Satori
Il tempo.
Mi ha sempre fatto sorridere che qualcosa di tanto prezioso e necessario non esista.
Una convenzione, ecco cos'è.
Il tempo.
Espressione immutabile del mutamento stesso.
Scorre inesorabile senza possibilità di dare una pausa a chi ne subisce il flusso costante.
Un fiume.
Un fiume che scorre, trascinando con sé i detriti di una vita in continuo movimento.
Sul suo letto, i relitti di ciò che è stato e non sarà più.Terrorizzante.
Come lo avevo percepito quando, per la prima volta, mentre mi veniva spiegato la funzione di un orologio, mi era stato scherzosamente detto: 'attento che quando passa non torna più'.
Perché non dovrebbe più tornare?
Cosa c'è, di talmente vomitevole al mondo, da far sì che anche qualcosa di inventato e impalpabile, lo rifugga?
A questa domanda, sorta dall'innocenza dell'infanzia, mi sarei dato risposta solo più tardi quando, appena adolescente, avrei eliminato la mia prima vittima: il mio primo incarico.
L'ansia, quasi, prima di portarlo a termine, il senso di galleggiamento dopo averlo compiuto.
La sensazione che si prova dopo aver ucciso qualcuno è paradossale.
Sai che non andrebbe fatto, ne sei pienamente consapevole.
Prima sei teso, continui a ripeterti tutto ciò che devo fare, come farlo.
Perché anche se non vuoi farlo, tu devi.
È un ordine e devi eseguirlo come ti è stato comandato.Hai le palpitazione, senti l'adrenalina scorrerti in corpo come chissà qualche forza intrinseca che ti anima, che ti sprona a compiere ciò che devi.
Il tempo non passa.
Lo senti scorrere lento come melassa.
Mentre uccidi qualcuno non te ne rendi conto, almeno, io non lo faccio.
È come se fosse un sogno: i bordi del mondo sono confusi, ti concentri solamente sulla tua vittima, i pensieri che ti attraversano la mente non sono altro che echi di parole.
Un attimo fuggevole.
Un millisecondo.
E dopo?
Dopo ti senti talmente rilassato che ti sembra di fluttuare.
Senti le membra appesantite, sia per l'acido lattico dello sforzo, sia per lo svanire dell'effetto adrenalinico.
Tutto finito.
Ciò che è fatto, è fatto.
Il tempo è passato e non tornerà.
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𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑔𝑜𝑐𝑐𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑜𝑔𝑔𝑖𝑎 [ushiten]
Hayran Kurgu« Sorrido amaramente ai ricordi. Mi vedessero ora. Le mani sporche di sangue e una pistola sempre carica nella fondina. Numerosi omicidi alle spalle. Nessun rimorso, anzi, oserei quasi dire di essermi divertito, di aver provato piacere, un brivi...