Venerdì 13 Dicembre

Tyler

Oggi è venerdì.
È arrivato il fine settimana e io non potrei essere più sollevato di così.
Questi giorni sono stati un inferno a scuola, abbiamo avuto diversi esami, dato che è l'ultimo anno.
Tra poco prenderò il diploma, ma quasi sicuramente dopo non ci sarà alcun college ad aspettarmi.
Non ho vinto una borsa di studio e mio padre non ha abbastanza soldi per mandarmici.

Troverò qualche lavoretto che paghi decentemente e mi accontenterò. Prima o poi la mia vita avrà una svolta, ma per adesso mi basterà questo.
In più avrò Samir al mio fianco, neache per lui ci sarà il college.

Finalmente la campanella suona.
Tutti schizzano dai priori posti come frecce, io invece impiego il doppio del tempo per riporre tutto nello zaino.
Nell'ora precedente c'è stata educazione fisica, il professore mi ha costretto a esercitarmi con gli altri.
Ho le gambe e le braccia a pezzi.
Lo sport decisamente non è il mio forte.

La professoressa supera il mio banco, scoccandomi un'occhiata velenosa ed esce dalla classe.
Quella vecchia stronza mi ha sempre odiato.

Visto che sono l'unico rimasto in aula mi sbrigo ad alzarmi.
Oggi, per la prima volta da mesi, mio padre rientrerà prima dal lavoro. Per quanto gli voglia bene, averlo tra i piedi è più un intralcio che un piacere per me.
Sono sempre stato abituato ad avere casa libera.

Una figura familiare entra in classe, richiudendosi la porta alle spalle.
"Ehi, tu" dico, andando in contro a Samir.
Lui fa una smorfia e incrocia le braccia al petto.
Ha un'espressione scazzata, quindi suppongo che qualcuno o qualcosa debba averlo fatto arrabbiare. Era felice fino all'ora di pranzo.

"Che hai?" Domando.
Lascio ricadere lo zaino sul pavimento. Tanto ho capito che finché non avrà parlato, di qui non si uscirà.
"Hai presente quando l'altro giorno ti ho detto che c'è qualcuno che sta spacciando a prezzi più bassi?"

Annuisco.
Qualche giorno fa è giunta voce a Samir che un altro spacciatore sta vendendo la sua medesima droga ma a un prezzo più conveniente. Inutile dire che tutti vanno da lui e a Samir non è rimasto quasi nessun cliente.

"Beh si dà il caso che si tratti proprio di Chris".
Sgrano gli occhi.
Sono completamente scioccato.
Chris?
Ma lui ha un lavoro onesto, poi non è proprio il tipo, gli ha sempre fatto schifo la droga.

"Ma sei sicuro? Lavora da Starbucks, non vedo perché..."
Scuote la testa, facendo muovere a destra e sinistra i suoi capelli.
Ha ancora il viso tumefatto, ma adesso è meno gonfio e i lividi sono leggermente più chiari, le labbra sono quasi del tutto guarite. Per fortuna.

"Lo hanno licenziato. Ma non è questo il punto, Tyler. Non capisci perché lo sta facendo?"
Corrugo la fronte.
So cosa intende, ma non reputo possibile che Chris abbia dichiarato silenziosamente guerra a Samir per me.
Non siamo in una favola medievale dove i due cavalieri si battono per la principessa, o il principe nel mio caso.

"Non penso sia per quello, Samir. Andiamo, che gusto ci sarebbe a mettere in piedi un giro di spaccio solo per me?"
Mi siedo sul bordo del mio bianco.
Samir sospira e mi si avvicina. Do un'occhiata alla porta e noto che ha inserito il chiavistello per bloccarla.
Anche se non è il momento, l'idea che possiamo combinare qualcosa qui mi sfiora.

Unstable In My BodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora