Sabato 21 Dicembre

Tyler

La prima sensazione che provo non appena mi rendo conto di essere sveglio è un freddo tremendo.
Mi trema il labbro mentre cerco di aprire gli occhi per accertarmi di essere nella mia stanza, anche se la morbidezza del letto e la pesantezza del piumone mi danno già conferma.

Sento la pelle delle palpebre quasi strapparsi  non appena apro gli occhi.
Una dolorosa fitta alla testa me li fa subito richiudere e mugolo dal dolore.
Immediatamente ogni singola parte del mio corpo inizia a dolere, iniziando dai polsi, stretti troppo forte da Chris, salendo lungo il braccio, dove sono sicuro siano ben visibili le impronte delle sue unghie.

Un pungente odore di sangue mi solletica le narici. Frammenti di ciò che è successo ieri sera mi fanno attorcigliare le viscere e le fitte alla testa esplodono più che mai.
Lo stomaco si stringe in una morsa dolorosissima che mi fa automaticamente saltare in piedi, pronto a correre in bagno in caso servisse.

"Sei sveglio" dice la voce assonnata di Samir.
Riapro immediatamente gli occhi, combattendo contro la luce fastidiosissima.
La prima cosa che noto è rosso, rosso ovunque sulle sue mani e sulle braccia, persino un po' sul viso.
Ecco spiegata la nauseabonda puzza di sangue.

Distolto lo sguardo e mi rimetto seduto sulla punta del letto.
Il ricordo di Samir che massacra Chris, il rumore del corpo di quest'ultimo che sbatte in maniera agghiacciante contro i mattoni...
Tutto questo mi fa venire i brividi e il sangue ancora presente sul corpo del mio ragazzo non mi permette di avvicinarmi.

"Credo dovresti farti una doccia" mormoro senza guardarlo.
Avevo già visto Samir arrabbiato, ma vederlo nel modo in cui si è comportato ieri sera, al ricordo della rabbia cieca che c'era sul suo viso, mi fa quasi avere paura di lui, anche se ha fatto tutto ciò per difendermi.

"Lo so. Avrei dovuto farla ieri sera, ma stavi così male che non ho voluto lasciarti" risponde.
Ha la voce rauca, quasi avesse gridato troppo.
Non so cosa sia successo dopo la mia perdita dei sensi ieri, so solo che aver visto l'ombra in quella maniera è stato peggio di tutte le altre allucinazioni avute nel corso della vita.

Percepisco il suo corpo che si avvicina al mio. Istintivamente mi ritraggo e giro velocemente la testa per guardarlo e assicurarmi che non faccia nulla di avventato.
Nei suoi occhi leggo quanto ci sia rimasto male e mi dispiace, ma al momento nutro timore nell'essere toccato.

"Scusa, ma non..." sussurro, senza sapere bene cosa dire.
Nascondo il mio corpo sotto le coperte, tremando leggermente per il freddo.
"Hai paura di me?" Domanda Samir.
Esito appena.

Fisso i miei occhi nei suoi. So che non mi farebbe mai del male, ma c'è qualcosa che mi impedisce di avvicinarmi.
Scuoto la testa, però sappiamo entrambi che sto mentendo.

Samir stringe le labbra, palesemente infastidito e si alza dal letto in un unico movimento fulmineo.
"Credo che farò una doccia, se non ti dispiace" dice in tono gelido.
So che è arrabbiato, ne ha tutte le ragioni. Dopotutto lui ha fatto ciò che ha fatto per proteggermi, ma c'è qualcosa nella mia mente che stamattina mi blocca.
Non mi sento traumatizzato o spaventato come dovrei, semplicemente non sento quasi nulla, solo un grande vuoto che mi rende pressoché morto.

Samir si sfila la maglia, dandomi la schiena.
I suoi muscoli si flettono mentre lancia la maglia per terra, la luce naturale che entra dalla finestra aperta mette in risalto la sua pelle naturalmente abbronzata.
Distolgo lo sguardo.

Unstable In My BodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora