Wakatoshi
Non posso.
Ci ho pensato, ma non posso.
Non posso suicidarmi.
Non posso togliermi la vita per cercare di porre fine al dolore che la voragine che ho nel petto mi provoca.
Non posso venire meno alla nostra promessa morendo.
Non voglio.
Lui, non lo vorrebbe.
Quindi non voglio neanche io.
Con la mia morte, il suo ricordo, il ricordo di Satori che vive in me, sparirebbe.
E non voglio, non posso permetterlo.
Vivrò come mi ha insegnato, ridendo con gli altri, come faceva lui, aiutando i bambini dell'orfanotrofio come lui ha fatto con me.
Non mi chiederò perché è successo.
Lo so.
Lo so perfettamente, me lo ha confidato una notte, immersi nel silenzio, nell'aria odore di noi, le pelli a contatto, nudi dopo esserci uniti, in una condivisione tanto delicata da risultare quasi eterea, immateriale, un sogno febbrile in una realtà tanto violenta come quella in cui viviamo.
La testa sul mio petto, le caviglie intrecciate alle mie, io che accarezzo delle ciocche rosse e la voce pari ad un sussurro.
La punta delle mie dita che segue i tatuaggi della sua schiena, i nostri respiri, i battiti dei nostri cuori sincronizzati.
Me lo ha detto senza vergogna, senza preoccuparsi di essere giudicato, mi ha raccontato di aver ucciso quel ragazzetto tutto lentiggini quasi per sfizio, certo era un ordine di Washijō, ma non era obbligato ad occuparsene lui stesso.
Mi ha raccontato di essersi divertito a squarciargli la gola, di vedere le guance farsi pallide e gli occhi divenire vitrei.
Subito dopo mi ha chiesto se mi facesse paura, senza neanche guardarmi negli occhi, quasi spaventato di leggerci dentro disgusto e terrore.
Ah, Sato.
Come potresti mai farmi paura?
Dolce, dolcissimo Satori che adotti orfani e li fai sentire amati.
Tenero, adorabile Satori che cucini biscotti al cioccolato la notte, perché possano tutti mangiarli, il mattino dopo, a colazione.
Satori.
Semplicemente tu, Sato.
Semplicemente tu, che mi hai insegnato a impugnare una pistola e centrare il bersaglio.
Semplicemente tu, che sei sempre nei miei pensieri.
Semplicemente tu, che sei la ragione delle mie risate e delle mie lacrime.
Semplicemente tu, che sei diventato il motivo per cui vado avanti, giorno dopo giorno, con uno scopo ben preciso.
Semplicemente tu che mi hai fatto scoprire il significato dell'amore.
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𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑔𝑜𝑐𝑐𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑜𝑔𝑔𝑖𝑎 [ushiten]
Fanfic« Sorrido amaramente ai ricordi. Mi vedessero ora. Le mani sporche di sangue e una pistola sempre carica nella fondina. Numerosi omicidi alle spalle. Nessun rimorso, anzi, oserei quasi dire di essermi divertito, di aver provato piacere, un brivi...