Wakatoshi
Quasi non ci credo.
Questa mattina mi hanno svegliato all'alba insieme a Tsutomu, dicendomi di raccogliere le poche cose che possiedo e preparami per andarmene.
Per sempre.
Non so come, ne perché, so solo che se dieci minuti fa mi stavo infilando i calzini, ora in piedi davanti a me c'è Tendō, il ragazzo dell'altro giorno.
- Ci rincontriamo, Wakatoshi. Tsutomu. - gli occhi vispi e attenti.
- Oggi verrete a casa con me piccini. Avanti, muoviamoci. - il tono allegro é impregnato di leggerezza.
Il tragitto fino all'auto è silenzioso, a rompere la tranquillità del primo mattino solo lo scalpiccio delle nostre scarpe sulla ghiaia del selciato e il lieve cantare di Tendō.
- Bene. So che non siete degli stupidi e perciò mi aspetto da vuoi un comportamento impeccabile: state per incontrare il capo. - è serissimo ora, sembra completamente un'altra persona, la sua aurea completamente mutata.
Entrati in auto si mette al volante, io e Tsu nei sedili posteriori, le valigie tra le gambe.
- Adesso arriveremo alla sede centrale, molto probabilmente vi verrà assegnata un stanza con qualcuno di più grande, almeno per i primi tempi finché non riceverete l'addestramento e non riuscirete ad orientarvi. Davanti a Washijō immobili. Niente gesti inutili, tremolìi o parole senza permesso. Massimo rispetto. Tutto chiaro? - nello specchietto retrovisore il suo sguardo é tagliente, neanche più una briciola della giocosità di poco fa.
- Sì - Tsutomu non mi sembra molto sicuro, ma risponde con me.
- Bene. - ora un ampio sorriso gli illumina gli occhi. Non avevo mai visto una persona cambiare atteggiamento e stato d'animo in così breve tempo.
Mi incuriosisce.
Ad essere sincero le persone in generale mi incuriosiscono.
Tutte quelle emozioni che si susseguono una dopo l'altra in maniera imprevedibile, riflettendosi quasi sempre nei loro atteggiamenti.
Molti sono un libro aperto, ogni sentimento palesato così chiaramente sui loro visi da sembrare un dipinto in continua evoluzione, con le pennellate di colore intente una perpetua danza altalenante.
Queste sono quelle che preferisco, non mi intimoriscono, non mi intimorisce la loro onesta semplicità.
Il loro modo coraggioso di affrontare la vita a carte scoperte, senza bisogno di nascondere nulla, in un'innocenza talmente naturale da fare quasi impressione.
Esiste però un altro tipo di umani, che mi affascinano e fanno inorridire insieme.
Coloro che fingono.
Fingono sempre.
Fingono talmente bene da sembrare essi stessi la loro finzione, intrappolati nell'illusione di essere ciò che non sono e non saranno mai.
Giorno dopo giorno continuano a nascondere dietro una facciata di quella che sembra perfezione il loro vero io.
Mi sono sempre chiesto, non è stancante?
Credo lo sia.
Lo vedi, nei loro occhi spenti.
Senza quel luccichio di spensieratezza così dolce da cogliere.
Sempre allerta, attenti a qualsiasi cosa, pronti in attesa che qualcosa, qualcuno li prenda di sorpresa.
Mi spaventano.
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𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑔𝑜𝑐𝑐𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑜𝑔𝑔𝑖𝑎 [ushiten]
Fanfic« Sorrido amaramente ai ricordi. Mi vedessero ora. Le mani sporche di sangue e una pistola sempre carica nella fondina. Numerosi omicidi alle spalle. Nessun rimorso, anzi, oserei quasi dire di essermi divertito, di aver provato piacere, un brivi...