Giovedì 19 Dicembre

Samir

Guardo il sacco da boxe e l'ennesimo ragazzo che lo prende a pugni.
Questo sport mi ha sempre affascinato, ma non ho mai trovato il tempo, ma soprattutto i soldi, per incominciarlo.

"Senti, ragazzino, non vogliamo problemi con Jared. Non posso assumerti se hai avuto uno screzio con lui. I suoi nemici sono anche i miei" dice l'uomo dietro il bancone della reception.
Alzo gli occhi al cielo e appoggio i gomiti sul piano in legno scuro. Questo posto è ben messo e pulito.
Lancio un'occhiata all'esterno, dove Tyler mi sta aspettando.

Sollevo l'angolo delle labbra in un sorrisetto provocatorio.
"Non sapevo che da queste parti vi cagaste tutti sotto" rispondo.
Esamino la sua figura con uno sguardo di sufficienza. È così grasso che a malapena riesce a stare seduto sulla piccola sedia girevole.

Lui alza le mani.
"Mi dispiace, ma io ho un'attività da portare avanti e sappiamo entrambi quanto possa essere vendicativo Jared" sussurra.
Si avvicina per assicurarsi che lo senta. Non mi sfugge il modo in cui mi fissa. È da quando sono entrato che guarda costantemente il mio corpo.
Gli piacciono i ragazzi, non c'è dubbio. Potrei usare questa cosa a mio vantaggio.

Mi mordo il labbro. Sfoggio il mio sorriso più convincente, quello che fa cedere chiunque, tranne Tyler.
"Però io potrei essere anche peggio di lui. So essere testardo quando voglio. E se non ottengo ciò che desidero, faccio in modo che nessuno lo abbia" mormoro.
Passo la lingua sulle labbra e inclino appena la testa.

Questo qui segue i miei movimenti come fosse ipnotizzato.
Provo ribrezzo, dato che potrebbe essere mio padre, ma per raggiungere i miei scopi questo e altro.

"Non posso, sul serio. I miei figli hanno bisogno di me, la palestra è l'unica fonte di reddito e se la perdessi, finiremmo in mezzo a una strada".

Fanculo.
Non riesco a essere crudele se tirano in ballo dei bambini.
Schiocco la lingua contro il palato e mi allontano da lui.
Gli regalo una delle migliori occhiate assassine di cui sono capace.

"Però posso fare un'altra cosa. Che ne dici se ti faccio allenare qui? Gratis, ovviamente" specifica. Il suo tono adesso è tutto miele e zucchero. Mi viene il voltastomaco, però non si rifiuta mai qualcosa di gratuito.
"Direi che posso accontentarmi, per il momento. Chiaramente verrò qui ogni volta che vorrò e per quanto vorrò".

Lui annuisce freneticamente e tira fuori un modulo da sotto il bancone.
"Certamente. Tieni, compila questo così potrò darti il tesserino".
Prendo la penna che mi porge e velocemente compilo tutte le caselle.
Una volta finito, spingo il foglio verso di lui.

"Credo che inizierò già da domani, il tesserino potrai darmelo la prossima volta. Ci si vede".
Faccio un cenno con il mento e senza aspettare che ricambi, esco dalla palestra.
Non ho avuto quello che volevo, ma non sono nemmeno andato via a mani vuote.

Tyler è sul marciapiede, assorto nei suoi pensieri a tal punto che non mi ha sentito uscire.
Piano piano lo raggiungo e gli circondo le spalle con il braccio.
"Ehi, piccolo. A cosa pensi?" Domando.
Lui si riscuote e mi guarda. Scrolla le spalle.
"Nulla, sciocchezze. Allora, com'è andata?".

Scuoto la testa.
"Non ha accettato, ma in compenso ho un abbonamento gratis in palestra" dico.
Lui ride e alza gli occhi al cielo.
"Come sempre riesci a ottenere qualcosa".

Unstable In My BodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora