno il telefono e ritornai al piano di giù dove i miei famigliari continuarono a guardarmi in modo strano. -Tesoro dove devi andare?- Mi chiese mamma, mentre si avvicinava a me. -Mitch mi sta aspettando fuori... sai com'è, non gli piace aspettare.- Mi guardò dispiaciuta e mi lasciò un tenero bacio sulle guance. Uscì da casa e subito vidi la macchina di Mitch, salì a bordo e non gli degnai di un saluto. -Buongiorno.- Disse con la sua voce bassa. -Oggi dovremmo fidanzarci e non gradisco che questa mattina, la mia ragazza non mi abbia neanche dato un bacio.- Alzai il sopracciglio destro e lo guardai divertita, mi avvicinai lentamente al suo corpo e non appena i nostri visi erano vici feci unire le nostre labbra. -Contento?- Chiesi in modo scocciato. -Come una pasqua.- Il suo sarcasmo era incredibile, alzai gli occhi al cielo e cambiai argomento. -Oggi che faremo?- Domandai dopo essermi allontanata dalle sue labbra e potei notare come quel gesto lo irritò leggermente. Mise in moto e i suoi occhi non fecero altro che guardare la strada.
-Ora andremo a casa mia, mangeremo insieme e poi ad un certo orario dovrò riportarti a casa.-

Ci sarà anche Simón?

-Oh e non saremo soli.- Mi irrigidì non appena disse ciò. -Ci saranno i miei genitori, ma purtroppo mio padre non sarà presente. Quindi ci saranno mia madre e i miei fratelli.- Annuì leggermente e cadde un silenzio assordante. Dopo qualche minuto arrivammo a casa sua e non appena mi resi conto, che ci fosse stata sua madre a pranzo mi imbarazzai per il modo in cui fossi vestita. Scendendo dalla macchina mi accorsi dello sguardo di fuoco che Mitch mi lanciò, cercai di guardare altrove ma non appena si posizionò dinanzi a me, non feci a meno di guardare quelle pozze di cioccolata diventare cupe -Come.cazzo.ti.sei.vestita?- Mi chiese a denti stretti, potei notare come strinse forte le mani in due pugni e per poco le nocche non li divennero bianche. Provai a sorpassarlo, ma invano. -Mitch, fammi passare.- Pretesi da lui e quello che riuscì a riceve da parte sua fu soltanto un sorrisetto amaro e minaccioso. -Se mi disobbedirai sai che cosa ne farò della tua vita.- E come per magia, la gola mi divenne secca e per questo dovetti cercare di accumulare molta saliva prima di dargli risposta, ma quando provai ad aprire bocca da quest'ultima non uscì un bel niente. Avete mai sentito parlare di persone bipolari? Beh io si, ne avevo una di fronte... Dal nulla mi iniziò a baciare con molta foga infilandomi la lingua in gola, un po' titubante cercai di ricambiare e presi entrambi dalla foga, non badammo a nessuno e iniziammo a toccarci ovunque. Con poca gentilezza mi fece sbattere la schiena alla macchina e questo suo gesto mi fece gemere. Le nostre lingue iniziarono a giocare tra di loro e avvolte Mitch mi mordeva il labbro. Posizionò le sue mani venose sui miei fianchi, stringendoli in modo possessivo. In risposta gemetti sulle sue labbra ottenendo una pacca sul sedere da parte sua, gemetti nuovamente e questo per lui era come una droga. Qualcosa in me iniziò a risvegliarsi, mi schiarì la voce e non mi accorsi neanche, che mi fece girare di spalle e mi piegò facendo si che la sua erezione potesse entrare in contatto con i miei glutei. Iniziò a posarmi baci sul collo e per godermi quel momento chiusi gli occhi. -Bimba...- La sua voce roca e eccitata si insinuò nelle mie orecchie. -Ti vorrei prendere, proprio qui.- Continuò. -Ti vorrei prendere davanti a tutti...- Il mio respiro iniziò a diventare sempre più pesante. -Ti vorrei prendere sul tavolo dove pranzeremo, davanti a mia madre e i miei fratelli.- Questo mi fece tingere le guance di un rosso bordeaux. -Piccola... lo so che lo vuoi.- Diede una piccola spinta col bacino sul mio sedere e questo mi fece bagnare più del dovuto, quando dalla mia bocca uscì un ansimo e la sua mano mi circondò il collo facendomi alzare e facendomi toccare con la chiesa i suoi pettorali ricoperti da una camicia nera. -Cazzo bambolina...-  Disse prima di baciarmi, mi guardai attraverso il riflesso del finestrino della sua auto e mi misi difronte a lui. Gli avvolsi il collo con le braccia e data la mia piccola statura mi dovetti mettere in punta di piedi. Continuammo a baciarci e a Mitch venne la malsana idea di prendermi in braccio e di trascinarmi in casa. Quando arrivammo in salotto mi fece sdraiare sul divano e mi ritrovai sotto di lui, incominciò a palpeggiarmi il seno, mentre dalla mia bocca uscivano gemiti strozzati a causa dei suoi baci. Sentivo la sua erezione crescere sempre di più ed ero sempre più convinta che da un momento all'altro sarebbe venuto al solo pensiero dei miei gemiti.

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