Mercoledì 3 Dicembre

Tyler

Sbatto con forza l'armadietto per richiuderlo, ma esso rimbalza un paio di volte e rimane aperto. Un cardine sta per staccarsi, rendendo il suo aspetto più penoso e malandato di quanto già non sia.

Attiro lo sguardo di qualche studente, ma non me ne curo.
Ormai hanno fatto l'abitudine al ragazzo pazzo, nonché unico bianco in tutta la scuola, che ha una crisi un giorno si e l'altro pure.

L'unica cosa che potrebbe farmi stare meglio è una dose, non importa quale sia la sostanza. Mi accontenterei anche di una canna, purché mi faccia calmare.

Sono quasi tentato di acquistare una bustina di coca dal ragazzetto del primo anno, la spaccia nei bagni e anche se il posto in cui la tiene è leggermente discutibile, dicono in giro che sia buona. Non l'ho ancora provata, dato che il mio unico fornitore è Samir, il mio migliore amico.

Mi taglierebbe le palle se sapesse che l'ho tradito in questo modo orrendo, comprando da qualcuno che non sia lui.

Infilo una mano nella tasca del giubbotto e tiro fuori un paio di pillole, le lancio in bocca senza neanche più guardarle.
I medicinali fanno parte della mia vita da anni ormai, assumerli è diventato normale come respirare.
Per lo meno mi aiutano a non dare di matto.

Mando giù senza il minimo sforzo mentre mi guardo intorno.
Di Samir non c'è traccia e le lezioni sono finite da un pezzo.
Ci sono solo due motivazioni al suo ritardo: sta scopando con qualcuno nei bagni oppure, sempre nei bagni, si sta sparando una dose.

Quanto lo invidio quello stronzo, è da ieri che non faccio nessuna delle due cose e iniziano a mancarmi terribilmente.
Così come l'essere disturbato mentalmente, anche il sesso e le droghe mi rappresentano.
Non sarei Tyler Smith senza di esse.

Patty, la mia compagna di lezioni, mi sfila davanti.
È già la sesta volta che me la ritrovo "per caso" tra i piedi.
Ha una cotta per me, ma non vuole ammetterlo e quando le ho chiesto di scopare non ha accettato, perciò non ho alcun motivo per darle corda.

Non sono interessato alle relazioni stabili.
Come potrei dare sicurezza a un'altra persona se sono io stesso quello instabile?

"Ciao Tyler" mi saluta lei, sbattendo un paio di volte le ciglia.
Le faccio un cenno con la testa senza degnarla di particolari attenzioni.
Anche se rimarrà sempre uno sfizio che avrei voluto togliermi, ma pazienza, non si può ottenere tutto dalla vita.

Vedo Samir sbucare dal fondo del corridoio.
Cammina a passo svelto, facendo muovere a destra e sinistra la sua folta chioma riccia. È da mesi che lo minaccio di rasarlo a zero, ma poi non lo faccio mai.
Non lo ammetterò mai, ma mi piace il suo look.

Mi individua e io alzo il dito medio, cosicché possa capire quanto sia innervosito dal ritardo.
Compie gli ultimi passi per raggiungermi e si appoggia all'armadietto, con aria esausta.
"Cazzo, scusa Tyler. Sono stato trattenuto più del previsto" dice a mo' di scuse.

Sollevo il sopracciglio.
"Cioè, vuol dire che sei durato più del previsto" lo correggo con un sorrisetto canzonatorio.
Socchiude gli occhi, guardandomi male.
"La smetterai mai di prendermi in giro per quella storia?"
Scuoto la testa e gli faccio l'occhiolino.
"Certo che no. Ora andiamo".

Qualche mese fa, mentre eravamo a una festa, Samir era talmente ubriaco che ha fatto cilecca con una ragazza.
Lo derido ogni giorno per questo e ogni santo giorno lui si innervosisce.
Non mi stancherò mai.

Unstable In My BodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora