Mercoledì 18 Dicembre

Tyler

Andare a scuola, consapevole che Samir potrebbe essere in classe oggi e di avere tutte le lezioni con lui in comune, richiede una forza di volontà maggiore.
Dopo ieri sera, una volta che è scappato via nemmeno stessi per approfittarmi di lui, l'ho odiato.
Poi ovviamente mi è passata, ma sono ancora irritato con lui.

Non c'è nessuno nel corridoio, sono arrivato più tardi del solito di proposito.
Apro la porta della mia classe. Sono quasi tutti seduti, ma il professore ancora non c'è.
I miei occhi cercano automaticamente il banco di Samir e quello che vedo non mi piace per nulla.

Patty, quella stronza che mi viene dietro, è appollaiata sul banco di Samir e sembra ci stia provando appassionatamente con lui.
Ha cambiato in fretta bersaglio.

Cerco di trascurare il fatto che la patetica scenetta di lei che si contorce davanti a Samir mi faccia prudere le mani, e raggiungo il mio banco, accanto a quello di lui.
Ignoro entrambi mentre prendo posto.

Noto con la coda dell'occhio che Samir mi lancia un'occhiata strana. Sembra quasi stia aspettando che lo saluti, ma non lo faccio. Dopotutto voleva stare lontano da me ieri, quando è andato via. Eccolo accontentato.

"Quindi ci stai?" Chiede la voce squillante di Patty.
Lancio lo zaino sul banco, procurando un tonfo sordo.
Samir scrolla le spalle.
"Ti farò sapere" le risponde in tono piatto.
Cosa le farà sapere?
Lei gli ha per caso proposto di uscire? Oppure di avere un qualcosa di fisico?
Per quanto stia bruciando dalla curiosità, mi mostro indifferente.

Patty intuisce che non è più aria e si allontana con riluttanza, facendo svolazzare la sua chioma rossa.
Mi trattengo dal fare un verso.
Tiro fuori il libro e il quaderno per questa lezione e li appoggio in silenzio sul banco.
Percepisco lo sguardo di Samir su di me.
Vorrei girarmi e ricambiarlo, ma non voglio dargli soddisfazioni.

Appoggio il mento sulla mano, guardo ovunque tranne dove vorrei.
Il professore, di solito puntuale, oggi è in ritardo. Credo proprio che l'universo sia contro di me.
Il cellulare nella mia tasca vibra, ricordandomi che è il momento delle pillole.

Prendo il flaconcino dallo zaino e verso due pasticche sul palmo.
Le lancio in bocca come se nulla fosse. Prima la classe era incuriosita quando assumevo i medicinali, ma dopo essere venuti al corrente della mia pazzia, hanno perso ogni interesse.

"Tutte queste pillole extra non ti fanno male?" Domanda Samir all'improvviso.
Non lo guardo e ributto la confezione in cartella.
Scrollo le spalle.
"Peggio di così non posso stare" rispondo.

La porta della classe viene riaperta e il professore entra con un grosso proiettore tra le mani.
Un coro di gioia si solleva dai miei compagni.
Oggi è la mattinata del film, l'avevo dimenticato.
Penso proprio che questo professore sia a corto di argomenti, per questo due volte a settimana ci rimpinza delle vecchie commedie che hanno un minimo a che fare con la materia scientifica che insegna e le spaccia per filmati educativi.

Sbuffo.
Stendo il braccio sul banco e appoggio la testa su di esso, premendo la schiena contro il muro. Il mio viso e tutto il mio corpo è rivolto verso Samir, che mi sta guardando.
Una ciocca di capelli mi ricade sul viso, la sposto con un soffio.

La luce viene spenta improvvisamente, facendo piombare l'aula nell'oscurità.
Gli altri ridacchiano e fanno gli stupidi, io invece mi limito a rimanere in silenzio, ascoltando il professore che borbotta mentre collega il PC al proiettore.

Unstable In My BodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora