Wakatoshi
Fa male.
Almeno credo.
Non ne sono molto sicuro.
Che mi capita di percepire, spesso, dove fa male, senza però sentire dolore.
Sono consapevole, per esempio, di avere un taglio sulla mano, ma non sono del tutto convinto che faccia davvero male.
Mi è già capitato più volte e per quanto possa sembrare strano, dubito davvero di provare dolore.
Per esempio, ricordo di essere caduto da un albero dopo essermici arrampicato e mentre osservavo il soffitto di foglie sopra di me, sapevo di aver battuto forte la schiena e di aver sentito i polmoni svuotarsi di botto, ma sono ad oggi certo di aver sentito effettivamente 'male'.
Credo che il dolore, che più che dolore era fastidio, sia arrivato nei giorni successivi, quando qualcuno mi abbracciava o mi toccava la schiena.- Tendō? -
- Dimmi Ushijima. - ha le mani impegnate, è girato di spalle e sembra star maneggiando il contenuto di una scatola.
- Com'era la tua vita prima della Shiratorizawa? - lo guardo dal letto singolo sul quale dormirò, posto parallelo al suo dall'altro lato della stanza.
Si blocca, le spalle rigide.
- Beh se è nel passato non credi che dovrebbe rimanerci? - il tono sbrigativo e forzato.
- Non mi piace ricordare. - si corregge.
- Voglio dire, certo è successo ed è importante perché ha e avrà di sicuro ripercussioni, ma preferisco limitarmi solo ad osservare gli effetti dell'evento accaduto, piuttosto che rimanere a pensarci.
Non mi piace ricordare, e gran parte di ciò che ricordo non è per nulla piacevole. - continua.Mi dà più spiegazioni di quanto credo siano necessarie, come a farmi capire che non ce l'ha davvero con me, che non l'ho infastidito.
Cambia discorso come se nulla fosse.
- Ecco qui, per te. Ho visto che sei mancino, che preferisci la sinistra, così ho cercato e recuperato qualcosa che potesse essere adatto a te. Prendi, su.
È un revolver francese, è il modello del 1892: è speciale perché ha il tamburo che bascula sul lato destro e quindi non dovrebbe darti fastidio. - la voce impregnata di premura e soddisfazione.Lo guardo mentre allunga le mani e mi porge l'arma, che pesa più di quanto potessi immaginare.
- Ha sei colpi, che credo siano il numero giusto per quello che farai, faremo, di solito. - sento calare nel suo tono un velo quasi malinconico.
- Il sei è un numero divertente. Lo sai, Wakatoshi? - mi guarda con una luce divertita negli occhi, completamente di umore differente rispetto a pochi secondi fa.
Lo guardo, non rispondo ma scuoto leggermente la testa.
- È il doppio del numero perfetto, tre. Tre che è simbolo di equilibrio e perfezione.
Ecco, la cosa divertente è che tre volte sei, per gli occidentali rappresenta un numero 'malvagio': il loro male é il diavolo, Satana, è il suo numero è sei sei sei. - ride mentre lo dice.
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𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑔𝑜𝑐𝑐𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑜𝑔𝑔𝑖𝑎 [ushiten]
Fanfiction« Sorrido amaramente ai ricordi. Mi vedessero ora. Le mani sporche di sangue e una pistola sempre carica nella fondina. Numerosi omicidi alle spalle. Nessun rimorso, anzi, oserei quasi dire di essermi divertito, di aver provato piacere, un brivi...